4.

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Sbatto più volte le palpebre. L'orologio segna le 17:00.
Devo essermi addormentata tra le braccia di Paulo.
Ora lui non c'è. Chissà dov'è?
Esco dal corridoio e mi dirigo al piano di sotto. Si sono svegliati tutti a quanto pare!
Vado in cucina. Stavolta lo chef è assente, al suo posto trovo Stefano. È seduto al tavolo con una tazza in mano e nell'altra il cellulare.
Abbiamo legato subito, anche con gli altri ma con lui è diverso.
Gli vado dietro e lo avvolgo con le mie piccole braccia.
《Ciao.》Gli sussurro nell'orecchio.
《Ti sei svegliata finalmente, dormigliona!》Mi dice girandosi verso di me e abbracciandomi nuovamente.
Gli do un bacio sulla guancia.
《Ha parlato quello che si è addormentato mentre parlava.》
《In mia difesa, ho avuto gli allenamenti, sono giustificato, tu no.》Mi fa la linguaccia e si mette a ridere.
《E io ho fatto il giro della casa, grande com'è mi sono stancata.》Ribatto ridendo.
《Eppure non eri molto stanca quando hai parlato con Paulo nel corridoio.》Mi guarda in modo malizioso e io arrossisco. Ma lui come fa a saperlo?
《Me lo ha detto lui.》Stavo per chiederglielo ma mi ha anticipata. Giusto, dovevo immaginarlo. Sono amici, è normale che glielo dica.
《Comunque, stasera noi andiamo in discoteca, vuoi venire?》Non saprei. Ho brutti ricordi di quel posto. Basta. Sto pensando troppo al passato devo smetterla.
《Ti prego dai!》Dice Stefano vedendo che non gli ho ancora risposto. Beh perché no? Infondo sono con loro. Non succederà niente. Lo guardo. I suoi occhi mi stanno pregando e non credo che accetterà un no come risposta.
《Va bene, vengo.》Scoppio a ridere guardando la scena che mi si presenta davanti. Stefano sta saltando e battendo le mani come un bambino alle giostre.
《C'è solo un problema.》Mi guarda confusa. 《Non ho niente da mettermi.》
《Ah, è solo questo. Mi hai fatto preoccupare.》
《Voi maschi non capite niente!》
《Dai ti accompagno io.》Mi dice.
《Va bene. Vado a mettermi qualcosa di più decente e arrivo.》
《Mettici pure tre ore.》Dice in tono ironico.
《Puoi contarci.》Gli do una pacca sulla spalla.

Mi guardo allo specchio. Ho deciso di mettere una semplice maglia azzurra, jeans chiari e converse nere.
Mentre sto per uscire sento delle voci. Anzi urla.
Apro un po la porta. Provengono dalla camera di Paulo.
Non riesco a capire molto nonostante stia gridando.
《Te lo chiedo per l'ultima volta! Perché mi hai mentito?》Questa è la voce di Paulo. Non capisco. Con chi starà parlando?
Non riesco a capire molto, così decido di scendere ed andare da Stefano, ma mentre sto per mettere piede sulle scale sento qualcosa.
《Pensavo fossi mio amico, Alvaro. Non voglio più parlarti. Vattene.》
Finalmente sono alla fine delle scale.
Stefano sta parlando con Simone. Appena mi vede viene verso di me.
《Pronta?》Dice con un sorriso stampato in faccia.
Devo dirglielo.
《Sì. Comunque non so cosa sia successo, ma Paulo stava parlando con Alvaro di sopra. Più che parlare stavano gridando e..》Il suo sorriso è scomparso. Non mi lascia finire che si rivolge a Simone.
《Accompagnala tu, per favore.》Simone annuisce e lui scompare velocemente nelle scale.
《Tu sai cosa possa essere successo?》
《Ehm no.》Il tono che ha usato mi fa sospettare che lui sappia benissimo cosa è successo, ma evito di forzarlo.

Apro la porta di casa. Spero che i ragazzi si siano calmati.
Simone era strano in macchina. All'inizio si era distratto, poi mentre tornavamo stava nei suoi pensieri ed era molto ansioso. Non lo capisco.
Appena entrata non noto niente di diverso da quando sono uscita.
Salgo di sopra. Non sento nulla. Nessuna voce. Niente urla.
Magari avranno chiarito.
Entro in camera e mi metto le cuffie.

Guardo l'orologio. Sono le 20:35.
Fra poco dobbiamo andare, così mi cambio.

Quando ho finito mi guardo allo specchio. Ho smesso di mettere un vestito per andare in discoteca un anno fa. Brutte esperienze.
Così eccomi qua.

In casa non c'è nessuno

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In casa non c'è nessuno. Sono andati via già tutti. Salgo in macchina dove c'è mio cugino ad aspettarmi.
《Sei bellissima!》Mi dice e io lo ringrazio con un sorriso.

Arriviamo al locale.
Appena entrata subito l'odore di alcol e fumo mi avvolge.
Mio cugino raggiunge i suoi amici, mentre io vado a sedermi su un divanetto.
Mi guardo intorno. Sembra tutto normale.
Ad un tratto lo vedo. È lì seduto al bancone, con una bottiglia di birra in mano, e sta parlando con una ragazza. Provo una sensazione strana.
Sei gelosa di Paulo!
Zitta coscienza, non ho bisogno di te.
Lo sai che ti stai zittendo da sola vero?
Smettila.

Mi paralizzo. Mi sta guardando. I suoi occhi sono fissi nei miei. Questo momento sembra durare una vita, ma in realtà sono solo cinque secondi. Infatti lui toglie lo sguardo da me e lo riporta sulla bionda rifatta.
Volto lo sguardo. Nell'altra parte della stanza c'è Alvaro. Ha lo sguardo assente, mi pare anche che abbia gli occhi rossi di pianto, ma non ne sono sicura. Potrebbe anche essere l'alcol, infondo anche lui ha una bottiglia di qualche alcolico in mano.
Vado da lui.
《Ehi Alva!》Urlo per sovrastare il rumore della musica.
Lui ricambia il saluto.
《Ti stai divertendo?》
《Beh in realtà no. È una noia.》
《È normale se stai seduta su quel divanetto tutto il tempo. Divertiti.》Dopo aver detto questo se ne va, lasciandomi nuovamente sola.
Non trovo nessuno dei ragazzi. C'è troppa gente.

Esco fuori per prendere un po d'aria. Stavo soffocando lì dentro.
Per passare il tempo, giro un po per il giardino che circonda l'edificio.
Ci sono alcuni ragazzi che limonano, ma non ci faccio caso.
Quando arrivo sul retro non c'è nessuno.
Sento un rumore.
Proviene da dietro l'unico albero che c'è nel giardino.
Vado verso quel luogo.
Sento dei singhiozzi. Qualcuno sta piangendo.
Arrivata lì lo vedo.

Angolo autrice
Uhh chissà chi vede la nostra cara Alice!
Ve gusta?♡

Green eyes.|| Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora