Dire che Harry si fosse chiuso in se stesso sarebbe stato un eufemismo, il ragazzo rifiutava ogni tipo di rapporto con il mondo esterno, non parlava con nessuno, non usciva mai per divertirsi, le uniche cose che riempivano le sue giornate erano qualche canna dopo il lavoro con Tomlinson giusto perché lo assillava sostenendo che fosse depresso, il lavoro e lo studio, che lui utilizzava come scusa al suo essere diventato più asociale del solito.
Era venerdì pomeriggio, la scuola era finita da poco e Harry era seduto alla sua scrivania a ripassare per gli esami che si sarebbero tenuti a breve. Era davvero stressante studiare, lavorare, gestire un locale e organizzarsi un futuro, per di più un forte senso di angoscia riempiva le sue giornate ed era notevolmente dimagrito nell'ultimo mese.Harry p.o.v.
Ero fermo da ormai dieci minuti a fissare il libro di testo, con lo stesso pensiero che mi riempiva la testa da ormai un mese, 'distruggi tutto ciò che tocchi, sei destinato a vivere solo' il mio inconscio non facava altro che ripetermi quello che già sapevo ormai da tempo e l unica soluzione che mi suggeriva la mia testa era quella di mettere fine a tutto questo, che continuare così mi avrebbe portato soltanto a subire la vita piu di quanto già non facessi. Non volevo più vivere così, dovevo fare qualcosa e aspettavo un segnale per non commettere lo stesso errore del passato, un segnale da qualcuno che nel tempo avevo smesso di credere esistesse, un segnale che sembrava non arrivare. Così lo feci, spinsi con la punta dei piedi la sedia dalla scrivania, producendo un suono assordante in quella stanza così silenziosa, mi alzai come se fossi stato spinto e pensai che quello fosse un segnale che tanto aspettavo, percorsi il corridoio pregustando già la sensazione di quella lama che di li a poco avrebbe sfiorato la mia pelle, una, due ,tre volte e poi di nuovo fino a perdere i sensi e farmi risvegliare in un posto in cui tutto sarebbe stato più leggero e dove sarei stato perdonato e accettato per quello che ero, un disastro.
Ero li davanti allo specchio, la lama tra le dita rifletteva luminosa la luce del neon sulla mia testa, la portai lentamente sul mio polso sinistro, scostando i bracciali che coprivano le cicatrici precedenti, poi il rumore di una vibrazione seguito da una suoneria. Era il mio cellulare, lo estrassi dalla tasca non riuscendo a collegare chi fosse, la curiosità era forte, nessuno mi aveva più cercato dopo la mia sfuriata al locale una settimana dopo il funerale di Nick.
Tomlinson lampeggiava sullo schermo del mio cellulare.
'Qualcuno deve volere che la mia morte avvenga prima di quanto avevo premeditato se mi fa chiamare da Tomlinson' pensai, ma lui non ne voleva sapere di riattaccare così "Che vuoi?" sbottai infastidito al telefono, lui dall altro lato senza far caso ai miei toni bruschi disse soltanto "Non lo so, ero solo al parco e mentre chiudevo una canna, l immagine dei tuoi occhi mi ha attraversato la mente, ho preso il telefono senza pensarci troppo e ho chiamato, adesso che ci penso è imbarazzante e non so..io..Harry di qualcosa ti prego".
Silenzio, un silenzio lungo in cui la mia mente continuava a ripetere 'no,no,no, non può essere' poi dalla mia bocca uscì solo un lamento, "Harry?.. ok vengo da te,dammi dieci minuti", un "No" secco e deciso lasciò le mie labbra, ma forse era passato un bel po' perché Tomlinson aveva già messo giù.
Ero nel panico più totale, la mia mente giocava brutti scherzi, possibile che il mio salvatore fosse la persona che odiavo di più, quella più simile a me, quella che mi ricordava quanto fossi un fallito, perché per quanto ci somigliassimo lui aveva qualcosa che io non avrei mai sognato di avere, qualcuno che amasse, a cui aveva aperto il proprio cuore, rivelando i segreti più nascosti.
Provai una strana sensazione di bruciore in fondo alla gola quando formulai quel pensiero. Ero geloso ma non sapevo bene di cosa: perché aveva qualcuno con cui confidarsi o perché quel qualcuno non ero io? Parliamoci chiaro, io avevo aperto un po' del mio cuore al Louis rivelando i miei sentimenti per Zayn e i sensi di colpa verso Nick e avevamo smesso anche di darci contro da quel giorno e ci eravamo avvicinati molto, sembrava capirmi senza il bisogno di parlare, ma quell'odio,strano, sembrava non voler passare. Non saprei bene come spiegarlo, la sua capacità di capire quando mento o meno, il suo essere un ottimo osservatore, direi quasi un lettore di anime, il suo essere cosi cupo, misterioso, così simile a me,il suo sguardo luminoso, accesso, vivo ma al tempo stesso un oceano in tempesta, i suoi occhi.. Forse erano quelli che odiavo più di tutto, diversi dai miei per i colori ma specchi di una storia che sembrava essere la stessa. Cielo e terra, entrambi colpiti da una simile tempesta, forse era per questo che nonostante le mie richieste di restare solo,ogni tanto ci teneva a non rispettarle.Ero fermo ancora lì in bagno a pensare agli occhi di Louis e al perché non si rassegnasse ad abbandonarmi come avevano fatto tutti,che il campanello suonò risvegliandomi dai miei pensieri, scesi per aprire la porta e quando i miei occhi incontrarono quelli di Louis leggendo preoccupazione e paura capii.
L'odio che mi ostinavo a provare nei confronti di Louis era solo un modo per evitare che diventasse quello che era appena diventato. Il mio angelo.
"Riesco a vedere in quanti pezzi sei rotto anche da qui. Se non fosse che rovinerebbe la tua maschera da duro, ti abbraccerei." Non dissi niente e con un solo passo azzerai le distanze tra noi due, appoggiai la testa sulla sua spalla coperta solo da una magliettina a mezza manica grigia e lo strinsi per i fianchi stringendo tra le dita i lembi della sua maglietta, come a volermi aggrappare. Lui mi circondò le spalle e prese a coccolarmi come un bambino mentre io lentamente persi il controllo e iniziai a singhiozzare forte, senza vergogna e insieme a me crollarono anche le mie ginocchia. Eravamo entrambi a terra, io continuavo a piangere, lui a stringermi tra le sue braccia. Non mi ero mai sentito più nudo di così, più protetto, più vivo, piu a casa. Restammo abbracciati per quello che parve un tempo indefinito poi ci separammo e senza dire una parola mi prese la mano e mi trascinò in cucina.
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Hate that i Love you.(Larry Stylinson)
ФанфикDue occhi blu come il più bello dei cieli limpidi gli si incastrarono nei suoi, fu una frazione di secondo ma ai due sembrò un infinità, non si erano mai guardati negli occhi, Harry cercò di evitare di pensare alla fitta che aveva avuto allo stomaco...