Capitolo 5: One week later

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Una settimana dopo, sabato 5 novembre, ore 22:30, appartamento di Sakura

"Non usare il coltello in quel modo, non vorrei che ti tagliassi qualcosa che potrebbe servirti" sbottò Sasuke, esasperato dall'imbranataggine della donna che sperava di portarsi al letto.
"Scusa" balbettò lei, posando l'oggetto tagliente, cercando di trovare un po' di calma prima di rimettersi al lavoro, ma la vista del quantitativo assurdo di pentole da lavare accatastate sul lavello e su parte del tavolo, le fece perdere le forze.

Uccidimi!, pensò.

In quella settimana che era passata dalla prima volta che Sasuke aveva messo piede in casa sua non c'era stato giorno in cui non aveva combinato disastri terribili. Aveva bruciato cinque volte le patate e le carote glassate e ben sei volte le aveva cotte così tanto da poterle usare solo per fare il purè; aveva ridotto il petto di pollo ad una suola di scarpa sette volte; fatto cadere la cheesecake tre volte; dato fuoco alla cucina a causa dei gamberetti flambé due.
Ogni sera, dopo lezione di cucina si ritrovava la stanza ridotta ad un campo di battaglia, con macchie sul paraschizzi, sul piano di cottura e sul pavimento e Sasuke la aiutava persino a pulire.
"Dovresti dare un'occhiata a quella zucca" le disse lo chef, spegnendo il fuoco sotto la pentola in cui l'ortaggio arancione stava bollendo e aggiunse:
"Sakura, smettila di prendere appunti o passerai la serata consultando il taccuino invece di sfamare i tuoi ospiti. Presta attenzione a quello che fai. Ti sto facendo preparare quei piatti più volte proprio per farteli entrare bene in testa. Alla fine ti verrà meccanicamente" la rimproverò vedendola girare per la cucina con un taccuino ed una penna in mano invece di badare alle pentole.
"Se non prendo appunti mi dimenticherò qualcosa" ribattè lei, scocciata.
"Te ne dimenticherai comunque, perché perderai tempo a leggere quello che hai scritto invece di cucinare davvero!" urlò l'Uchiha, stanco dopo essere stato in piedi tutte quelle ore.
Dato che lei era in ferie, veniva a darle lezione al mattino dalle otto fino a mezzogiorno e poi tornava dalle dieci fino a mezzanotte dopo essere stato al ristorante.
"Che ne dici se per oggi la finiamo qui? Sono sfinito e tu cominci a perdere lucidità. Continuare sarebbe controproducente" le propose, ormai al limite della sopportazione, dopo averla vista far cadere due uova a terra.
Con un sospiro di sollievo, la donna girò il pomello dell'ultimo fornello, spegnendolo, e si accasciò sulla sedia del tavolo.
Guardando il numero di pentole da lavare, si sentirono entrambi morire.
"Li laviamo domani?" propose lei, per niente in vena di sistemare quel caos.
"Va bene, ci vediamo domattina allora" rispose l'Uchiha, alzandosi e dirigendosi alla porta. Era praticamente diventato uno di casa in quei giorni e non aveva certo bisogno di essere accompagnato.

Deve proprio avermi dato di volta il cervello se nonostante adesso sappia che è una catastrofe in cucina muoio ancora dalla voglia di baciarla. Mi serve un bravo specialista o un esorcista.

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Domenica 6 novembre, ore 13:00. Appartamento di Ino Yamanaka.

La figura leggiadra e veloce della sua migliore amica passava agilmente da una pentola all'altra come se stesse danzando invece che cucinando.
Una fitta di invidia travolse Sakura mentre la guardava all'opera.

Non riuscirò mai ad essere come lei!

"Come vanno le lezioni di cucina con l'affascinante chef?" le chiese Ino lanciandole uno sguardo veloce al di sopra della spalla destra, facendo muovere in sincrono la lunga coda bionda.
Mettendo da parte i suoi complessi nei confronti dell'amica, Sakura si alzò dalla sedia di scatto e lanciò uno sguardo veloce verso la sala da pranzo dove Neji e Shikamaru discutevano pacatamente su un programma televisivo i cui consigli medici non convincevano del tutto lo Hyuga.
"È una bella rubrica di consigli spiccioli, ma potrebbero davvero chiedere il parere di dottori più preparati" diceva Neji.
"Ti stai offrendo come volontario?" lo prese scherzosamente in giro il Nara.
"Fuguriamoci! Ho a malapena il tempo di dormire e di vedere Sakura" rispose l'altro chiosando.
Rassicurata dal fatto che sembrava che nessuno dei due avesse sentiro il commento della bionda, la Haruno si girò a fulminarla con un'occhiata degna di un maniaco omicida.
"Maialino, abbassa la voce!"
"Non preoccuparti, quei due quando cominciano a discutere di qualcosa non sentono altro. La loro qualità migliore è senz'altro la concentrazione che mettono in ogni cosa che fanno, è un tratto che li accomuna ed è per questo che vanno d'accordo."
"In effetti hai ragione, comunque vorrei sapere che cosa ci trova Shikamaru in una seccatura come te" la stuzzicò la rosa, utilizzando il termine preferito del Nara, cercando di sviare il discorso da se stessa.
"Come sarebbe a dire? Lui è un tale pantofolaio che se non ci fossi io a movimentargli la vita probabilmente poltrirebbe così tanto da passare dal sonno alla morte senza accorgersene" ribatté l'altra.
A quell'uscita non poterono fare a meno di ridere entrambe. Come facesse un cervello di prim'ordine come il suo ad abitare in un corpo tanto pigro era un mistero.
"Comunque anche tu e Neji siete due opposti, lui è tradizionalista, pacato, ordinato, metodico e senza mai un capello fuori posto. In effetti mi chiedo spesso se quella bella chioma sia vera o finta, sembra troppo perfetta."
"Che scema che sei, certo che sono veri i suoi capelli" la rimproverò Sakura.
"Tu invece sei come lui solo nel lavoro, per tutto il resto sei caotica, chiassosa, confusionaria e pasticciona."
"Grazie tante per i complimenti" disse la Haruno alzando il mento con aria offesa.
"Ehi, sono la tua migliore amica, hai bisogno di sapere la verità. Comunque siete riusciti a trovare un punto d'intesa anche voi e il vostro rapporto va a meraviglia" cercò di rabbonirla.
"Hai ragione" le rispose lei.
"Okay, i maccheroni al formaggio sono pronti, portami i piatti."
Una volta preparato tutto le due donne si diressero nella stanza attigua.
"Era ora, stavo morendo di fame" si lamentò come suo solito il genio nato stanco.
"Ecco il tuo piatto, mangia e smettila di brontolare"
"Buon appetito!" dissero tutti insieme prima di fiondarsi come lupi affamati su quei piatti invitanti.
Sakura era entusiasta di poter mangiare qualcosa che non fossero gli scarti dei suoi tentativi culinari.

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