Capitolo 2

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Tutto il resto della giornata la passo con Britney, che mi fa vedere la scuola e poi mi aiuta a riattraversare il ponte per tornare a casa.
Prima di salutarci, tira fuori un bracciale con tanti ciondolini d'argento. Tanti ciondolini che avevano a che fare con i lupi. Me lo mette e mi fa vedere che anche lei ne ha uno.
Le sorrido e ci salutiamo.

Alla fine del ponte, ritrovo Harry che mi aspetta tranquillamente.
Tutto ciò non è reale, penso.
E poi lo realizzo: non è reale! È un sogno!
Non c'è alcuna scuola nascosta tra i boschi, lupi mannari, vampiri, maghi e streghe non esistono!
Era tutto nella mia mente.
E poi... Come aveva fatto Harry a scomparire e a riapparire così, a caso?
Ripercorro tutta la strada per tornare a casa, e quando entro mi accorgo che ormai è sera.
L'ho detto io che era tutto un sogno.
Vado a letto, e l'ultima cosa che vedo è lo scintillio del bracciale.

Il giorno dopo mi sveglio e penso che stanotte vorrei sognare la stessa cosa. Mi dispiace che non sia reale, era tutto così bello e Britney mi stava simpatica.
Mi metto a sedere sul letto, e sposto lo sguardo sul polso su cui dovrebbe esserci il bracciale.
Poi guardo il soffitto. Guardo ancora il polso, notando che il bracciale c'è eccome.
Il mio cuore prende a battere a mille.
Sto ancora sognando?

Poi guardo l'orologio. Devo andare a scuola! Mi vesto rapidamente e mia madre mi accompagna a scuola.
Entro a scuola correndo e velocemente raggiungo la classe. Appena mi siedo, suona la campanella. Ho il fiatone.
Passa mezz'ora di lezione quando entra la bidella.
«Anderson.» dice.
Alzo lo sguardo e la bidella guarda il professore che è abbastanza sorpreso quanto me.
«Doveva uscire prima.» dice poi la bidella.
«Alla prima ora?» chiede il prof.
La bidella annuisce.
Sento un «fortunata» da qualcuno della classe.
Preparo lo zaino ed esco affiancata dalla bidella che mi accompagna all'ingresso. C'è Peter. Lo raggiungo e lui fa un occhiolino alla bidella, che ricambia con un saluto con la mano.

Peter mi accompagna alla sua macchina, una Porsche bianca.
Saliamo ed io rimango in silenzio. Peter mette in moto.
«N-non è un sogno vero?» chiedo tremante.
«Cosa? Salire su una Porsche con il preside più attraente del mondo? No, è tutto reale.» mi dice.
Non avevo mai conosciuto un preside così giovane e così immaturo.
«No. Intendo, tutto...» dico.
«Ti sembra un sogno? Così lungo? Io direi che sei un po' indietro di testa.»
Lo scruto.

Viaggiamo per un po' e lui mi chiede: «Perché non sei venuta direttamente nei boschi?»
«Te l'ho già detto: pensavo che fosse tutto un sogno. E poi come faccio ad attraversare quel ponte da sola?» rispondo.
Peter sbuffa. Arriviamo nelle campagne e lui parcheggia la macchina. Andiamo nei boschi, e quando arriviamo al ponte io lo guardo speranzosa sperando che mi aiuti ancora, ma lui scuote la testa: «No no, non ti prenderò in braccio un'altra volta.»
«Allora non vengo. Io su quel coso col cavolo che ci salgo.» dico incrociando le braccia.
Peter sbuffa una seconda volta.
Apre le mani verso di me e mi sento sollevare. Emetto un gridolino.
Peter mi sposta alla fine del ponte con la magia, probabilmente è un mago.
Il problema è che lo fa facendomi fluttuare in aria, ed è peggio che attraversare il ponte.
Poi mi appoggia delicatamente.
Lui poi attraversa il ponte senza problemi.
«Tu sei un mago?» chiedo quando mi raggiunge.
«Metà mago, metà vampiro.» dice.

«Come puoi essere...» sto per chiedere, ma lui mi interrompe:
«Non lo so. Sono rare le persone che sono due esemplari differenti. A scuola ne abbiamo pochissimi, e c'è una sola classe di 18 ragazzi che sono metà e metà.» spiega.
«Peter... I-io cosa sono?» chiedo con curiosità.
Lui scrolla le spalle.
«Come fai a non saperlo?» domando un po' delusa.
«Devi fare prima un test» mi dice, e vedendo la mia faccia preoccupata aggiunge: «non ti preoccupare, non devi aver studiato niente. È un test scritto, in cui ci saranno domande che ci aiuterà a scoprire chi sei.»
Guardo per terra un attimo.
«Ma se non sono niente? Come fai a sapere se ho davvero qualche potere?»

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