Capitolo 1

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(Ragazzi questo è il Link del Trailer della storia:https://www.youtube.com/channel/UC7-4wLTIpUiYsKjb8iXmSkg  appena ci cliccate premete su "Don't Let Me Go - Bucky Barnes.)


#ANNI40

Potevo sentire il delicato tocco del vento sulla mia pelle, diventata ormai gelida per via del freddo inverno Americano.

Il vento soffiava forte, faceva spostare i miei capelli indietro.

Tenevo stretta tra le mani una lettera, ma non la osservavo. Farlo mi avrebbe fatto male, troppo male. Restai li, sulla panchina di quell'enorme parco, ormai quasi deserto per via del freddo, ad osservare il vuoto.

Era come se mi avessero tolto ogni ragione per vivere, ogni ricordo, ogni cosa bella.

La lettera era composta da poche righe, circa dieci non di più. In queste, la descrizione della morte di James Barnes, in missione.

Io e Bucky stavamo assieme da tanto, ci siamo messi assieme quando io avevo 15 anni e lui 19, adesso io ne ho 19, e lui ne aveva 23...

Stavamo assieme da ormai quattro anni, quattro anni in cui ho imparato cosa sia il vero amore, il sacrificarsi per un'altra persona, esserci, per un'altra persona.

Aver ricevuto quella lettera è stato un colpo al cuore, un durissimo colpo. Dover affrontare un funerale con una bara vuota, poichè il suo corpo fu andato disperso in missione.. dover continuare a vivere ogni giorno, senza quella fondamentale metà che faceva parte della mia vita, era difficile.

L'unica cosa che mi restò di bucky, fu quella lettera.. quella lettera che ogni giorno mi ricordava quanto fosse dura andare avanti.

A breve dall'arrivo di quest'ultima, iniziai a scrivere a Bucky, nonostante sapessi che non avrei mai ricevuto risposta. Era come uno sfogo personale, era un modo per non trattenere tutto dentro.

"Pensavo a tutte le certezze che col tempo avevo saldato, poi sono andate perse. Quella lettera arrivata a casa mia, quella indimenticabile lettera che arrivò a casa mia credo che fu quella, a portarmi sulla scrittura.

Sono passate esattamente tre settimane da quando è arrivata quella lettera Bucky, e io non ho fatto altro che rileggerla tante volte. In un primo momento ho pensato "Finalmente James mi ha scritta", ma non fu così. Sulla lettera c'era il tuo nome, ma la firma non era tua. Parlava chiaramente di te, ma non eri tu a scriverla.

Eri presente in quella lettera, ma non lo eri più nella mia vita. Forse l'unica cosa che ti ha fatto restare vivo nei miei ricordi, e quell'orribile pezzo di carta, arrivato forse troppo tardi. Avrei preferito che mi dicessero tutto di persona, sarei crollata, ma almeno avremmo fatto anche questo assieme.. Così mi hanno solo condannata a vivere in questo inferno, che senza di te brucia parecchio velocemente.

Io lo sento il vuoto, sento la mancanza della tua presenza in giro per casa, sento tutto, sto vivendo a pieno questo lutto, e ci sto male. Ma ti giuro su quella metà della mia anima ancora in vita, visto che l'altra metà è con te, che farò di tutto, per non dimenticarti, che resterai polvere vagante nei miei ricordi, e fin che io avrò respiro, non potrai mai dissolverti del tutto, perchè la mia memoria ti terrà in vita, a costo di non avere più ricordi se non quello della tua morte.

se c'è una promessa che ci siamo fatti, è quella di restare assieme fino alla fine, e così sarà.

Ti amo tanto amore mio, Tua Connie."

Fu la prima, di una lunga serie.

Ne scrissi così tante che poi ne persi in conto, ma continuai.

Era come calpestare la cenere appena spenta di un precedente e ardente fuoco, faceva male, ti bruciava anche lo ossa, ma faceva così male solo perchè prima la fiamma era viva, divampante, e molto molto grande.

Neanche di Steve ci fu più traccia, il combattimento contro il Temuto Teschio Rosso, a capo della scientifica dell'Hydra, lo fece schiantare nei ghiacciai sommersi nell'oceano, portandolo così alla morte.

Howard Stark, noto scienziato dei nostri tempi impiegò diversi anni della sua vita alla ricerca di Steve, era come un fratello per lui ma il tutto fu invano.

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#3AnniDopo

Indossavo il mio vestitino da infermiera, diretta a lavoro nella base militare del West Point, NY.

Portavo con me un mazzo di fiori, che come sempre depositavo sulla tomba di Bucky. Quest'ultima si trovava nell'attuale campo di addestramento speciale dello S.H.I.E.L.D, una compagnia segreta di cui non mi hanno mai rivelato tutto.

Mentre portavo i fiori sulla bara, sentì uno dei medici sul posto nominare la parola "Barnes", e quella richiamò parecchio la mia attenzione.

Faceva strani discorsi su braccia meccaniche e congelamento, non avevo idea di cosa stesse parlando ma la faccenda mi puzzava.

Iniziai a seguirlo di nascosto, e quando lui entrò in una delle stanze del corridoio C al quinto Piano ASPS (Area Specializzazione Potenziati S.H.I.E.L.D), mi bloccai.

A me non era concesso di salire al quinto piano, già il solo fatto che mi trovassi li, era trasgredire le leggi.

"James, calmati! Farà male solo un pochino!"

Scattai. James? Quale James? e pechè poco fa venne nominato il nome Barnes? Troppe domande e troppe poche rispose.

Mi fiondai dentro la stanza e lo vidi.

Rimasi paralizzata, quasi senza fiato. I fiori che avevo ancora tra le mani toccarono facilmente il suolo, scivolando da esse.

Bucky era vivo, ed era davanti i miei occhi.

Il suo braccio Sinistro non c'era più.. era stato sostituito con un braccio metallico, tutto argentato con sopra disegnata una stella rossa.

I suoi occhi, pieni di dolore.. i suoi capelli trasandati esattamente come la sua anima.

-Bucky!!- urlai io mentre un'agente mi teneva dalle braccia per impedirmi di raggiungerlo

-Connie?- domandò lui piano, voltandosi verso di me

Mi aveva riconosciuta, era ancora il mio Bucky.

-Bucky!! Ti prego non farlo! Possiamo ancora stare assieme, possiamo ancora essere felici!- Urlai io in preda al panico

Era entrato dentro una teca metallica, che lo avrebbe congelato per chissà quanti anni. Avevo ascoltato bene le parole di quel dottore, e parlava proprio di questo progetto.

Lo chiamavano Progetto WS (Winter Soldier). Consisteva nel congelare Bucky e scongelarlo solo quando dovevano portare a termine delle missioni particolari, cancellandogli poi la memoria in modo che avesse sempre svolto il suo lavoro alla perfezione.

Lui non ebbe neanche il tempo di ripronunciare il mio nome, che lo sigillarono li dentro, congelando ogni parte del suo corpo.

Li sentii come un'enorme fitta in tutto il corpo, urlai come non avevo mai urlato, e corsi via.

La prima cosa che feci fu contattare Peggy Carter, che a breve mi avrebbe messa in contatto col Signor Howard Stark, era la mia unica speranza.. l'unica persona che avrebbe potuto fare in modo che io e Bucky potessimo ancora stare assieme.

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