Capitolo 4

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Benjamin dice di essere sicuro di avermi già vista.
«Come?» chiedo come se non avessi capito.
«Ho detto che ti ho già vista. Vieni, seguimi.» dice.
Io lo seguo e lui mi porta al suo armadietto, da cui prende un fascicolo.
Poi apre la porta di un'aula assicurandosi che sia vuota ed entriamo.
Appoggia il fascicolo sulla cattedra e lo apre, facendomi vedere che ci sono una marea di disegni impilati.
Il primo è un semplice fiore, fatto molto bene.
Passiamo al secondo.
Sono io. O meglio: siamo io e Peter. Il primo giorno.
E poi in un altro disegno ci sono io che mi trasformo per la prima volta e si vede pure il vetro che si spacca.
Ci sono un sacco di disegni in cui ci sono io.
C'è anche il momento in cui stavo aggiustando il tavolo di Martina Dubois.
E poi c'è anche questo preciso istante.
C'è questo disegno, in cui ci siamo io e Benjamin nella stanza in cui siamo ora, che facciamo ciò che stiamo facendo ora.
In un altro disegno ci siamo io, Britt, Matthew e Charlie, in classe.

Questa cosa è inquietantissima.
Guardo gli occhi di Benjamin.
«Tu.. Cosa sei?» chiedo.
È una domanda stupida perché l'ho visto riparare la colonna, ma magari c'è qualcos'altro.
«I-io non lo so. Pensavo di essere un mago... E poi due mesi fa ho cominciato a disegnarti. Sempre te disegnavo. E quando sei arrivata qui a scuola beh, non so spiegarmi. È come se l'avessi previsto.» spiega un po' titubante.
Sto zitta, non so cosa dire.
Benjamin comincia a mettere apposto i disegni.
«Ecco, lo sapevo, ti ho spaventata. Non dovevo neanche farteli vedere.» mi dice.
«No no, non ti preoccupare. È solo che è un tantino strano..»

Benjamin ha finito di mettere a posto i disegni, prende il fascicolo e guarda il pavimento spensierato.
«Tutto bene?» chiedo.
«Devo confessarti una cosa.» mi dice «Tutto questo era già successo. Ma.. Ero bambino. Non conoscevo ancora i miei poteri. Un giorno ho disegnato una ragazzina con i capelli castani, e continuavo a disegnarla.» dice.
Riapre il fascicolo e va nei disegni in fondo e me li fa vedere.
Deglutisco. Sono ancora io, da bambina.
Il mio battito accelera.
«Benjamin...» mormoro.
Lui mi guarda.
«S-sono ancora io.»

***

Torno in classe per le ultime lezioni, cercando di non pensare troppo a Benjamin.
Mi siedo vicino a Britney, che si è messa ancora dietro a Matthew e Charlie.
Vedo che hanno già aggiustato la finestra.
Entra un uomo molto alto, sulla trentina di anni.
«Buongiorno.» dice «andiamo»
Tutti si alzano. «Dove?» chiedo a Britney.
«Fuori nell'aula giardino. È un'aula molto grande- anzi gigante- dove però i pavimenti sono di terra, erba, fiori.. Come se fossimo davvero in giardino.» mi spiega lei.
Intanto che usciamo dalla classe, chiedo: «E cosa ci andiamo a fare?»
Britney sorride in un modo inquietante e i suoi occhi diventano di un verde acceso, come se si stesse per trasformare, ma poi tornano normali.

Arriviamo nell'aula giardino e il prof prende due scatole, in cui ci sono dentro varie magliette e pantaloni comodi. In una scatola ci sono i vestiti per i maschi e nell'altra per le ragazze.
Ognuno prende una maglietta e un paio di pantaloni, e poi ci andiamo a cambiare negli spogliatoi.
«Brit, mi spieghi cosa succede?» chiedo confusa.
«Ti ho detto che poi lo scoprirai.» ripete.
Ci cambiamo e vedo molte ragazze che si legano i capelli, così lo faccio anch'io.
«Tu non li leghi?» domando a Britney. Lei scuote la testa.
Usciamo dagli spogliatoi, e ci disponiamo in cerchio seduti nell'aula.

«Primo turno» annuncia il prof «Whittaker, contro...» e si mette a pensare. Intanto Charlie si alza e si mette al centro del cerchio.
«Contro Jefferson.»
Un altro ragazzo si alza e si mette davanti a Charlie.
«Via!» grida il prof.
Charlie e l'altro ragazzo si trasformano.
Gli occhi di Charlie sono di un arancione brillante.
Il ragazzo salta addosso a Charlie, che però lo prende per la gamba e lo butta per terra. Tira fuori gli artigli e gli graffia la schiena.
Il prof fischia e segna la fine di quel turno.
Rimango paralizzata.
«Britney io non so lottare.» dico preoccupata.
«Certo invece. Se sei un lupo sai farlo per forza.» dice.

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