Capitolo 3: dinner

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Giovedì 27 ottobre, ore 11:00, Laboratorio 3 del Seattle Grace Hospital

Quella mattina Sakura era impegnata ad analizzare il sangue di una delle sue pazienti in cura. Dopo averne posto una goccia su un vetrino, ne usò un'altro molato per strisciarlo, poi lo immerse in un recipiente di alcol etilico e passati tre minuti colorò il tutto con il liquido di Giemsa, in modo da rendere visibili i vari leucociti.
Proprio nel momento in cui stava mettendo il vetrino sotto il microscopio elettronico, Neji fece il suo ingresso nella stanza, soffermando lo sguardo su di lei.
"Dottoressa Haruno? Potrebbe venire un attimo?" le chiese con tono professionale.
"Arrivo immediatamente dottor Hyuga!" gli rispose lei, facendo cenno a Shino, il suo assistente, di prendere il suo posto davanti al microscopio, si fidava ciecamente di lui, lavoravano in sieme da due anni e sapeva che avrebbe fatto un buon lavoro.
Seguendo il fidanzato, si diresse verso la stanza numero nove e, nell'attimo in cui la porta si chiuse dietro di loro,lo abbracciò.
Lo strinse con forza tra le braccia, affondando il viso nel suo torace ed annusando il suo odore di dopobarba misto a medicinali e facendosi crogiolare dal suo calore.
La loro relazione non era segreta, ma preferivano essere discreti al lavoro, solo che dopo l'incontro con Sasuke, la donna aveva sentito il bisogno di ricordarsi che quello era l'uomo che amava e che desiderava sposare. Si era vergognata di non essere riuscita ad essere del tutto indifferente al bel cuoco.
"Sakura, tutto bene?"le chiese, preoccupato dal suo strano comportamento.
"Va tutto benissimo. Sentivo semplicemente la tua mancanza, sono giorni che non riusciamo a vederci" disse, sollevando il volto fino ad incontrare i suoi occhi perlacei.
"Mi sei mancata anche tu" le rispose, tenendola stretta.
Fare il neurochirurgo non era facile, orari impossibili e disponibilità continua, soprattutto se si era uno dei migliori di tutto il Paese. Ma Neji amava il suo lavoro e lo prendeva molto seriamente.
"Grazie per l'invito che hai fatto alla mia famiglia, significa molto per me."
"L'ho fatto con piacere. E poi è arrivato il momento che le nostre famiglie si conoscano."
"Tua nonna piacerà molto a mio padre, ne sono sicuro, e gli piacerai anche tu" tentò di rassicurarla lo Hyuga.
"Speriamo" gli rispose lei, preoccupata.
"Ho detto loro che sei una cuoca fantastica."
Nel sentire quelle parole la donna si irrigidì. Si sentiva in colpa per tutte quelle bugie, doveva dirgli la verità, anche per evitare di dover passare altro tempo con quello chef affascinante. Non era sicura di volerlo rivedere ancora perché la sua presenza la scombussolava e questo non andava bene. Lei stava con Neji. Lei amava Neji.
Era sul punto di aprire la bocca e dirgli tutto quanto, ma le labbra del suo fidanzato la presero di sorpresa, incollandosi alle sue e impedendole di proferire parola.
Rispose al bacio prima timidamente, poi in modo sempre più passionale, finché non si ritrovò con le dita immerse completamente tra i lunghi capelli ebano di lui e con i polmoni in ipossia.
Si separò da lui con un gemito quando una mano di Neji strinse con forza uno dei suoi seni da sopra il camice. Erano dieci giorni che non faceva sesso e l'astinenza la rendeva ipersensibile ad ogni contatto fisico.
Oddio! Se non gli strappo subito i vestiti di dosso e faccio lo stesso con i miei finirò per impazzire!, pensò Sakura, che, superato ostacolo del camice, mise le dita nei passanti dei jeans del moro per avvicinarlo di più a sé, ma proprio nel momento in cui cominciò ad aprirgli la camicia, l' interfono gracchiò.
"Il dottor Hyuga, è atteso urgentemente in sala due."
Dannazione! Non potevano aspettare altri cinque minuti?
Maledicendo la propria sfortuna, si staccò a fatica da lui e cercò di rassettarsi i vestiti, mentre l'altro faceva lo stesso.
"Ci rifaremo stasera!" la salutò lui, stampandole un ultimo bacio sulle labbra prima di lasciare la stanza per andare a compiere il suo dovere.
Guardando l'orologio appeso sulla porta, si accorse che era ora di prepararsi al pranzo con Sasuke Uchiha... e i suoi ormoni stavano praticamente impazzendo.

Merda!

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"Buongiorno signorina Haruno" la salutò Rin nel momento in cui la rosa uscì dall'ascensore "siamo felici di rivederla così presto."
"Credevo foste chiusi oggi!" esclamò l'altra, sorpresa di vedere alcuni camerieri che apparecchiavano i tavoli e un quartetto d'archi al posto dell'orchestra che suonava nonostante la sala fosse vuota.
"Lo siamo solo per il pranzo. Lo staff è comunque presente visto che apriremo per il brunch" le spiegò, "vuole lasciarmi il cappotto? Lo metterò nel guardaroba."
"Non voglio crearle disturbo, dopotutto non sono una cliente, sono qui solo per assaggiare alcuni piatti cucinati dal fratello del proprietario."
"Nessun disturbo. È un piacere prendermi cura di lei."
Mentre toglieva i bottoni dalle asole Sakura rifletté sul fatto che le sembrava tutto fin troppo strano, aveva passato la notte a rigirarsi nel letto, nervosa per questo incontro, dopotutto lo chef aveva detto palesemente di essere interessato a lei e, nonostante amasse il suo Neji, era una donna normale con i propri punti forti e le proprie debolezze. Inoltre l'incontro col fidanzato avvenuto poco prima l'aveva eccitata parecchio ed era pericoloso avere davanti un tipo sexy come Sasuke, avrebbe rischiato l'autocombustione. L'unico motivo per cui aveva accettato di pranzare con lui era che il suo aiuto le serviva disperatamente, l'ultima cosa che voleva era deludere Neji che teneva molto a quella cena.
Rin la accompagnò di nuovo attraverso la sala da ballo e, arrivate nella sala più intima, la condusse in uno dei separé, dove, su un tavolo imbandito, una bottiglia di champagne aspettava di essere stappata accanto a due flûte. I due tovaglioli della stessa seta damascata blu della tovaglia erano ripiegati a forma di ventaglio sui due piatti di Limoges con decorazioni di foglie dorate in pendant con i bicchieri da vino e da acqua e le posate d'argento, e davano un tocco elegante al tutto.
Affascinata dallo spettacolo del centrotavola di cristallo pieno di origami di fiori di ciliegio e di gru, non notò subito Sasuke che, dall'altra parte della stanza osservava attentamente le sue reazioni.
"Rin, per favore avverti Itachi dell'arrivo della nostra ospite."
La voce dell'Uchiha distolse Sakura dalla sua contemplazione, facendole spostare lo sguardo dal tavolo a lui, che quel giorno non indossava la divisa da chef, ma un paio di jeans scuri che mettevano in evidenza i fianchi stretti e una camicia blu notte sotto cui si notavano i muscoli delle spalle.
"Buongiorno, signorina Haruno!"
"Buongiorno, signor Uchiha!" rispose lei, ringraziando il cielo di avere avuto l'accortezza di indossare una gonna rossa che le arrivava al ginocchio e una camicetta bianca di pizzo, invece dei comodi pantaloni e della t-shirt che di solito portava sotto la divisa ospedaliera.
"La tavola è meravigliosa, ma non avrebbe dovuto disturbarsi così tanto" riuscì a dire dopo infiniti minuti di silenzio da parte di entrambi.
"Sono contento che le piaccia" ribatté lui ignorando la seconda parte del suo commento, "tra poco arriveranno gli antipasti. Lo champagne non era previsto, ma se dovrà festeggiare il suo fidanzamento sarà indispensabile. Sempre che i suoi piani non cambino."
"Lo champagne è perfetto. E no, i piani non cambieranno."
"Ne sembra davvero sicura."
"Lo sono" gli rispose secca.
L'arrivo di un uomo vestito da chef interruppe la loro discussione.
"Io sono Itachi, il fratello maggiore di Sasuke. Oggi avrò l'onore di cucinare per lei" si presentò.
"Piacere di conoscerla" rispose Sakura ormai a corto di saliva.
Ma nella famiglia Uchiha sono tutti dei modelli?, si chiese la donna osservando il nuovo arrivato. Itachi infatti, era avvenente quanto Sasuke: aveva gli stessi occhi e capelli scuri quanto i suoi, anche se lui portava lunghi e legati in una coda bassa ed era un po' più alto del fratello minore, ma meno muscoloso.
La sua stretta, quando si diedero la mano, risultò salda e confortante.
"Sta arrivando Rin con l'antipasto. Salmone in seviches con due tipi di vellutate. Io torno in cucina, spero che il pranzo risulti di suo gradimento."
Congedatosi con un cenno del capo al fratello, l'Uchiha maggiore se ne andò facendo entrare la maître, che lasciò il vassoio e se ne andò di nuovo.
" Vogliamo accomodarci?"
"Certamente."
Quando si sedette davanti a lui, Sakura poté osservarlo ancora più da vicino e fu in quel momento che notò il segno di una bruciatura sulla sua fronte.
"Cosa le è successo?"
"Un piccolo incidente con il mio assistente" le rispose, cercando di apparire calmo nonostante dentro di sé divampasse ancora l'ira per quello che era accaduto la sera precedente.
Ricordava ancora con fin troppa vividezza la scena.

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