Capitolo 8

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Oggi è venerdì, e sto facendo salti di gioia perché è l'ultimo giorno scolastico della settimana, e le ultime lezioni con i vampiri. Dovrò rifarle tra 3 settimane. Mi sarebbero piaciute molto, se non fosse stato per quel sangue che ci danno ogni mattina come se fosse niente. Magari per loro.
Sono passati due giorni dall'appuntamento di Matthew e Britney, ma la mia amica ancora non riesce a realizzare di essere uscita con il ragazzo che le piace, e si comporta come se quell'uscita non fosse stata importante. Di Benjamin ancora nessuna minima traccia, nessun messaggio né niente.
La prima campanella suona e sono costretta ad entrare in classe.
Come sempre, mi metto più o meno davanti a Martina.
La professoressa che entra oggi in classe non l'ho mai vista, infatti oggi si fa storia, che si tiene soltanto una volta alla settimana -il venerdì.
È un'anziana signora, sarà stata morsa più tardi del normale.
È paffutella e carina, i capelli ricci sul biondo sporco, gli occhi neri come la pece, e il suo sguardo ti conforta, ma allo stesso tempo riesce a intimorirti. «Conoscete Dracula?» chiede la professoressa. Nessuno risponde, il silenzio. Io mi limito ad annuire. «Benissimo. Tutti pensano che sia una finzione, un personaggio letterario. Ma... È reale. Tutta la sua storia è reale. Pensate sia morto come c'è scritto nel romanzo? Beh, lo è! Lo è stato. È risorto dalle sue ceneri. Più cattivo e agguerrito che mai. Formerà un esercito pur di... Di...» fa una pausa, perchè si è accorta che sta alzando la voce più del dovuto, e si sta per trasformare. «Potete andare» ci dice calma con un sorrisetto. «Ma... professoressa, sono passati solo 15 minuti!» dice Tom Lewis. «Ho detto di uscire!» grida la professoressa. Martina diventa invisibile e tutti escono dall'aula a gambe levate, ma io rimango.

La prof mi sta dando le spalle, è immobile girata verso la lavagna. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lei, arrivando fino alla cattedra. «Avevo detto di uscire» ripete spettralmente, senza girarsi. «Vorrei solo chiederle, se poteva contiuare a spiegare a me» dico calma. Non dovevo dirlo: la signora si gira di scatto, i suoi occhi luccicano di un rosso rubino, scavalca la cattedra e mi si fionda addosso, buttandomi a terra. Mi prende le spalle e mi sbatte varie volte contro il pavimento, con una forza impensabile per la sua età: sul pavimento ora c'è la sagoma del mio corpo. «Scusi prof» dico, e me ne libero dandole un calcio forte dritto in pancia. L'ho scaraventata contro il muro, facendole fare un salto degno di medaglia d'oro.
Per evitare che si rialzi, uso la magia per farle cadere addosso un pezzo di soffitto, ma dimentico che è una vampira, e se ne libera senza problemi.
Così mi limito a scappare.
La prof mi sta raggiungendo. Grido, anche se è stupido e da deboli, e tutti escono dalle classi.

Benjamin mi ferma e mi dice: «È tutto okay, tranquilla.»
Aspetta, cosa? Benjamin! Lascio le domande per dopo, perché una vecchia impazzita mi sta inseguendo.
Mi guardo dietro, e la prof è magicamente sparita.
«V-voi l'avete vista?» chiedo.
«Vista chi?» mi chiede Hanna, che emerge dalla folla.
«La prof! Quella vecchia mi stava inseguendo! È una pazza, ve lo dico io! Voleva uccidermi, io le ho chiesto solo una spiegazione!» grido, forse un po' troppo: arriva Peter.
«Che diamine sta succedendo qui? Anzi, lo so! Ho sentito tutto! E direi che ti sei pure inventata tutto. Vieni nel mio ufficio dopo» dice in tono minaccioso.
Mi appoggio contro un armadietto e mi lascio cadere, mettendomi una mano sulla fronte ed ansimando.
Tutti tornano in classe, perché i professori glielo ordinano, ma Benjamin resta con me.
«Stai bene?» mi chiede.
«Se sto bene? Sei sparito, e spunti a caso chiedendomi se sto bene? Io direi che ho bisogno di spiegazioni. Dove sei stato? Non rispondevi ai messaggi, e perché cavolo non mi hai detto niente?»
«Nessuno ti stava inseguendo. Era tutto frutto della tua immaginazione... L'allucinazione è cominciata da quando, nella tua testa, la professoressa ha annunciato di uscire dalla classe.»
«Okay grazie per l'informazione, ma io ti ho fatto una domanda!»
Benjamin aggrotta le sopracciglia.
«Che ti importa di cosa faccio io?»
È vero. In effetti non so nemmeno io perché sono così arrabbiata con lui per essere sparito.
Faccio roteare gli occhi e mi alzo, dirigendomi scocciata verso l'ufficio del preside.

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