Storie di fiori.

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«Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.»

Galileo Galilei.

Sono passati ormai otto mesi da quando ho lasciato l'Italia; nonostante la lontananza mi sono tenuta in contatto con Francesco tramite delle lettere. L'amore però non è fiorito. La distanza è un peso assurdo da sopportare ed ho ragione di credere che essa abbia influenzato in modo ancora più negativo una relazione che non è mai nata. Ma comunque penso che i sentimenti - sotto forma di semi - aspettano solo di crescere una volta ricongiunti con l'acqua.

Il sole riscalda timidamente con i suoi raggi, mentre i fiori dai vivaci colori che sbocciano sui davanzali lasciano un delicato profumo nell'aria ed annunciano la primavera del nuovo anno.
Mi stavo avviando verso quella famigerata biblioteca, di cui mi aveva parlato Edouard, con l'unico intento di curiosare. Una volta entrata, l'odore di libri nuovi mi invase insidiandosi nelle narici.
Pile di libri pronti all'assalto di un innocente passante, allineati l'uno sull'altro, su scaffalature di legno scuro che si estendono su tutta la parete fin sopra il soffitto. Un edificio modesto di due piani che all'apparenza sembra una via di mezzo fra una biblioteca di proprietà famigliare ed una libreria - per la sola presenza della cassa. Al centro di ambedue i piani sono posizionati un tavolo, fabbricato con lo stesso legno degli scaffali; delle sedie e un divano di finta pelle color ocra. Da quanto mi è stato detto sono passanti un paio di mesi dall'apertura e di conseguenza la clientela è calata a quelle poche persone veramente appassionate di letteratura, oppure semplicemente curiose come me.
Decisi che invece di girare senza meta avrei cercato dei libri di uno scrittore nativo, l'unico che finora mi ha rapito il cuore e il pensiero con le sue parole. Un uomo dall'affascinante intelligenza che ha scritto una ventina di libri sia per ragazzi sia romanzi per adulti, di cui posseggo una discreta collezione con anche annesso un libro tradotto in italiano preso solo dopo aver appreso a pieno la lingua. Però, com'è di prassi, quando si cerca qualcosa non la si trova mai. Fu allora che scorrendo davanti a milioni di copertine di ogni colore mi imbattei in Grâce, la fidanzata di mio cugino, che avevo accuratamente evitato per non avere insulse discussioni ipocrite:

«Ehi! Sei Adèle, giusto?»
«Sì, e tu devi essere Grâce.» «Esatto! Ti ho riconosciuta solo perché Edouard mi ha fatto vedere una tua foto.»
«La stessa cosa per me.»
«È un vero piacere conoscerti.» Disse porgendomi una mano che strinsi cercando di reprimere l'apparente riluttanza.
«E dimmi, che cosa stai cercando di bello?» Disse come se fossimo amiche intime.
«Dei libri.» Dissi cercando di chiudere la discussione. Di solito non sono così fredda, ma alle volte mi capita che delle persone non mi vadano a genio fin dal primo momento.
«Di che genere?»
«Romanzi.»
«Di?» Mi chiese intimandomi di continuare con un gesto della mano.
Non amo parlare delle mie passioni, in parte perché ho il timore che vengano giudicate malamente e dall'altro lato perché le ritengo mie personali. Sono gelosa delle mie passioni, ma sapevo che se non avessi parlato amichevolmente con lei sicuramente ne sarebbe venuto a conoscenza anche Edouard.
«Jean-Claude Mourlevat.»
«Okay. È francese, ma non l'ho mai sentito nominare.»
«Neanch'io lo avevo mai sentito nominare, l'ho scoperto per puro caso.»
«In che modo?»
Indugiai nel dirlo «Un pomeriggio d'autunno di tre anni fa mi stavo annoiando, così decisi di fare un salto nella biblioteca pubblica. Vagando senza meta tra gli scaffali e passando la mano sul dorso dei libri, per non perdermene neanche uno, mi imbattei in un suo libro: "Il bambino oceano". All'epoca avevo una piccola ossessione per i romanzi i cui titoli includevano la parola"bambino"»
«Come Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne o Il bambino con la fionda di Vanna De Angelis?»
«Esattamente! E per la cronaca li posseggo entrambi» Dissi con tono entusiasta «Per concludere l'ho preso e letto in meno di una settimana dal quanto era bello.»
«Me lo consiglieresti?»
«Assolutamente sì. Come anche tutti gli altri suoi libri.»
«Va bene, grazie! Ehm, io ho trovato quello che cercavo quindi scappo che ho altre commissioni da fare.» Disse spoderando un largo sorriso e facendomi l'occhiolino.
Prima di ricominciare a cercare tra i libri aspettai che Grâce con la sua lunga chioma bionda saltellasse fuori dalla porta come un grillo.
Un incontro occasionale durato pochi minuti e che non mi ha dato troppo fastidio.

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