Capitolo 2 (terza parte)

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Michela

Inizio a raccoglierle e nel mentre mi cade l'occhio su una fotografia con me da neonata in braccio a un ragazzo molto giovane e un ragazza anche lei giovane dalle caratteristiche simili alle mie.
Il viso del ragazzo mi sembra di averlo giá visto, ma non ci faccio molto caso.

Guardo ancora la foto quando ad un certo punto, cercando ci capire chi sono loro, la giro e vedo scritta una lettera indirizzata a me con una grafia molto carina e leggera. Il fatto che scrive leggero senza calcare mi ricorda la mia scrittura, ma qua come prima me ne frego.

Incomincio a leggere e ne rimango stupita:

"Cara Michela,
Sono la tua mamma .. la tua vera mamma. Mi chiamo Angela. Con queste parole tu non devi pensare che io ti abbia abbandonata, ma che ti ho voluto bene a tal punto da sacificare la mia vita per te.
Devi sapere che quando stavi per nascere il dottore mi disse che avevo una malattia particolare che si sarebbe accentuata con il parto. Questa avrebbe portato in poco tempo alla mia morte, ma io non gli diedi ascolto e decisi di darti alla luce comunque fregandomene di tutte le novitá che mi aveva detto il dottore.
Queste cose tuo padre non le sa e lo ammetto non sono stata giusto con lui per non avergliele riferite, ma io lo amo e sono sicura che lo renderei solo triste. Voglio ricordarlo per la sua dolce voce che mi diceva che mi ama e che mi resterá affianco qualunque cosa succeda, voglio ricordarlo con il suo splendido sorriso sulle labbra che riesce a far cambiare una mia giornata storta alla giornata più felice del mondo.
Vorrei anche dirti di non prendertela con lui e di perdonarlo se non ti ha mantenuta con lui, ma vedi sono sicura che i miei, dopo la mia morte, lo avrebbero reputato troppo giovane per farti mantenere con lui e cosí adesso vivrai con i miei genitori.
Io ti amo piccola mia. Sai ti sto scrivendo questa lettera dietro la nostra fotografia piú bella secondo me e dentro un parco con te vicino a me proprio ora perché il dottore mi ha detto che mi rimangono pochi mesi di vita. Ora ritorno a casa perché se no tuo padre si spaventa a morte ... tu gli assomigli incredibilmente. Sono contenta di averti con me.
Non ti diró il nome di tuo padre perché deve essere un compito dei miei genitoridi dirtelo.

Angela
P.S ricorda a tuo padre e ricordati che vi ameró per sempre"

La lettere finisce e io sono in lacrime.
Mi sento tradita dalle persone che credevo fossero i miei genitori e illusa.
Mi hanno mentito per quattordici anni.

Decido di chiamare Ele per studiare insieme, ma non le diró niente.

Serena

Mi sveglio alle 6:30, ma non mi va di andare a scuola e perció rimango a casa.

Verso le 9:00 i miei se ne vanno e prendo una decisione difficile: cercare altre informazioni sulle foto di ieri.
Vado nello stanzino, prendo le scatole e poi le deposito in fila in salone.
Inizio con la prima e non trovo niente, allora vado con la seconda e niente ancora; solo quando arrivo alla sesta trovo qualcosa di interessante: una cartella medica.

C'é scritto il nome di una certa Elena Rossi, ma non faccio in tempo a cominciare a leggerla che mi suona il cellulare. Appena rispondo sento dei singhiozzi e Eleonora dirmi "Serena raggiungimi in ospedale é successa una cosa a Michela"

spazio nana
scusate il ritardo e potete uccidermi se volete


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