Capitolo 7: Fallen

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Lunedì 14 novembre, Appartamento di Sakura, ore 22:00

Il primo successo di Sakura l'aveva entusiasmata, ma ovviamente aveva scalato solo la punta dell'iceberg ed infatti ci era voluta un'altra settimana affinché riuscisse ad evitare di bruciare qualcosa sui fornelli.
In quel momento stava cercando di preparare il ripieno per i petti di pollo, aveva mondato e pulito i funghi, lavato il prezzemolo, ridotto a cubetti il formaggio morbido e tirato fuori dal frigo la panna.
"Riuscirò a non ridurre tutto ad un miscuglio di materiale non identificato?" chiese a Sasuke che, seduto a pochi passi da lei, seguiva ogni sua mossa.
"Sei migliorata molto, non cuoci più troppo le patate e la carote sauté, non hai fatto più esplodere i gamberetti, né dato fuoco alla cucina. Stai andando bene, l'importante è prendere le cose con calma e ricorda che molte preparazioni puoi anticiparle e farle il giorno prima come ad esempio la cheesecake."
Rassicurata dal tono sinceramente convinto dello chef, Sakura prese in mano il frullatore e mise all'interno del contenitore di plastica i funghi, il prezzemolo e un po' di panna, poi spinse il pulsante di accensione e osservò le lame che cominciarono a ruotare, spezzettando gli ingredienti. Solo che non si era resa conto di una cosa fondamentale:non aveva rimesso il coperchio al suo posto.

Sasuke, accortosi dell'errore, non fece in tempo a dirle niente prima che l'impasto schizzasse fuori dall'elettrodomestico in una serie ripetuta di spruzzi che imbrattarono lo chef, lei e parte della cucina...
"No! No! No! Oddio, che ho combinato?" gemette la donna, per poi voltarsi lentamente verso l'Uchiha, trasalendo alla vista del suo viso, collo e torace sporchi di salsa ai funghi, poi con un gesto veloce spense il frullatore, facendo cadere il silenzio nella stanza.
Sasuke non si era mosso di un millimetro dalla sua posizione, ma la fissava come se volesse strozzarla.

Oddio, adesso mi uccide. Mi strangolerà e poi farà sparire il mio cadavere. Potrebbe simulare un incidente, magari farà esplodere la cucina col mio corpo dentro, oppure mi ridurrà in pezzetti facendomi finire nel tritarifiuti , oppure porterà la mia salma fino al suo ristorante e mi servirà ai commensali.
Cavolo! Ma che vado a pensare? Guardo troppa tv! Devo calmarmi.

"Scusami! Sono mortificata!" gli disse arretrando di qualche passo, stando ben lontana da quelle mani che sapevano brandire con molta abilità i coltelli professionali da cucina,"Mi dispiace tantissimo!"
Ma Sasuke aveva decisamente altri pensieri per la testa. Si sentiva sporco e umido, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalla crema che le imbrattava il collo colando fino alla scollatura a v della maglia verde su cui indossava il grembiule.
"A me no" rispose lui, avanzando fino a farle toccare con la schiena il lavandino, mettendola in trappola, "non mi dispiace affatto."
"No?" chiese stupita la Haruno.

Al diavolo! È troppo bella ed io non resisto più! pensò l'Uchiha.

"No" ribadì, prendendole il viso tra le mani e avvicinandosi sempre più al suo volto, finché, mandando al diavolo la ragione, congiunse le loro bocche in un bacio mozzafiato.
Sakura rimase immobile tra le sue braccia per qualche secondo, sconvolta, poi, sentendo il calore emanato da quelle labbra sottili che si muovevano sulle proprie in modo lento ma deciso, rispose timidamente alla sua stimolazione e, percepita la sua lingua che chiedeva accesso scivolando contro i suoi denti, cedette del tutto, assaporando a sua volta il sapore dello chef, la cui bocca sapeva di caffè nero e brioche salata.
Incuranti di tutto si divorarono a vicenda per parecchi minuti, troppo presi da quel languore che dalle labbra si estendeva al resto del corpo e faceva battere più forte i loro cuori.
Alla fine i polmoni chiesero pietà e i due si separarono, cercando di riprendere fiato, ma mantenendo il contatto tra i corpi che, in quel momento di stordimento si erano stretti in un abbraccio appassionato.
"Era da troppo tempo che desideravo farlo" disse infine Sasuke, guardandola negli occhi, con la voce roca e il tono ansimante di chi aveva un disperato bisogno di ossigeno.
Troppo sconvolta Sakura non riuscì a pensare a nulla se non che fino ad un attimo prima di baciarla gli era sembrato davvero molto irato.
"Non sei arrabbiato?" gli chiese alla fine, non volendo parlare di quello appena successo.
"Sono furioso" precisò lui, "per aver tenuto le mani lontano da te troppo a lungo e perché ti stai dando da fare per preparare la cena per un uomo che non sono io."
Quella risposta ebbe sulla donna lo stesso effetto di una doccia fredda ed infatti si divincolò con furia dal suo abbraccio, allontanandosi di qualche metro.

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