Capitolo 8

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Di mattina presto entrò nella stanza un infermiere che voleva accertarsi che andasse tutto bene. Poi mi parlò del mio stato e di quando sarei tornata a casa.
Dottore: «Allora, la situazione è migliorata, ma devi rimanere qui ancora per qualche giorno»
Io: «Quanto?»
«Almeno tre giorni» rispose.
Feci segno di sì con la testa e lui continuò:
«Ah signorina c'è un ragazzo che è qui fuori da ore... lo faccio entrare?»
Io: «Ehm... Sì grazie!»

Stavo facendo due conti per capire chi fosse il ragazzo che stava lì fuori. Jacob. O forse Luis? Ero curiosa di saperlo... così l'infermiere uscì ed entrò proprio Jacob, che mi fissava con i suoi occhi chiari e sorrideva.
Jacob: «Heyyy allora come va?»
Io: «Tutto okay, ma ieri sei andato via con Sarah?»
Jacob: «Sì, poi sono passato adesso per vedere come vanno le cose...» disse fingendo un sorriso.
«Non è vero... L'infermiere mi ha detto che sei qui da ore. Hai passato qui tutta la notte?»
Rispose dopo qualche secondo un po' imbarazzato:
«Sì... Più o meno. Ieri sera Sarah ha provato a portarmi via dato che volevi restare sola, ma io ho insistito a rimanere anche senza entrare qui nella stanza. Ma con Luis ieri sera... Ehm che è successo?
Io: «Hai visto tutto vero?»
Jacob: «Sì...»
Io: «Mi ha baciato lui io non volevo...»
Mi interruppe: «Va bene, non devi darmi spiegazioni... Lui... Ti piace?»
Io: «Perché me lo chiedi? Che t'importa?»
Distogliendo lo sguardo rispose: «Niente, era giusto per chiedere!»
Si sedette sul letto e rimanemmo un po' in silenzio. Cominciavano a chiudermisi gli occhi e dato che era ora di andare per Jacob se non voleva far preoccupare i suoi, si avvicinò a me e mi sorrise a meno di 10 centimetri dai miei occhi, che incrociarono i suoi chiari e profondi come il ghiaccio, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia e salutarmi con un «A domani Lara» detto a bassa voce.

Proprio in quel momento si sentì un forte botto da fuori, e Jacob con la sua delicatezza gridò: «Ma che diamine sta succedendo?!»
«Esci a vedere!» gli risposi.
Si avvicinò alla porta e dopo averla aperta borbottò qualcosa. Poi mi fece: «Lara vieni qua! Ci sta Sarah qua per terra!»
Lentamente per via del ginocchio dolente mi avvicinai e vidi la mia amica stesa per  terra con gli occhi socchiusi. Sussurrò: «Te l'avevo anche detto... Io te l'avevo detto e tu lo hai baciato lo stesso... Pensavo fossi un'amica...!»
La feci smettere di parlare e l'alzammo, sembrava stare bene adesso. In tutto il tempo Jacob mi aveva guardato con aria interrogativa ma non aveva fiatato, poi quando io e Sarah stavamo rientrando in stanza mi fece cenno con la mano e se ne andò.

Cercai di farmi spiegare da Sarah perché era svenuta e mi urlò contro: «Sei una scema! Io te l'avevo detto che mi piaceva e tu che fai? Da brava amica lo baci vero? Ma che bella. Lara che la prima volta che si innamora a chi decide di dare fastidio? A quello che mi piace, ovvio!»
Io: «Ora smettila. Non mi accusare di cose mai accadute! Se ti riferisci a Jacob, non ci siamo baciati. Non ora, non qui per lo meno.»
Lei mi guardò con occhi furiosi di rabbia.
Continuai: «È vero. La prima volta che l'ho incontrato mi ha baciato senza motivo... Ma non è successo niente perché non aveva senso. Io non lo conoscevo!»
Tirai un sospiro di sollievo. E anche questa era fatta. Ora avevo la coscienza pulita almeno.
Lei chiuse la conversazione con un: «Va bene, ora me ne vado che devo solo scaricare questo nervosismo, cia'.»

Ero sconcertata. Si prospettava un sabato molto lungo e noioso.

E poi sei arrivato tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora