7. CONFUSED

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Luce era confusa.
Gli occhi di lui, erano cambiati improvvisamente.
Avrebbe mai potuto competere con lei, lei così maledettamente perfetta? Valeva la pena, cominciare a sorridere a Sbembo, come fosse la sua ragazza?Valeva la pena guardarlo così intensamente, parlargli in quella manierà curiosa, come due soli maliziosamente amici, possono fare?Giocare a fingere, all'inizio diverte, ma poi fa male.
Finisce sempre che, uno dei due si affeziona all'altro.
Ci si può voler bene, ma l'amore è un altra cosa.
Chi ti ama, si comporta diversamente.
Forse era troppo presto per parlare d'amore, ma dopo tutte le riviste lette, sulla complessità dell'amore, Luce
aveva bisogno di fare pratica.
Forse era arrivato il momento.

" Volevo ringraziarti per aver finto di essere la mia ragazza.
Non sai, quanto lei mi abbia distrutto psicologicamente.
Ha sempre sostenuto che un tipo come me, non ne avrebbe mai trovato una ragazza e adesso, grazie a te si starà mordendo i gomiti". Disse Sbembo con entusiasmo.
"Non devi ringraziarmi. Mi è venuto spontaneo.
Luce lo aveva detto. In che guaio si era messa? Si stava dichiarando? Così, su due piedi, senza essersi preparata nessun discorso?

"Tutto questo è strano però.
Non capisco perchè, ma stando con te, riesco ad essere me stesso.
Per la prima volta, non mi sento giudicato. Sembra come se tra noi ci fosse un filo!".

Il filo? Impossibile. Non stava parlando di quel filo per cui Luce aveva segnato tutta la sua vita?!
"Di che filo parli?" Luce era allibita.
"Ma niente è solo una leggenda".Le rispose Sbembo.
"Dimmi. Voglio sapere!" Continuò Luce."
" Il filo sottile che tiene insieme due persone, che le tiene collegate anche quando sono lontane, anche quando non si vedono e non si parlano."
" Perchè dici il filo?" Domandò lei nuovamente.
"Perchè si tratta di un qualcosa di molto sottile, ma resistente.
Puoi anche non vederlo ed è estensibile, quasi senza limiti, attraverso la distanza, il tempo e l'affolamento delle altre persone che occupano lo spazio, attraversandolo in ogni direzione."
"Però non è affatto scontato che ci sia?"
La curiosità di Luce era spaventosa.
"Assolutamente no. Magari, due persone, pensano di essere molto legate, poi appena provano ad allontanarsi, scoprono che in realtà stanno benissimo così."
"E allora perché pensavano di essere legati?"
"Perché erano tenuti insieme, da una colla di piena abitudine ,di oggetti e luoghi condivisi, di gesti stratificati.
E' una colla così forte da sembrare una saldatura permanente, ma appena uno dei due prova a staccarsi, non c'è nessun filo che li lega."
"È triste questa cosa".
"Sì, credo che la maggior parte dei legami, siano di questo genere.
"Come fai a sapere che invece il filo c'è?"
"Quando provi a romperlo e ti trovi in caduta libera attraverso il senso delle cose".
"E di cos'è fatto,questo filo?"
"Di uno scambio continuo di domande e risposte, di sguardi solo immaginati, di assonanze, intuizioni, sorprese, coincidenze.
La curiosità verso l'altro aumenta sempre di più, nonostante le similitudini e le differenze.
"E tu pensi esista questo filo tra noi?". Continuò Luce.
"Sarà il tempo a stabilirlo. La vita è imprevedibile. Concluse Sbembo.
"Anche io voglio essere imprevedibile , vieni con me!"

Dove lo stava portando Luce? Rovistava dappertutto. Cosa stava cercando? Faceva su è giù negli ascensori, delle volte anche bloccandoli, per la troppa fretta, non certo per sedurlo.
Improvvisamente fu ispirata, da un coro di voci bianche che intonavano dei canti gregoriani.
Le voci provenivano da una grande porta. Luce e Sbembo entrarono.
Finalmente, aveva trovato il suo posto, il posto che tanto cercava.
Si trovarono per caso in una Chiesa, vicino al Pantheon.
"Ti sembra un posto abbastanza imprevedibile". Chiese a Sbembo.
"Imprevedibile per cosa?"Replico il ragazzo.
"Seguimi!" Gli ordinò.

Entrarono dentro il confessionale , lei lo guardò con occhi inediti e disse:
"Voglio capire se tra noi esiste questo filo oppure no? L'unico modo per scoprirlo è...". Si avvicinò alla bocca di lui.
Spettacolo o fiasco? I due così, si baciarono per la prima volta.

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