Capitolo 2: Meeting

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Sasuke rimase a guardare sconcertato l'auto che si allontanava nella notte.
Accidenti!, imprecò tra sé e sé rendendosi conto delle implicazioni di quello che quella donna gli aveva appena detto.
Non sapeva nemmeno lui perché la scoperta di quel imminente fidanzamento lo sconvolgesse tanto. Forse era per la coincidenza che lei corrispondesse alla descrizione della ragazza di cui aveva parlato con Naruto, o per il suo profumo - ciliegia e cioccolato - che gli sembrava ancora di percepire nell'aria o perché gli era sembrato che lei fosse attratta da lui ed aveva cominciato a fantasticare su come trasformare una lezione di cucina in qualcosa di più intimo. Era pur sempre un uomo come tutti gli altri.

Non mi era mai capitato che una donna non cadesse subito ai miei piedi.

Orgoglio. Amor proprio. Forse era quello il problema. Di solito gli esponenti del gentil sesso facevano di tutto per nascondere di essere fidanzate pur di avere la possibilità di stare con lui. Sakura invece glielo aveva detto chiaramente e, pur non avendo un anello al dito - lo aveva notato subito, era la prima cosa che guardava quando si rendeva conto di essere interessato ad una donna- lo aveva implicitamente respinto.

Comunque non è ancora fidanzata.

Dopo quest'ultimo pensiero un ghigno si dipinse sul suo volto. Quando Sasuke Uchiha voleva qualcosa, lo otteneva.

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Due ore dopo.

"Allora, com'è?"la interrogò Ino non appena ebbe messo piede in casa.
"Lo hai visto alla tv, no?" rispose Sakura evasivamente.
"Sì, ma com'è di persona?" insistette l'altra.
"Affascinante" disse tra i denti.
"Lo sapevo! Come sono gelosa! Ti ha corteggiata?"
"Ino! Che cosa ti viene in mente?"
"Bè, ho sentito un po' di pettegolezzi sul suo conto e sembra che abbia avuto diversi flirt con donne piuttosto intelligenti e tu lo sei di certo" le rispose mantenendo un'espressione curiosa.
"Ti ricordo che io sto con Neji."
"Neji è fantastico, lo so bene. Ma Sasuke Uchiha ha quel fascino in più che..."
"Sono troppo stanca per discutere con te" la congedò accompagnandola alla porta.
"Uffa! Dimmi almeno se ha accettato di aiutarti."
"Sì, ha accettato e domani ci incontreremo nel suo ristorante. Contenta?"
"E me lo dici così? Senza nemmeno ringraziare la dea che ti ha procurato il miglior chef della città?" chiese in tono finto- offeso.
Sorridendo, Sakura la strinse in un abbraccio.
"Sei la migliore Ino!"
"Certo che sì" rispose la bionda, senza modestia.
"Ci vediamo domani. Buonanotte."
Non appena la porta si chiuse dietro la sua migliore amica, la Haruno sospirò.
Era felice di aver trovato un modo per mantenere la promessa fatta al suo quasi-fidanzato, ma quell'uomo l'aveva turbata più di quanto avesse mai fatto Neji e lei non poteva permetterselo, per questo gli aveva detto di essere impegnata. Temeva il modo in cui l'aveva guardata per tutto il tempo. Come un rapace impegnato ad osservare la sua preda.

È solo per qualche settimana. Cosa può succedere di irreparabile in questo piccolo arco di tempo?

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Mercoledì 26 ottobre ore 22:00

Sakura uscì dall'ascensore all'ultimo piano della Star Tower e si ritrovò nella lobby del ristorante Red Eye. Sotto i suoi piedi, un camminamento formato da mattonelle di marmo rosso Verona, in contrasto con l'ardesia del resto del pavimento, conduceva al bancone in legno della reception, dietro al quale una ragazza in un elegante abito rosso lungo fino alle ginocchia e con i capelli castani tagliati a caschetto, la accolse con un sorriso.
"Benvenuta al ristorante Red Eye, sono Rin. Posso aiutarla?" le chiese in tono cortese.
"Piacere di conoscerla. Sono Sakura Haruno, ho un appuntamento col signor Uchiha."
"Il signor Uchiha la sta aspettando. Se vuole seguirmi le farò strada."
L'impeccabile maître la guidò attraverso la vasta sala, dando a Sakura l'opportunità di osservare bene l'ambiente. I tavoli, ricoperti da tovaglie bianche coi bordi rossi erano disposti intorno alla piccola pista da ballo centrale, dove un quartetto suonava un pezzo di musica classica, um concerto di Rachmaninoff.
Lo sguardo di Sakura si soffermò sulla parete di vetrate che offriva una vista magnifica dell'orizzonte segnato dai grattacieli illuminati.
"Che meraviglia!"
"È mai stata qui prima d'ora?"
"No e me ne dispiace. Sembra davvero un bel posto per una serata romantica. "
"Lo è. Buon cibo, buoni vini e possibilità di ballare. Il tutto accompagnato da una bella vista. Cosa si può chiedere di più?"
Oltre il lato più lontano della sala c'era una porta finemente lavorata in ferro che Rin aprì per farla passare oltre in una saletta decisamente più intima con pochi tavoli, tutti da due. Le vetrate davano su un'altra zona della città e muretti bassi ornati di piante fungevano da séparé.
"Questa sala è riservata a chi preferisce un'atmosfera più intima. I clienti possono andare nell'altra sala a ballare e poi tornare qui a guardare i traghetti che passano sul fiume. Da qui si vedono benissimo."
La condusse oltre i tavoli fino ad una scala a chiocciola che conduceva ad un piccolo ufficio in cui trovarono Sasuke, con ancora indosso la sua uniforme da chef, che esaminava un plico di carte sulla sua scrivania.
Rin bussò leggermente contro lo stipite della porta aperta per attirare la sua attenzione.
"La signorina Haruno è arrivata."
Subito lui alzò lo sguardo, inchiodando i loro occhi.
"Benvenuta" la disse alzandosi per andarle incontro, "come le sembra il mio ristorante?"
"È magnifico" rispose, di nuovo turbata dall' odore di pino e cedro del suo dopobarba.
"Puoi portarci del caffè? E fare in modo che nessuno ci disturbi?" chiese lo chef a Rin.
"Provvedo subito" rispose lei, allontanandosi.
"Venga. Si accomodi" disse a Sakura facendola accomodare sul divanetto posto al lato destro della scrivania.
"Non credevo che fare lo chef comportasse molto lavoro d'ufficio" disse la donna, stupita dal quantitativo incredibile di fogli che ingombravano la scrivania.
"A volte ho l'impressione di non fare altro che controllare scartoffie" rispose lui con una smorfia.
Era evidente che detestasse controllare i conti.
"Come fa ad occuparsi del ristorante e a condurre quelle trasmissioni televisive? Dove lo trova il tempo?" chiese curiosa.
"Conduco solo due show al mese. Ho rifiutato di farne uno a settimana perché volevo del tempo da passare in famiglia."
"È sposato?" gli domandò con uno strano nodo allo stomaco.

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