16.

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Malia arrestò il motore, e d'un tratto Stiles si rese conto di essere arrivato a destinazione.
Per tutto il viaggio non avevano aperto bocca, anzi, continuarono a lanciarsi sguardi come per sostenersi l'uno con l'altra.

Quando Malia scese dall'auto il moro si guardò in torno e notò di essere sulla sua adorata Jeep.

Malia come faceva ad avere le chiavi?
Era una domanda stupida a cui non voleva manco rispondere.

Ora c'era altro a cui pensare.

Stiles scese dalla sua Jeep, chiuse la portiera, prese la bambina e rimase immobile.
Non sentiva più le gambe. Gli veniva difficile qualsiasi passo, qualsiasi azione.

Ma Malia gli prese la mano e lo guardò. Al coyote brillavano gli occhi di un intenso azzurro.

Ora erano davanti ad un cancello. Ora lo stavano superando.
Ovunque Stiles si girasse vedeva solamente tombe e lapidi. E ciò non faceva altro che aumentare il suo desiderio di trovarsi lontano.

Più si avvicinavano alla piccola chiesa di fronte a loro, più la paura saliva.

«Io non ce la faccio.»

Il ragazzo aveva mollato la mano di Malia e cercava di cullare la bambina, che si stava agitando. Si era fermato poco prima di entrare in chiesa.

Malia lo osservò, indecisa su come poterlo aiutare.

«Ti fidi di me?»

Stiles aveva lo sguardo basso verso la piccola Allison: adesso, la bimba, gli sorrideva.

Quanto avrebbe voluto avere quell'età, ritornare ad essere così piccoli ed innocenti, senza capire ciò che ti succede attorno.

Annuì.

Insieme entrarono nell'edificio.
La chiesa era bianca e decorata con rose bianche, bellissime. A lato, ben visibile, c'era la foto di Lydia. L'aveva scelta la madre di Lydia, e a Stiles sembrò andare più che bene.
La foto era stata scattata da Stiles uno dei giorni in cui erano in viaggio di nozze a Los Angeles.
Lydia sorrideva.
La foto era venuta un po' sfocata perché stava camminando, mentre il ragazzo cercava di starle dietro.
Ricordava bene quel momento.

I due avevano deciso, dopo varie discussioni, di andare a Los Angeles perché in quel periodo era davvero spettacolare.
Quel giorno, che forse era il secondo o il terzo, avevano deciso di andare per le strade della città. Non volevano fare nulla di impegnativo, così rimasero ad ammirare la splendida città.
Inoltre - per il compleanno di Stiles che era appena passato - Lydia decise di regalargli una macchina fotografica. L'intento della banshee era quello di fare un album dei ricordi.
Amava questo genere di cose.
Così Stiles si era cimentato nella fotografia e alla fine gli fece un paio di foto, che si erano poi rivelate foto stupende.

Il ragazzo fu risvegliato da quel bellissimo ricordo quando vide la bara, posta al centro della chiesa, aperta.
La maggior parte degli invitati non erano ancora arrivati, così si fece coraggio e decise di andare a darle un ultimo saluto.
Preferiva farlo ora piuttosto che dopo, quando tutti avrebbero visto la sua fragilità. E lui non voleva questo.

Decise di lasciare la mano di Malia, che gli stava dando sicurezza.

La ragazza lo guardò, per poi capire le sue intenzioni.

«Vado a sedermi.» disse la donna.
Poi sfilò dalle braccia di Stiles la bambina, che rimase in silenzio.

Neanche Stiles si oppose, per poi annuire velocemente. 

Si avvicinò alla bara, lentamente. E alla fine la vide.

Sembrava dormisse.
Gli occhi chiusi, le labbra rilassate, i capelli, perfettamente pettinati, le cadevano sulle spalle, rendendola davvero stupenda. La pelle era ancora rosea e candida e le mani erano incrociate in modo da riuscire a tenere in mano il mazzo di rose. Il vestito era completamente bianco.
Non sembrava per niente morta.

Il ragazzo prese la mano di Lydia.
Era fredda, ma Stiles riusciva comunque a sentire il calore umano entrare dentro di lui.

Con Lydia vicino si sentiva a casa. Ma ora che non c'era più, quale sarebbe stata casa sua?

Fece scorrere la mano, per avere una presa migliore. Poi, con il pollice, fece dei piccoli cerchi sulla mano di Lydia.
Avrebbe voluto dirgli così tante cose. Di come Allison si svegliava ogni notte, piangendo. Di come non aveva ancora trovato il modo di calmarla, mentre era sicuro che se ci fosse stata lei avrebbe sicuramente trovato un modo. Di come lui stesse affrontando tutto ciò senza di lei. Di quanto gli mancava e quanto mancava a sua figlia, che sarebbe cresciuta senza una madre.

Lei sembrava ascoltare ogni suo pensiero, come se fosse ancora lì con lui.

Ma il tempo scorreva, così Stiles si avvicinò alle labbra della banshee e la baciò.
Fun bacio tenero, sfuggente.

Non fece nemmeno caso alle persone che ora stavano entrando nella chiesa e che lo osservavano, come non fece caso al fatto che stava baciando un cadavere.

In quel momento, Stiles si sentì vicino a Lydia abbastanza da mormorarle che l'amava.

«Vorrei tanto che fosse come nelle favole.
Magari bastasse il bacio del vero amore per riportarti qua da me.»

Le parole uscirono dalla bocca di Stiles senza che lui potesse fermarle.
Poi si alzò, cercò di asciugarsi velocemente le lacrime e, mollando a fatica la mano della rossa, mormorò una semplice parola.

«Addio.»    

Sedendosi, notò di essere vicino a Scott. E non solo: Malia, Kira, Parrish e molti altri.
Erano venuti tutti. Erano tutti lì per sostenerlo e per impedirgli di sentirsi solo e abbandonato.

Allora perché continuava a sentirsi estremamente solo?

Things left unsaid || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora