Mentre stavamo li a goderci il panorama il Ricaptatore di Steve suonò, poggiò una mano sull'orecchio dove era poggiato l'apparecchio è rispose
-Si?...va bene.- rispose cambiando leggermente il tono di voce
-Il dovere chiama, scontri in città verso il centro.. riesci a scendere da qui da sola?-
-Ma certo.-
-Allora ci vediamo stasera- disse dandomi un bacio in testa scendendo con un salto, come se fossero solo due metri
-A stasera- risposi mentre scendeva.
Restai qualche altro secondo ad osservare il panorama, era così bello vedere le luci della città cambiare, le macchine sfrecciare in lontananza, che sembravano minuscoli puntini colorati.. il tutto mi rilassava molto, mi faceva tornare con la mente a quando ero bambina
Niente era come negli anni 20-40 ma tutto richiamava quel periodo
-Signorina mi dispiace disturbarla ma non essendoci il Capitano Rogers non posso farla restare qui su- disse una guardia qualche metro più sotto di me
-Ma certo non si preoccupi, scendo subito-
-La ringrazio-
Spostò la sua testa verso dentro rientrando all'interno della struttura, in quell'attimo mi girai per guardare per l'ultima volta l'orizzonte, poi tornai di sotto.
La maggior parte del turisti non riuscivano a salire tutti i piani della Statua della Libertà, alcuni per paura altri per stanchezza, infatti gli ultimi piani a cui era consentito l'accesso erano poco popolati.
Scesi non so più neanche io quanti scalini, mi ero ripromessa di contarli tutti ma ai 414 mi bloccai perdendo il conto.
Presi nuovamente la navetta che mi riportò a New York City, la statua si trovava su un isolotto non distante dalle spiagge della città, e bisognava fare una breve traversata per arrivarci.
Steve mi chiamò avvisandomi che quella sera ci sarebbe stata una festa, una festa molto nota con gente importante che ovviamente io non conoscevo..
Tornai subito alla base per cambiarmi
Per fortuna li le spie hanno meravigliosi vestiti eleganti, anti proiettili! Quest'epoca iniziava a piacermi davvero tanto.
Indossai un vestito aderente rosso, arrivava poco sopra il ginocchio, Era un vestito semplicissimo, ma a mio parere le cose semplici sono sempre le migliori.
Indossai anche un paio di tacchi bianchi. Dio non ne indossavo da 75 anni, letteralmente! L'ultima volta fu ad una cena di gala coi ministri dell'esercito americano durante la fine della seconda guerra mondiale.
Scesi di sotto tenendomi sul passamano attaccato alle scale.
Notai subito lo sguardo di Steve modificarsi, come quello di Tony.
-Sei bellissima.- rispose lui a voce bassa
-Grazie- risposi arrossando appena
Arrivammo al locale, un locale davvero molto lussuoso.
Tutti gli invitati conoscevano Steve, come anche gli altri della squadra, non c'era persona che non li avesse salutati, erano davvero ben voluti li dentro.
Notai Steve guardarsi attorno, come se stesse cercando qualcuno di importante che non vedeva o meglio, che non trovava.
-Va tutto bene?- domandai
-Come? Sisi tutto bene Connie.. continuò guardandosi attorno di continuo.-
-Stai cercando qualcuno di importante?-
-Direi di si.-
-Posso sapere chi è?- domandai curiosa
Ero sicura che stesse aspettando una donna, lui era già abituato a questo mondo, si era sicuramente rifatto una vita
-Non mi crederesti se te lo dicessi- continuò guardandosi continuamente attorno
Feci per rispondere alla sua affermazione ma la mia attenzione si fermò da un'altra parte.
Scarpe molto eleganti, ben allacciate e di una marca decisamente costosa, pantaloni di un nero abbastanza lucido, con un leggerissimo strato rivestito all'interno, questo mi fece pensare subito ad un rivestimento anti proiettili, giacca nera lucida, una camicia bianca e cravatta.. ma non erano i dettagli migliori.
Gli angoli del viso leggermente spigolosi, labbra carnose o almeno in parte, occhi di un azzurro inimitabile, nessuno li aveva così azzurri.
Notai la sua mano sinistra, non era come tutte le altre, era metallica. Guardai nuovamente i suoi capelli lunghi e poi lo guardai bene in viso.
Avevo un bicchiere di champagne nella mano destra, ma cadde.
Il rumore emesso dalla caduta del bicchiere che, non appena si scontrò con suolo si ruppe, fece concentrare gli sguardi sulla mia figura.
Tutti guardarono prima il bicchiere e poi me, ma io mio sguardo era sempre rivolto verso la persona che stavo osservando poco prima.
In quel momento lui era girato di spalle, sembrava essere leggermente irritato da qualcosa che stava discutendo con Thor, uno degli Avengers.
Si girò lentamente, sembrava essere uscito da uno scontro a fuoco.
Il viso stanco e irritato, che però a differenza degli altri guardò prima me, ma non si spostò mai sulla bevanda versata ai miei piedi.
Schiuse le labbra e rimase fermo, esattamente come me.
Mi sbloccai per un secondo smuovendo di poco la testa e finalmente riuscì a parlare
-Bucky?!-
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Don't Let Me Go ||Bucky Barnes||
Fanfiction"-Ho paura. Paura che mi mancherà per sempre, che ci sarà sempre, dietro ad ogni viso, dietro ad ogni bacio, come una vecchia presenza.- Rispose lei. In quel sorriso c'era il senso di tutto quello che stavo cercando.. Trovarsi è una fortuna, non per...