PAOLA's POV
"Ti sei seriamente fatto licenziare!?" spalancai la porta della camera con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Le ore di viaggio non avevano fatto altro che accrescere la collera in me.
"Non urlare, ho mal di testa." rispose mio fratello con tutta la calma possibile mentre si metteva più comodo sul letto
"Sei senza lavoro e hai il coraggio di dirmi di non urlare perchè hai mal di testa?" urlai più forte, ma meno di quanto realmente avrei voluto fare.
Un'espressione di insufficienza gli incorniciò il volto mentre sollevava le spalle con sdegno.
Sospirai cercando di calmare il furore che mi sentivo scorrere nelle vene. Sentivo le mani prudere per quanto ero incazzata, ma dopo tutti questi anni avevo capito che urlare con lui non serviva a niente. Mi avrebbe solo fatto venire mal di gola.
"Perchè ti sei fatto licenziare?" chiesi con un quarto di tutta l'aggressività che avevo usato solo fino a poco prima.
"Sai quanto odio le persone e quando fai il cameriere ce ne sono così dannatamente tante che.."
"Mi stai dicendo che ti sei fatto licenziare solo perchè odi stare fra la gente?" lo interruppi alzando un dito verso di lui
"Non ho intenzione di passare il resto della vita a fare un lavoro di merda!" si mise a sedere mentre il suo tono diventava più aspro.
"Lo puoi fare fino a quando non ne troverai un altro che ti permetta di aiutarmi a pagare l'affitto.." sollevai le braccia per dare un tono più tragico a tutto ciò che stavo dicendo
"La tua coinquilina si scopa un milionario, non avete bisogno di lavorare per pagarvi l'affitto.." si alzò e si versò un bicchiere d'acqua. Il suo tono era di nuovo indifferente e strafottente.
"Non l'hai detto sul serio." sbottai con la voce impregnata di delusione.
I suoi occhi nei miei, era uno sguardo intenso che racchiudeva più di tutte le parole che avrei mai potuto dirgli.
Mi voltai e lasciai la stanza.
"Dove stai andando?" urlò alle mie spalle improvvisamente interessato a ciò che facevo
"Lontano da te prima che questa situazione degeneri!" risposi con tono neutro.
Non sapevo più che dire. Ero stanca delle sue stronzate e terribilmente delusa da lui..
a ogni passo che facevo temevo che il pavimento sotto di me si sarebbe spezzato per quanto sbattevo i piedi a terra.Uscii in cortile e l'aria fresca mi riempì i polmoni, ma non volevo aria fresca, non mi avrebbe calmata. Presi il pacchetto di sigarette dalla borsa e ne accesi una. Immediatamente sentii in gola il familiare sapore di tabacco e i miei nervi si lasciarono andare. Tutta la rabbia che avrei dovuto scaricare contro Dave se ne andava lentamente, come il fumo che usciva dalla mia bocca.
Bene e ora!?
Mi ero presa il week end libero dal lavoro per andare al mare con i ragazzi ed ero dovuta tornare un giorno prima per colpa di Davide, quindi avevo la giornata libera e non sapevo cosa fare.
Decisi di andare a casa dei ragazzi, l'unica cosa che avrebbe potuto aiutarmi in questo momento sarebbe stato passare del tempo con Niall che era tornato con me.
Non potevo andare in macchina, o Dave sarebbe rimasto bloccato a casa.
Fanculo anche Davide!
Questa è la mia macchina! Pago io per tenerla, non lui! Se vuole andarsene da questa casa dovrà trovarsi dei soldi per pagarsi un taxi!
Il viaggio mi sembró infinito, anche se effettivamente ci misi molto meno del solito vista la velocità a cui andai.
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Changes
FanfictionEra il mese di Giugno e il caldo cominciava a farsi sentire nella dolce Italia. Le scuole finivano e due ragazze si preparavano a trascorrere un'estate che non avrebbero dimenticato. Ancora non lo sapevano ma era tempo di cambiamenti..