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1 settimana dopo...
Vacanze finite e si ritorna alla solita vita.
Durante questa settimana sono stata distratta da due cose diverse: da una parte la città di Londra in tutta la sua bellezza e dall'altra i messaggi dell'unica persona che in quel periodo volevo proprio evitare.
Per i primi due giorni ho creduto di poter far finta di niente, ma quando ho capito che non sarei riuscita a trattenermi ho deciso di tenere il telefono spento per tutto il tempo.
Ovviamente, nonostante fosse una buona idea, non è comunque bastata. Ogni notte, tornata in hotel, cedevo alla tentazione di aprirlo e ogni volta trovavo sempre nuovi messaggi, che spesso mi facevano sorridere.
La mia mente ha volato verso cose impossibili e, appena tornata alla realtà del suo futuro matrimonio con un'altra, è caduta violentemente lasciandomi più triste, se possibile, di quando sono partita.

Siamo tornate a casa da un'oretta circa e i ragazzi ci stanno tempestando di domande da quando abbiamo messo piede in casa.
L'unico che non ha ancora detto una parola è Paulo, che sembra a disagio quanto me. Si limita ad osservarmi e quando nota che anche io faccio lo stesso mi sorride leggermente.
Accanto a lui c'è Antonella che invece, al suo contrario, è molto interessata alle nostre avventure in terra inglese. Da quando ha avuto la proposta e ha capito che non potevo più essere una minaccia per la sua relazione è diventata più gentile, ma purtroppo per lei, io non ricambio questa amicizia, forse per invidia o forse semplicemente perché lei è pur sempre l'Antonella gelosa che mi ha vista come una rivale dal primo momento in cui ci siamo incontrate.
L'entrata in salotto dello chef Sandro ferma i nostri discorsi annunciando che la cena è pronta.
Sono così stanca da non avere fame, quindi dopo aver avvisato i ragazzi, vado nella mia camera.
L'intenzione inizialmente era quella di dormire, e invece sono seduta sul davanzale della mia finestra intenta ad osservare le stelle che illuminano la città di Torino.
Sento la porta aprirsi lentamente e poi chiudersi allo stesso modo.
"Sai, ero venuto qui credendo di trovarti addormentata e di poterti dare il bacio della buonanotte senza che tu lo sapessi. Ma a quanto pare, devo cambiare i miei piani." Il suo accento argentino riempie il silenzio che mi aveva avvolta fino a un minuto prima.
Continuo a guardare il cielo; non mi volto perché so che è quello che vuole, non lo caccio neanche via dalla stanza, ma preferisco ignorarlo, sapendo che gli dà fastidio.
Rimane dall'altro lato della stanza e come mi aspettavo, non ottenendo attenzioni da parte mia, sbuffa, prima di avvicinarsi.
Dopo pochi secondi è seduto anche lui sul davanzale e mi osserva avidamente mordendosi il labbro inferiore. Continuo ad ignorarlo, senza problemi, come se non mi importasse della sua presenza, anche se in realtà non è così.
"Potrai anche continuare ad ignorarmi, ma ho bisogno di parlarti." Non gli rispondo, ma mi volto a guardarlo.
"Io non ho mai amato davvero Antonella."
"Ma le hai chiesto di sposarti." Affermo, cogliendolo di sorpresa per avergli finalmente rivolto la parola.
"Si.. ma non è stata una mia idea, cioè in realtà si ma non completamente."
"Paulo, non c'è bisogno che mi dai spiegazioni. Sono felice per voi, sono andata avanti." Una grande bugia e mi stupisco della mia stessa convinzione.
"No che non sei andata avanti. Non puoi averlo fatto." Sembra confuso, e fa bene a non crederci perché non è vero. Non è vero che sono andata avanti, che accetto il matrimonio e che l'ho dimenticato. Non è assolutamente vero niente di tutto quello che esce dalla mia bocca, ma sono troppo orgogliosa e ho troppa paura per ammetterlo.
"Guardami e dimmi che non mi ami." Mi mette due dita sotto il mento costringendomi a fissare i miei occhi nei suoi, caratterizzati dal riflesso della luna.
Una lacrima scende senza che io la possa fermare. Mi rende così fragile stare accanto a lui.
Porta il pollice sulla mia guancia bagnata asciugandola e si avvicina lentamente, ma allo stesso tempo velocemente per paura che io mi possa allontanare. Lo colgo di sorpresa premendo le mie labbra sulle sue, baciandolo come mai prima d'ora.
"L'ho fatto per mia madre. A lei è sempre piaciuta Antonella, ma non l'ha mai conosciuta davvero, e pensa che sia il meglio per me." Dice quasi senza fiato interrompendo la passione che ci stava avvolgendo.
"Potevi ribellarti. È pur sempre tua madre, è felice se lo sei anche tu, no?"
"Era la prima volta che mi chiedeva qualcosa, e volevo renderla felice e orgogliosa di me. Stare con Antonella era l'unica cosa che lei desiderava. Ma ora ho capito che, nonostante io le voglia bene, devo fare quello che mi dice il cuore. Sono sicuro che lei lo capirà." Mi sorride e io faccio lo stesso, continuando poi quello che aveva interrotto.

Da un semplice bacio passionale ad una notte di fuoco si potrebbe dire.
Siamo nel letto con la nostra pelle a contatto con le lenzuola. Le gambe intrecciate. La mia testa sul suo petto e una sua mano che mi accarezza dolcemente i capelli, mentre l'altra mi avvolge le spalle.
Alzo la testa per guardarlo. Ha i capelli tutti in disordine, che lo fanno sembrare quasi infantile, ma pur sempre bellissimo.
Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dal battito del suo cuore.
"Ti amo." Afferma prima di lasciarmi un bacio sulla testa.
Mi addormento così, pensando che probabilmente anche per me esiste il lieto fine.
E forse sono così ingenua da credere un po troppo nelle favole, ma in realtà, nel profondo, ho iniziato a dubitare dell'amore eterno quando ho notato che a quel "e vissero felici e contenti" mancava la parola insieme.

Green eyes.|| Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora