Hot Neighbor

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"Smoking is indispensable if 
one has nothing to kiss" 
(Sigmund Freud)


Alec aveva rivisto il suo vicino due settimane dopo il trasloco. Lo aveva sentito rientrare a casa un paio di volte, solitamente a tarda notte, quando non riusciva ad addormentarsi. Era molto silenzioso, per cui lo sentiva solamente grazie al suono della chiavi che giravano nella serratura.

Era appena tornato a casa dal lavoro, aveva lasciato la sua borsa a tracolla sul pavimento e si era subito lavato le mani. La metro era piena e Alec si era ritrovato vicino ad una signora anziana, che lo aveva guardato per tutto il tempo con sguardo seducente. Gli aveva persino fatto l'occhiolino e i brividi gli avevano attraversato la colonna vertebrale, inorridito.

Era ottobre inoltrato, ma non faceva ancora poi così tanto freddo, per cui ne aveva approfittato per aprire una porta finestra e uscire sul balcone ad ammirare la vista. Il sole stava lentamente tramontando, inondando la città di rosa e arancio e la vista era mozzafiato.

Si era appena appoggiato alla ringhiera con i gomiti, quando una voce era risuonata alle sue spalle.

"Hei vicino! Alec, giusto?"

Aveva fatto un salto, per poi voltarsi verso sinistra e vedere Magnus sdraiato su una chaise longue di velluto, un cocktail in una mano e una sigaretta accesa nell'altra, un libro aperto appoggiato in grembo. Solamente un muretto, che Alec avrebbe potuto nascondere con le sue stesse mani per quanto piccolo fosse, separava i loro balconi.

Era rimasto senza fiato, vedendo quell'uomo, già al loro primo incontro e, poiché non si aspettava di rivederlo tanto presto, si era ritrovato senza parole. Magnus era troppo alto per quella sedia e sarebbe quindi dovuto sembrare impacciato, invece continuava a mostrare grazia ed eleganza, il che non aveva alcun senso. La sua pelle scura sembrava brillare sotto le luci del tramonto, ma forse era dovuto ai glitter che aveva tra i capelli neri e sulle palpebre, che coprivano gli occhi giallo verdognoli. Indossava una camicia nera di seta a malapena abbottonata, che lasciava scoperto il petto abbronzato e Alec si era obbligato a non fissarlo. Lo riteneva tanto mozzafiato quanto la vista che aveva di fronte a sé.

"Uhm, c-ciao" aveva balbettato, alla fine. "Sì, è giusto, Magnus" aveva aggiunto in un sussurro, solo per dimostrargli che si ricordava il suo nome.

Magnus gli aveva sorriso, gli occhi scintillanti per il divertimento.

"Ne vuoi una?" gli aveva chiesto, tirando fuori un pacchetto di sigarette.

Alec non fumava. Odiava l'odore e, in generale, la sensazione. Aveva provato, prima, soprattutto durante le feste al college e aveva persino mischiato con dell'erba, per cui probabilmente gli era anche piaciuto di più, ma non lo avrebbe mai ammesso, per non rovinare la sua reputazione di persona austera. In ogni caso, non fumava. Non lo aveva mai fatto e non aveva mai pensato di cominciare, perciò le parole che avevano poi lasciato le sue labbra erano un mistero anche per lui.

"Sì, c-certo" aveva balbettato.

Si era maledetto, internamente, facendo di tutto per sembrare tranquillo. Era diventato più difficile farlo, quando Magnus si era alzato dalla chaise longue con un movimento leggiadro, che sarebbe dovuto essere impossibile per una persona così alta. Aveva ricoperto la distanza che lo separava da Alec con pochi passi e gli aveva passato il pacchetto di sigarette. Alec ne aveva presa una, con più nonchalance possibile. Magnus aveva sorriso e aveva preso un accendino Zippo dalla tasca, aprendolo tra di loro e Alec si era avvicinato per accendere la sigaretta, aspirando profondamente prima di rilasciare il fumo e ringraziare Dio di non aver cominciato a tossire come la prima volta che aveva provato.

Step Onto My Balcony || Malec [Traduzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora