Gogan Samli

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"E quella cos'è?" domandò Alyssa sbalordita.

"Non ne ho la minima idea" mormorò Michael avanzando verso l'apertura con prudenza. "Il profumo sembra provenire da lì dentro"

Si ritrovarono a un passo da quella strana apertura. Il vetro era sporco e in alcune zone, pieno di polvere. Alyssa strappò un pezzo di muschio da una roccia, si chinò e con l'aiuto di Michael, lo usò per rimuovere il velo di polvere che ricopriva lo spesso strato di vetro. Inginocchiati sul bordo per rimuovere gli ultimi residui che ostacolavano la visuale, protesi in avanti, scivolarono sul vetro, facendo ruotare la finestra scivolandoci all'interno. A quella breve caduta seguì un urlo e con un rumore sordo, atterrarono su di un tavolino in legno massiccio.

Pochi secondi dopo, quando riaprirono gli occhi, videro qualcosa di inverosimile. Attorno al tavolino dov'erano piombati c'erano dei minuscoli tronchi di legno, che probabilmente fungevano da sedie. Una sorta di cucinino rudimentale in pietra era affiancato alla curva parete di quella stanza dalle forme irregolari. Ad illuminare l'ambiente, oltre alla finestra, c'era una piccola lampada a olio che pendeva da una delle asimmetriche travi in legno del soffitto. La prima cosa che notarono però, fu una porta striminzita, davanti ai loro occhi, dalla quale apparve una misteriosa sagoma...

"Chi va là?" gridò la creatura immersa nel buio.

Udendo quella voce rimbombante e profonda, sbiancarono immediatamente. Alyssa notò che in mano, essa teneva stretta un'arma, probabilmente si trattava di una balestra. Afferrò Michael per il cappuccio della felpa scendendo dal tavolo e, insieme, indietreggiarono a gran velocità, fino a ritrovarsi addossati alla parete.

"Siete sordi?" domandò. "Che diavolo ci fate qui? Come avete trovato questo posto? Parlate!"

L'essere si fece avanti a piccoli passi.

Adesso quei pochi raggi di luce che penetravano all'interno, lo colpivano interamente. Non credevano ai propri occhi.

La sua bassa statura lo faceva sembrare un piccolo ometto. Due grandi luridi piedi, in parte coperti da uno spesso strato di pelle, poggiavano sul pavimento. Con entrambi le mani invece, teneva una balestra di modeste dimensioni, puntata dritta verso di loro. Il viso, pieno e olivastro, con delle sottili cicatrici su entrambe le guance, era ricoperto in parte da una lunga e folta barba grigia, che terminava all'altezza delle braghe. I suoi occhi chiari, trasmettevano un senso di serenità a chi li osservava da vicino, ma in quelle circostanze, mantenere la calma non era certo facile.

"Possiamo parlarne" disse Michael ansimante alla ricerca delle parole giuste da pronunciare "Penso che non ci sia bisogno di quella... Posala e ti spiegheremo tutto" concluse indicando l'arma.

L'individuo, continuando a fissarlo dritto negli occhi, abbassò lentamente la balestra, senza aprir bocca.

"Stiamo cercando una persona" disse Michael con assoluta sincerità.

Non finì di pronunciare quelle parole, che lo strano essere inveì nei loro confronti.

"Ah davvero? Mi vuoi davvero far credere che stavate cercando una persona? Nella foresta? "continuò aumentando sempre di più il volume della voce "Non so cosa tu abbia in mente ragazzo, ma sto per perdere la pazienza!"

Improvvisamente tutti loro furono distratti da un luccichio, seguito da un lieve bagliore che distolse il loro sguardo da quell'attimo cruciale.

Sgomento ed esterrefatto, l'individuo posò con estrema destrezza la balestra e si catapultò per afferrare l'oggetto, sperando che non si trattasse di ciò che temeva ma, nel momento in cui lo osservò alla luce, la sua espressione mutò immediatamente.

"No, non è possibile... Non può essere vero..." sussurrò.

Rimase immobile, sopraffatto da innumerevoli pensieri che affollavano la sua mente. In essa si scandivano infiniti fotogrammi, che ripercorrevano le sue sensazioni vissute.

Ora anche Michael riuscì a vedere con chiarezza l'oggetto che teneva fra quelle possenti e sudicie mani.

Si trattava della fatidica gemma, scivolata durante la caduta, dallo zainetto di Alyssa.

Nonostante la paura, fissavano la creatura, quasi pietrificata, cercando le parole per spezzare quell'istante eterno.

Il soggetto distolse lo sguardo dalla gemma e lo alzò, guardando il ragazzo con occhi diversi. Scrutando il suo sguardo, intravedeva qualcosa di molto familiare. Improvvisamente tornò a parlare, pacando la sua voce.

"Dove l'avete trovata?" domandò.

Anche i ragazzi, intuendo il suo repentino cambiamento tentarono di tranquillizzarsi.

"Sono stato io a trovarla" precisò Michael. "Eravamo in visita in una caverna nel Nevada, quando improvvisamente un forte bagliore di luce mi accecò, facendomi perdere i sensi. Quando mi risvegliai, accanto a me c'era lei! continuò voltando il suo sguardo verso Alyssa. "Nella mia mano invece c'era quella strana pietra"

Ascoltando ciò che aveva detto il ragazzo, timidamente, quasi senza accorgersene, evocò quel nome.

"Arthur"

"Allora tu sei..." disse Michael con un pizzico di dubbio.

"Mi chiamo Gogan" rispose lui senza esitare "Sedetevi, vi prego"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2016 ⏰

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Iram | Il segreto di ArthurDove le storie prendono vita. Scoprilo ora