25.

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Apro lentamente gli occhi, ma la forte luce mi abbaglia costringendomi a chiuderli di nuovo.
Appena riesco ad abituarmi alla luminosa giornata mattutina, mi allungo un po' per stirare i muscoli. La mia mano tocca però qualcosa, o meglio qualcuno. E solo quando vedo chi c'è accanto a me, realizzo che tutto ciò che è successo non è stato solo un sogno impossibile.
Mi concedo qualche minuto per osservarlo meglio, anzi per ammirarlo, immaginando come sarebbe se fossimo una coppia.
Lui è tutto ciò che ho sempre desiderato, il mio principe azzurro delle favole, solo più stronzo, moderno e argentino. Ma alla fine è proprio quello che ha di diverso a piacermi di più.

Adesso mentre lo osservo, avvolto nelle coperte nel modo più strano, con i capelli arruffati e il ciuffo che gli ricade sul viso, mi rendo conto che forse non è solo attrazione quel qualcosa che provo per lui.
Distolgo il mio sguardo dal suo corpo e vado a farmi una doccia.
Quando ritorno in camera noto subito il vuoto che ha lasciato tra le lenzuola e mi chiedo dove possa essere andato. La mia mente comincia a lavorare producendo almeno una decina di ipotesi, tutte negative. E se si fosse pentito? E se per lui fosse soltanto uno stupido gioco? E se  stesse festeggiando la mia umiliazione? E se invece mentre io sto qui a farmi tante paranoie, lui fosse di sotto a fare colazione?

Indosso i primi vestiti che mi capitano sotto mano e corro in cucina, quasi inciampando sui gradini delle scale.
Riesco ad arrivare viva a destinazione, ma lo stomaco mi si chiude appena mi accorgo che non è qui. Ed ecco che ansia e preoccupazione tornano al loro posto.
"Ehi Alice, tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?"
Ero così presa dall'agitazione che non ho neanche fatto caso alla possibilità che ci potesse essere qualcun altro.
"Buongiorno Alex, sto cercando Paulo, per caso tu lo hai visto?" Gli rivolgo la domanda cercando di sembrare il più tranquilla possibile. All'inizio sembra incerto, poi mi rivolge un sorriso sincero.
"L'ho visto uscire poco fa." Indica la porta e mi rivolge uno sguardo che non riesco a decifrare. "Sembrava abbastanza agitato, non si è neanche fermato a fare colazione..."
Lo ringrazio velocemente e mi sottraggo al suo sguardo indagatore.
Salita nuovamente al piano superiore, i miei pensieri mi rivelano un dettaglio che ho fatto male a tralasciare. Sgrano gli occhi e scendo di nuovo le scale. Mi guardo intorno e capisco.
Neanche Antonella è in casa.
[...]

È quasi mezzanotte e di Paulo ancora nessuna traccia. Per tutta la giornata non ho fatto altro che pensare a cosa possa essergli successo. Non riuscendo a fare altro, sono uscita per fare una passeggiata in città con la speranza di trovarlo casualmente in qualche bar o in un parco.

Il mio sguardo è puntato sulle immagini che cambiano continuamente sullo schermo piatto fissato sul muro davanti a me, mentre il mio dito preme di continuo sempre lo stesso tasto del telecomando. Non riesco ad addormentarmi e nonostante le proteste dei ragazzi, ho deciso di rimanere ad aspettarlo.
Ho bisogno di risposte e quando lui varcherà la porta di casa, sarò la prima persona con cui dovrà parlare. Ma non sono sicura di poterlo aspettare per sempre, perciò spetta a lui decidere se vuole avermi nella sua vita o no.
Credo di non aver mai amato nessuno come sto amando lui, ma se questo non è ricambiato non ho intenzione di soffrire ulteriormente e di certo non posso costringerlo, la cosa migliore è lasciarlo andare.

Un giro di chiavi e la porta principale si spalanca.
Mi alzo di scatto, pronta a trovarmi davanti l'argentino, ma rimango delusa appena vedo la figura di Antonella.
Tiro un sospiro pieno di amarezza e le dò le spalle per tornare al mio posto davanti la televisione.
Lei mi segue e si siede accanto a me, aspettando forse una mia protesta, ma non ho nessuna voglia di concentrarmi su di lei, quindi la lascio perdere.
"Come mai stai qui da sola?" Mi chiede con un tono troppo gentile per i miei gusti, soprattutto se usato da lei.
"Come mai sei stata fuori una giornata da sola?" Le parole che mi escono di bocca sono frutto di stanchezza, ansia, delusione e rabbia e non cerco neanche di fermarle perché l'ultima cosa che mi importa è che si senta offesa dalla mia freddezza nei suoi confronti, come potrebbe biasimarmi?
"Immaginavo avremo affrontato questo discorso, perciò ti dico subito che non sono stata con Paulo oggi e credo che questa sia stata opera tua, dico bene?" Mi guarda con aria di sfida e capisco immediatamente che questa conversazione non andrà a buon fine.
"Non so proprio di cosa tu stia parlando. Perché dovrei essere la causa dei vostri problemi o del fatto che è scomparso dalla circolazione per tutta la giornata e non si è ancora fatto vivo?" La mia voce si è alzata e riesco a stento a trattenere la rabbia.
"Allora tu non sai spiegarmi come mai questa mattina è venuto a chiedermi una pausa per chiarirsi le idee riguardo al matrimonio?
In ogni caso, sono pronta a perdonarlo se tra di voi ci dovesse essere stato qualcosa che gli ha confuso le idee, ma sappi che sono pronta a riconquistarlo e se questo significa che dovrò infangarti, sono pronta. Preparati perché appena Paulo tornerà dalla sua breve fuga in Argentina, lotterò per avere ciò che voglio e non puoi neanche immaginare quanto io sia disposta a giocare sporco per vincere.
Questo è quanto avevo da dirti.
Buona fortuna, ne avrai bisogno."

La osservo allontanarsi con il suo fastidioso sorrisetto sulla faccia.
Mi ha appena sfidata? Minacciata? Entrambe le cose?
Non credo di voler prendere parte a questo gioco, in fondo stiamo parlando di una decisione che spetta solo e unicamente a Paulo.
Non sarà certo una stupida sfida a decidere chi sarà l'amore della sua vita...
Ma c'è un'altra cosa che non capisco, perché Paulo è tornato in Argentina senza avvisare nessuno?

Green eyes.|| Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora