10.

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Lydia, più volte, cercava di ricordare com'era ai tempi del liceo.

Ricordava bene di aver ignorato Stiles tante volte. Magari perché la sua presenza gli dava fastidio, o solo per il gusto di farlo.
Ricordava bene il bacio con Scott. Datogli solo per far ingelosire Allison e senza un briciolo di intelligenza per le conseguenze che avrebbe riportato.
Ricordava bene di amare Jackson. Anche quando la trattava male, dandogli la colpa dei suoi fallimenti. Però era stata così felice di aver ricevuto la chiave di casa del suo ragazzo, quando ancora lui provava qualcosa.
Ricordava di aver sofferto, di aver pianto e di essersi sentita fragile in molti, troppi momenti.

E lei odiava sentirsi così.

Ricordava bene di aver pensato di essere una pazza psicopatica, soprattutto agli occhi degli altri: dopo la fuga inaspettata dall'ospedale per poi ritrovarla nel bosco, nuda e traumatizzata, chiunque la osservava con sguardi diversi.
Ricordava, però, di essere stata una stronza totale, in certi momenti. Per non aggiungere menefreghista, insensibile e un'oca.
Ricordava bene di essere alla ricerca del puro divertimento sessuale. Senza impegno. Perché dopo Jackson non voleva fidanzati. Voleva una distrazione.
Ricordava tante altre cose: alcune belle, come il tempo trascorso con le persone che amava; altre brutte, come le urla, i pianti e le perdite di persone care.

Ma su una cosa era sicura: non avrebbe mai cambiato nulla di sé stessa.
Certo, non andava fiera di tutto ciò che aveva fatto. Però le volte che si guardava allo specchio non vedeva più la Lydia Martin presa dal trucco e dallo smalto per le unghie.
No, lei vedeva una donna.
Cresciuta per essere ciò che il destino aveva deciso e per essere fiera delle sue grandi capacità. Ma principalmente, per salvare i suoi amici.

Se mai un giorno le avessero detto che si sarebbe trovata su un letto di ospedale priva di vita, non ci avrebbe mai creduto (o per lo meno, avrebbe fatto qualcosa per impedirlo).

Invece eccola lì. Distesa sul letto d'ospedale. Priva di vita.

Gli occhi, quel bel verde brillante che riusciva a penetrare nella mente di chiunque con così poca semplicità, erano chiusi. Le labbra erano semi aperte, come per respirare. I capelli rossi impregnati del suo stesso sangue, le cadevano fino alle spalle, coprendole leggermente il volto. Stiles glieli spostò leggermente, per poter ammirare ancora una volta quel viso così innocente e lo stesso tempo forte. Con l'altra mano, invece, stringeva quella di Lydia. 

Intento a non lasciarla mai.

La sua pelle era calda, ma ancora per poco. Con il tempo e il freddo di quella stanza, la loro temperatura corporea sarebbe scesa subito. Soprattutto quella di Lydia.

Ad un certo punto, consapevole di ciò che stava accadendo, entrò uno Scott bagnato fradicio e con il fiatone.
Saputa la notizia di Lydia, il giovane lupo mannaro era corso dal bosco fino all'ospedale.
Saranno stati almeno una ventina di kilometri. Ma il motivo del suo allontanamento dalla città c'era, ed era più che plausibile: quella sera c'era la luna piena. Così Scott aveva deciso di starsene al confine di Beacon Hills.
Poi era entrato in ospedale e, incontrata sua madre con la faccia spenta e rassegnata, era corso fino a lì.
Ma il fiatone non era dovuto alla stanchezza, bensì all'ansia.
Aveva paura di come Stiles potesse reagire, magari facendo cose insensate e senza ragionare.
In qualsiasi caso Scott voleva essere lì. Voleva stare con il suo amico.

D'altronde, chi più di Scott poteva capirlo?

Scott era passato e ancora non l'aveva superata.

Stiles, intanto, prese in braccio Lydia e se la portò al grembo.

Quel gesto. Quel tocco. Quell'azione.

In un attimo al lupo mannaro riaffiorarono immensi ricordi.
La sua adorata Allison, in grembo a lui, in fin di vita.
Scott l'aveva presa dopo che un One l'aveva brutalmente ferita.

Una spada. Un secondo. Una perdita.

«Va tutto bene, Scott. Va tutto bene.» aveva risposto Allison, dopo che Scott cercava inutilmente di assorbire il suo dolore.

«E' tutto perfetto. Sono tra le braccia del mio primo vero amore, la prima persona che io abbia mai amato. La persona che io amerò sempre.
Io ti amo, Scott McCall.» disse, per spirare poco dopo.

Quella frase, quel gesto e quel sorriso, fecero cedere il grande Alpha quale era.
Si ritrovò a piangere sul suo corpo, mentre un urlo assordante partì da sottoterra fino ad arrivare ovunque.

Era Lydia.

Lei, come Scott, aveva sofferto moltissimo la morte della sua migliore amica.
Ed era anche per questo che il lupo e la banshee avevano legato ancora di più.

Scott tornò alla realtà. Tornò a quel momento dove il suo amico, il suo migliore amico, era preso a cullare il corpo di Lydia.
Lo poteva sentire piangere.
Sembrava quasi un sussurro, più che un pianto. Però lui era certo che stesse piangendo.

Cercò di ricordare, in momenti del genere, ciò che una persona può provare.
All'inizio c'è quella sensazione che sia tutto surreale e inverosimile. Poi c'è la totale negazione di cosa sia appena successo. A seguire la disperazione e la rassegnazione che, ciò che si ha perduto, non tornerà mai.

A Scott c'erano voluti mesi prima di dimenticarla.

Per fortuna che aveva conosciuto Kira: l'aveva aiutato molto, sebbene fosse straziante vedere un amico in quelle condizioni.

«Stiles.» aveva mormorato Scott, per poi avvicinarsi.

Il ragazzo, che era sdraiato a terra, ammirava ancora il viso della rossa biondo fragola.
Era contento che Scott fosse lì.
Un amico, in quel momento, era ciò di cui aveva bisogno. Ma non un amico qualunque. Lui aveva bisogno di Scott McCall.

Per Stiles, non serviva che Scott andasse avanti. Tra i due c'era un legame così forte che Stiles aveva già intuito.

Doveva reagire, doveva lottare.
Lydia avrebbe voluto così, e lui non poteva permettersi nient'altro.

Stava per abbandonare il corpo di sua moglie, quando ad un tratto, gli venne un idea.
Era stupida, azzardata e anche molto egoista da parte sua, ma era l'unica strada che riusciva a vedere.
Più che un idea, ammise a sé stesso, era una speranza, a cui cercava di rimanere aggrappato, fino alla fine.

«Stiles» 

Scott cercò di richiamare la sua attenzione, come per svegliarlo. L'amico, inoltre, gli appoggiò la sua mano calda sulla spalla. 

Ma Stiles alzò la testa, senza nemmeno degnare il lupo di uno sguardo.

«Il morso.»

Things left unsaid || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora