13.

1.2K 127 17
                                    

«Allison. Il mio nome è Allison.»

Lydia l'aveva squadrata dall'alto al basso.
Era molto alta magra, con i capelli lunghi e scuri. Sembrava simpatica, e più avanti si sarebbe rivelata pure gentile e altruista.

«Allora tu, sei la mia nuova migliore amica.» aveva annunciato Lydia, dopo aver sentito dire da Allison che sua madre aveva un negozio di abbigliamento.

Poi si era voltata verso il suo ragazzo, Jackson.
A quel tempo, lui era il ragazzo più popolare della scuola, nonché il miglior giocatore di Lacrosse.
Lydia lo amava da morire: con lui stava bene e si sentiva speciale in attimi in cui solo lei lo capiva.

Intanto, dall'altra parte del corridoio, Stiles e Scott squadravano il trio con curiosità.
All'epoca erano tutti ancora molto piccoli, ma Stiles era già preso da Lydia e Scott da Allison.

«Qualcuno sa dirmi come mai la nuova ragazza è qui soltanto da cinque minuti e ha già fatto amicizia con Lydia?» aveva detto una ragazza passata di lì, rivoltasi a Scott e Stiles.

«Perché è uno schianto.» aveva ribattuto Stiles, riferito a Lydia.
«Le persone belle si cercano.»

Poi si erano diretti tutti e cinque al campo, per vedere gli allenamenti di Lacrosse.
Fu proprio lì che Allison trovò un certo interesse per Scott e fu sempre lì che nacque un gruppo di amici più affiatati che mai.
All'inizio si odiavano a vicenda, poi, dopo aver affrontato pericoli e minacce per la loro città, erano finiti con affezionarsi l'uno dell'altro.

Per Scott, Allison era la ragazza che amò più della sua stessa vita.
Per Lydia, Allison era l'amica più cara che potesse aver mai avuto e che mai sarebbe riuscita a rimpiazzare.

Forse fu questo a far dire a Stiles quel nome, o forse fu la promessa fatta a sua moglie quel giorno che ora gli sembrava così lontano, dove tutto iniziò con una semplice domanda.

«Insomma. Come lo chiameremo?» domandò Stiles, intento ad aiutare Lydia a pulire i piatti.

La ragazza era all'ottavo mese. Da lì a qualche settimana sarebbe morta.

«Lo? Pensi già che sia un maschio?»

«Sinceramente, avere un piccolo Stiles che gira per casa non mi dispiace affatto.» disse, malizioso.

«Beh, io vorrei una piccola Lydia che gira per casa.»

«Rimane comunque il problema del nome.» disse Stiles, per poi immergersi nei suoi pensieri.

Non avrebbe mai immaginato di avere un figlio, quindi non si era mai posto il problema.

«Se è un maschio non saprei.» mormorò la rossa «Idee?»

«Derek.» disse Stiles, deciso.

Lydia si girò verso Stiles, velocemente.

Stiles non riusciva a capire se il suo sguardo fosse ironico o serio.

 «Che problema c'è?»

Lydia si girò di nuovo verso il lavandino, non dicendo nulla.

«Mi ha salvato la vita, più volte. E non solo a me, lo sai.» ribadì Stiles.

Sinceramente, Derek gli mancava. Sebbene si odiassero a morte, si era instaurata una forte amicizia tra di loro.

«Sai una cosa? Mi piace.
Quando verrà a trovarci, e se sarà un maschio, sarà il primo a saperlo.» disse Lydia, cercando di non far vedere a Stiles le lacrime che le rigavano il volto.

«Non sei...»

«No, davvero. Derek mi piace.» disse.

Stiles sorrise e la baciò.

«E se è una femmina?»

Ci furono attimi lunghi di silenzio.
Poi Stiles sentì Lydia trattenere il respiro, per poi vederla mordersi le labbra.

«Che succede?»

«Allison.» disse Lydia, quasi in un sussurro.

Stiles non rispose. Rimase muto, fissandosi le mani.

Si sentiva colpevole della morte dell'amica.

Lydia, intanto, sorrise. Ma non quel sorriso sincero, era uno di quei sorrisi che faceva quando non sapeva cosa dire. Era un sorriso falso, come per impedire di far vedere le proprie emozioni.

«Se è una femmina, la chiameremo Allison. Ti piace?» disse, per poi continuare a lavare i piatti.

«Io ho scelto il nome nel caso fosse maschio, quindi mi sembra corretto che tu scelga quello da femmina.
Allison mi piace. Magari erediterà il sangue da cacciatrice professionista.» Stiles sorrise, e sorrise anche Lydia.

«Allora me lo prometti?»

Stiles la guardò, confuso.

«Mi prometti che dirai Allison, quando ti chiederanno il nome della bambina?»

«Perché dovrei promettertelo? Saremo li entrambi.
E poi come fai ad essere sicura che sarà una bambina?»

«L'hai tenuta in pancia tu otto mesi o io?»

Lydia fece un sorriso beffardo. Sapeva che Stiles detestava quando Lydia aveva ragione.

«E poi io potrei essere addormentata o incosciente.
Quindi, se lo chiedono a te, dovrai dire quel nome.»

«Allora? Promesso?» aggiunse la banshee.

«Promesso.»

«Sarà stupendo in qualsiasi caso.» aggiunse Stiles, poco dopo.

«O stupenda.» disse Lydia, per poi girarsi verso suo marito, che nel frattempo si era messo dietro di lei e la stava abbracciando.

«O stupenda.» ripeté Stiles.

Lydia gli cinse le braccia attorno al collo, per poi baciarlo dolcemente. Poi, con le mani zuppe, iniziò a bagnare il moro.

In poco tempo, si misero a rincorrersi per casa urlando e ridendo.
Alla fine Stiles riuscì a prenderla, e la baciò ancora.

Ogni volta che le loro labbra si incontravano, Stiles perdeva la condizione del tempo.
Gli attimi sembravano sempre troppo corti.

Ne voleva sempre di più. Ne voleva per sempre.

Things left unsaid || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora