Capitolo 6

208 17 80
                                    


Benjamin Stewart è quel tipo di ragazzo misterioso, minuto, da cui non sai mai cosa aspettarti... E sì, mi ha fatto stare in ansia per tutto il weekend. Quel messaggio... Che significa? Vorrei disperatamente chiederglielo, perchè lui lo sa, lui sa tutto. Ma allo stesso tempo lui mi terrorizza: quando mi parla dei suoi strani disegni, poi, mi mette i brividi. Per fortuna, questo weekend, mi sono lasciata un po' distrarre da Matthew, che ha invitato me e Britney a mangiare qualcosa, insieme a Charlie.

Il lunedì esco di casa raggiante, non vedo l'ora di tornare a scuola. Non l'avrei mai detto se frequentassi ancora la scuola normale... Mi faccio accompagnare da mia madre, che è di poche parole da quando ha parlato con Peter. Io l'avevo detto che non le conveniva parlare con quell'uomo. In poco tempo sono a scuola, e non faccio in tempo ad entrare che Britney mi è già venuta incontro. Si avvicina non dicendo niente e continuando a guardare dritto con gli occhi spaventosamente spalancati. Sento il rumore dei tacchi, ed un profumo fresco e marino che sprizza energia da tutti i pori. Mi volto: Hanna Taylor sta venendo verso di noi, con lo specchio ed un rossetto in mano.
Noi rimaniamo ferme, mentre la bionda ci sorpassa senza nemmeno accorgersi di noi.
«Hanna!» la chiamo per farla girare, ricevendo un pugno sulla spalla da parte di Britney.

Hanna si gira, mi viene incontro e Britney scappa. Hanna se n'è accorta; potrà essere vanitosa (molto), egocentrica e tante altre cose, ma mai stupida.
Tuttavia sembra non importarle.
«Che ha contro di me la tua amica? Ah, e dille per piacere che la vedo se si nasconde dietro a un palo» dice alzando gli occhi al cielo.
«Perdonala... Credo che tu la spaventi.»
Hanna scrolla le spalle.
«Vado a cercare Jack, addio.»
Gira i tacchi e se ne va.
Britney viene fuori dal suo meraviglioso nascondiglio.
«Fiiiu, c'è mancato poco!» dice, portandosi la mano alla fronte come per asciugarsi il sudore- che non ha.

Suona la campanella, ed andiamo in classe.
Subito dopo, entra Peter. «Jennifer, vieni con me» dice.
Ancora?
È la terza volta in un anno che vengo chiamata fuori dalla classe.
Peter comincia a camminare, ed io lo seguo senza esitazioni.
Il silenzio domina nei corridoi, tanto che è difficile pensare che quelli sono gli stessi corridoi in cui tutti i giorni puoi sentire rumori di ogni tipo: armadietti che si aprono e si chiudono, studenti che camminano, che parlano tra di loro, ridono e scherzano.
«Il primo giorno ti abbiamo praticamente fatto scegliere la classe» comincia Peter «ma come già ti avevo detto in passato, non puoi seguire le lezioni di una sola specie. Devi frequentare tutte e tre le classi, e l'unico modo è...»
Non lo faccio finire: «Peter, ti avevo già detto che...»
Lui mi interrompe a sua volta: «Non andrai nella classe mista, okay? Ma dovrai frequentare tutte e tre le classi. Cioè, le classi non sono solamente tre ovviamente, ma intendo... Hai capito no? Ti prego dimmi di sì, per favore.»
«Ho capito. Ma come faccio a frequentare tre classi contemporaneamente?» chiedo.
«Non contemporaneamente. Farai dei turni. Seguirai per una settimana le lezioni con i licantropi, quella dopo con i vampiri e l'ultima con i maghi. E poi si ricomincia» spiega.
«Oh, no... Quindi questa settimana tocca...»
«Ai vampiri» conclude.

Quindi continuiamo a camminare finché non arriviamo davanti ad una classe.
«In bocca al... Vampiro!» dice Peter, e se ne va, così, senza dirmi nient'altro.
Entro in classe. Sono nella classe di Tom Lewis e Martina Dubois.
Tom arriccia il naso.
«Sento puzza di cane» dice, mentre sul suo viso appare un ghigno.
Alzo gli occhi al cielo e mi vado a sedere al primo banco libero che trovo.
Nella classe dei vampiri i banchi non sono disposti a coppie come in quella dei lupi. Qua sono tutti staccati, ma in particolare ce n'è uno in fondo alla classe isolato dal mondo, e seduta a quel banco c'è Martina Dubois.
Non so esattamente cosa stia facendo: muove le mani sul banco, e grazie al mio udito sento che sta canticchiando.
Grazie al mio olfatto sviluppato invece, riesco a sentire ancora una volta quel profumo di vaniglia.
Penso che Martina sia una delle ragazze più strane che io abbia mai conosciuto nella vita, ma è proprio per questo che la reputo molto interessante.

Supernatural School.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora