Capitolo 16

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L'idea mi continuava a frullare in testa mentre gli altri chiacchieravano.

Bucky era il mio punto debole, verissimo, e meglio di lui per farmi soffrire non c'è nessuno.

La riunione continua ma i miei pensieri si spostano lentamente su una possibile soluzione all'imminente minaccia. E' una cosa che mi è sempre successa, da quando mi sono risvegliata..

Sento tutto del mio corpo, la frequenza del battito cardiaco, la velocità con cui il sangue scorre nelle mie vene, i capelli quando si spostano sembrano vento, il mio respiro. E' come se i miei sensi fossero ultra sviluppati, di sicuro una conseguenza degli esperimenti fatti su di me dallo s.h.i.e.l.d.

La riunione finisce ed io salgo su in terrazza a continuare, la discussione con me stessa.

Quale soluzione trovare? Come evitare una catastrofe?

Essere un supereroe o almeno essere la ragazza di un supereroe ha i suoi pro ma anche i suoi contro. Continuavo a pensare a cosa fosse successo a Bucky, in caso di imminente Ritirata o fallimento, le conseguenze quali sarebbero state?

Tutto quel pensare, tutte quelle idee e voci nella mia testa vengono bloccate da una mano calda che da dietro, avvolge la mia vita.

Sobbalzo un po' per lo spavento, ero troppo concentrata per l'accorgermi che qualcuno era salito, come me, in terrazza.

-Buck.. che ci fai qui?-

-Potrei farti la stessa domanda non credi?- ribatté lui col suo sorriso dolce

-Pensavo.  A come trovare una soluzione a tutto questo, ad evitare il peggio..- risposi

-Non devi fartene un problema unicamente tuo, dal momento che anche gli altri hanno deciso di collaborare è un problema di tutti, e il peso non può ricardere solo su di te.-

-Già, ma sono io ad essere collegata allo s.h.i.e.l.d, e sono sempre io che ho fatto si che il principale bersaglio fossi tu, gira tutto attorno a me.- risposi rivolgendo il mio sguardo al pavimento ancora un po' umido per la leggera piovuta di prima.

Qui il tempo era così, cambiava continuamente, come il mio stato d'animo.

-Non importa Connie, ci siamo dentro tutti adesso, non preoccuparti.- disse stringendomi a se e dandomi un bacio sulla fronte.

Era proprio li, in quel preciso momento, che mi sentii bene.

In un posto sicuro, e caldo. Tra le braccia della persona che amavo.

Non c'era cosa migliore di James quando stavo così, era sempre li nel momento giusto, e onestamente anche se era il momento sbagliato se era lui andava sempre bene.

Non potevo trovare di meglio davvero, delle braccia rassicuranti che nonostante la distanza riescono a stringerti lo stesso, il paradiso.

Tornammo assieme in camera e andammo a dormire, si era ormai fatto abbastanza tardi ed era anche giusto riposare un po.

Jarvis si era già occupato la sera prima di scollegare tutte le telecamere, cimici e microfoni all'interno dell'edificio in modo da evitare allo s.h.i.e.l.d di ascoltare ogni nostra parola o piano.

Inoltre Stark ha ingegnato un sistema di sicurezza fatto in rame, che non permette a nessun radar, segnalatore o GPS di trovare o vedere cosa si trova all'interno dell'edificio, il che è un vantaggio così sia le armature, le attrezzature che noi siamo messi al sicuro.

Adoravo questo tipo di squadra, nonostante i continui battibecchi tra loro di proteggevano come fossero una grande famiglia, di cui stavo lentamente iniziando a fare parte

L'idea non mi dispiaceva, anzi mi faceva sentire più sicura in tutti i sensi, e in casi stressanti e problematici come questi... non c'è niente di meglio.


Don't Let Me Go ||Bucky Barnes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora