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Ora Siamo Pari

Arrivati a Vienna ci appostammo in un bar vicino all'attentato. Il perimetro dell'edificio esploso era controllato dalle forze dell'ordine ed era pure pieno di agenti e giornalisti.

Sam ed io rimanemmo all'interno del bar, mentre Steve uscì, non appena una donna bionda poco più alta di me, si presentò all'entrata.

"è lei?" domandai fredda, squadrandola da capo a piedi.

Aveva i capelli molto più biondi di quello che pensavo e non assomigliava nemmeno un po' alla zia, che io stimavo alla grande tra l'altro. Un po' perché si era fatta il mio uomo e la capivo, un po' perché era una donna con le palle.

L'unica cosa che aveva ereditato dalla zia era il seno, abbastanza prosperoso, molto più del mio. Per il resto, non aveva nulla di simile ne a Peggy ne a me.

"per tua sfortuna si" rispose Sam "non sta simpatica neanche a me e nemmeno a Steve, credimi"

"allora perché ci è stato assieme?" mi uscì spontanea quella domanda.

"pensava fosse uguale alla zia, ma a quanto pare lui i suoi amici non li ascolta molto" rispose con tono ironico, senza staccare gli occhi dalla tazzina di caffè che aveva davanti.

"cosa è successo?" azzardai, curiosa.

"lei andava con tutti quelli che le permettevano di avere una certa notorietà e ai tempi dello Shield avere una relazione con Capitan America attirava molte prede" mi spiegò Sam, guardandola con l'odio negli occhi "poi è successo che mentre parlavano della zia, lei non ha mai speso parole carine dopo il suo funerale" concluse.

Capirai, che ti puoi aspettare da una che crede di essere importante solo perché nipote di uno dei membri fondatori dello Shield? Almeno Tony, per quanto fosse una persona egocentrica e sostenuta non era mai stato arrogante con i conoscenti e gli amici, nonostante lo sembrasse alle volte.

Feci volare lo sguardo sulla coppia che si stava parlando all'entrata.

Vidi Sharon posare le sue labbra contro la guancia di Steve per poi posargliene uno sull'angolo della bocca. La terra cominciò a vibrare ed io strinsi i pugni.

Giuro che è stata una risposta involontaria del mio cervello.

Sam trattenne una risata.

"stai calma o attirerai l'attenzione" mi avvisò l'amico sorseggiando il caffè, come se non stesse succedendo niente.

Steve mi lanciò un'occhiataccia.

"se le spezzo le ossa, è un problema per te?" domandai, smettendo di far vibrare ogni cosa.

Sam sorrise e scosse la testa, finendo il suo caffè e cercando di non scoppiare a ridere.

"faresti un favore grande a molta gente" ammise.

"allora provvedo"

Mi alzai dal mio sgabello e raggiunsi Steve. Misi una mano in mezzo tra i due e scaricai delle leggere vibrazioni contro Sharon che la spostarono di qualche centimetro.

Presi dalle sue mani il fascicolo con le informazioni e le sorrisi, per poi dare un bacio sulle labbra a Steve. Era freddo anche quel bacio, ma a me importava ben poco. Mi importava solo averle fatto capire chi comandasse.

Rientrai nel bar e consegnai il fascicolo a Sam, il quale mi diede il cinque.

"appoggio sempre di più l'idea di averti fatta entrare in squadra" ammise, guardandomi divertito.

Sorrisi e mi sedetti nuovamente al mio posto.

Steve salutò la vipera bionda e lei se ne andò rimanendoci abbastanza male.

Cᴀᴘᴛᴀɪɴ Sʜɪᴇʟᴅ → Mᴀʀᴠᴇʟ • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora