Un sorriso contiene centinaia di significati ed è uno dei regali più belli che l'uomo possa fare.
Chi sorride sa cogliere da un piccolo sguardo, la necessità del sorriso stesso.
Esistono diversi sorrisi ed ognuno di noi, ne ha in tutto sette: sorriso di cortesia, sorriso di malinconia, sorriso del nervoso, sorriso d'imbarazzo, sorriso di cuore, sorriso di noia e sorriso semplice.
Ogni sorriso ha la sua importanza e per Luce il sorriso di Antony fu un inizio.
Per Sbembo, era difficile sorridere a qualcuno con tanta facilità.Finito il giro, di tutti i componenti della classe, il preside annuncio la pausa.
Luce e Sbembo ricevettero molti complimenti.
"Devo dire che quel ragazzo dal cognome strano là, come si chiama?
Ah, ecco Sbembo! È davvero impressionante!" Disse Nora rivolgendosi a Luce.
"Già è pazzesco. Ha una voce fantastica.
Mi piace molto, perchè con autenticità, riesce ad arrivare al cuore delle persone." Le rispose Luce.
Sbembo era circondato da molte persone .
Tutti erano rimasti colpiti dalla sua vena artistica."Oh, Fratè complimenti.
Sei mostruoso. Non avevo mai sentito un ragazzo cantare in questo modo." disse Sergio dando a Sbembo una pacca sulla spalla.
"Porca puttana, se non è bravo!
Lui mi è quello che mi ha colpito di più insieme a Luce." aggiunse Conte.
"Hai ragione. Anche Luce ha cantanto divinamente. Si è lasciata andare completamente ed è riuscita a trascinarci nel suo mondo con il suo pezzo." Continuo così una delle Gemelline Santori.
"Ma ragazzi, vi rendete conto che non è facile trovare una ragazza di soli 17 anni che scrive e canta in maniera così matura." concluse Nora.Fu quello un modo per spingere nuovamente Luce a mostrarsi.
Lei era al centro dell'attenzione e stavolta, con una celebre canzone gospel, creò il delirio.
C'era, chi suonava il pianoforte a quattro mani: uno suonava a destra e l'altro a sinistra, chi la chitarra a testa in giù, chi il bongo.
Si era composto anche, un coro di risposta alla voce di Luce
Tutti facevano da tappeto armonico allo stile black della loro amica.
C'era persino chi faceva le acrobazie.
Era diventato un momento per fare grandi follie.
Follie che non fecero tutti.
Come al solito il nostro Antony Sbembo, si distinse anche in questo.
Con un semplice "batti-mani"finale, uscì dall'aula.Perchè si domandava Luce?Perchè anche lui non aveva contribuito a quel momento di artisticità?
Si sentiva forse inadeguato?
Eppure lui era il più bravo tra tutti quei soggetti.
Ne era forse troppo consapevole?Assolutamente no.
Se fosse così, avrebbe mostrato continuamente la sua bravura.
Così anche lei uscì dalla sala per andarlo a cercare.Era fuori, completamente solo.
Era seduto sulla panchina di fronte l'Accademia, con una sigaretta accesa alla mano e con l'altra pronta a sistemarsi la camicia.
Luce fissa davanti a lui.
Lo osservava attentamente,finchè non decise di parlare.
"Che ci fai lì?
Perché non sei dentro con gli altri a cantare? Ti è passata la voglia? Eppure non dovresti fartela passare, perché sei veramente bravo."
"Non sono il tipo che si mette così rapidamente in mostra. Io canto, quando c'è da cantare.
Tu invece non ti fai problemi con o senza di loro." le rispose.
"Be, la musica è condivisione.
Non credo esistano momenti dove si può o non si può cantare.
Se una persona se la sente, deve cantare e basta." Affermò Luce.
"Ognuno, è libero di esprimersi nel modo e nella maniera in cui meglio crede. Non tutti amano darsi al centro per cento, così immediatamente come fai tu. Ogni cosa ha il suo tempo. Comunque ti ringrazio per il complimento. Fa piacere sentirselo dire da te." disse Sbembo sorridendo.
"Di nulla è la verità. Sappi però che non volevo criticarti. Molto spesso non riesco a tenermi dentro i pensieri. Purtroppo è un difetto.
Li esterno troppo e a volte rischio di sembrare esagerata. Non lo faccio con cattiveria. Mi lascio prendere dalla curiosità." Aggiunse così Luce.
"Nessuno ha messo in dubbio la tua buona fede. La curiosità fa parte dell'essere artista. Quando l artista smette di essere curioso, muore completamente. Abbiamo un forte punto in comune. Sono estremamente curioso, anche se non si direbbe." Continuò Sbembo.
"Lo avevo capito invece. I tuoi occhi sono una continua ricerca. Sei una persona che osserva molto,ma riesci a nasconderlo molto bene." Concluse Luce.Chissà se Luce aveva ragione?
Così, per la prima volta, si parlarono, sembravano conoscersi da una vita.
Per Luce sembrava così facile dialogare con lui, anche se all'inizio le era apparso introverso.
L'introverso, è colui che dentro, conosce meglio di chiunque altro, l'estroversione.
Il modo di pensare di lui, è così estroverso, così complesso che preferisce viverlo con sè stesso.
Mentre "colei che di tutto parla e che con la sua verve scompiglia", dentro di sè ha tanti piccoli segreti a galla, come delle bollicine d'acqua di una bottiglia.Dietro ad ogni reazione, c'è sempre una data emozione.
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PROLOGO
RomansaAvere 17 anni, essere di Ostia, la parte balneare della Roma Antica, combattere per ottenere i propri sogni, provare l'emozione di un primo batticuore, conoscere nuove amicizie, trascurarne delle vecchie, è quello che succede di solito. Questa stori...