CHIACCHIERATA CON BRIAN MAY

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il bagagliaio si apri ed io ne approfittai per uscire, caddi a terra e mi nascosi dietro la macchina nera e lunga di Freddie per capire dove stesse andando. Lo seguii a debita distanza cercando di non farmi notare ma lo zaino faceva rumore, entrata dentro notai che l'edificio era sviluppato su tre piani, con il pavimento di assi di legno ed alte pareti bianche che fiancheggiavano le scale in marmo.

Seguii Freddie fino al terzo piano dove entrò dentro una stanza, guardai dalla serratura della chiave chi c'era assieme a lui e indovina, c'erano Roger Taylor e John Deacon con i rispettivi strumenti, ma ne mancava uno... dov'era Brian May?

Girai lo sguardo lentamente come se avessi qualcuno alle spalle e c'era propio lui, il mio idolo con la chitarra, Brian May con quei suoi capelli ricci e con i mocassini bianchi ai piedi che mi fissava sbalordito, mi scappò un "OH SHIT" che fece ridere Brian a tal punto da sedersi accanto a me e far partire una chiccherata:

-Ciao mi chiamo Brian tu chi sei?- mi chiese porgendomi la mano

-Giulia- e gli strinsi la mano con un sorriso stampato in faccia che poi ricambiò a sua volta.

-Che ci fai qui?-

-Mmm... volevo conoscervi e quindi ho seguito Freddie- rimase stupito poi rise

-Molto astuto, quanti anni hai?-

-14, sono una ragazzina di origini scozzesi- Brian era al quanto interessato

-Quindi sei una ragazzina che conosce i Queen- per fare la saputella dissi altre cose che non centravano

-So molto altro: so quando siete nati, come avete fondato il gruppo e come hai inventato la Red Special-

-Complimenti, sai mi stai simpatica vorrei conoscerti meglio, magari possiamo prendere un caffè se ti va?- stavo per mettermi a piangere ma mi trattenni

-Certamente !!! apetta...- dissi mentre tiravo fuori il telefono dalla tasca

-Sorridi!- lui obbedì ed io scattai la foto. Ero al settimo cielo non ci potevo credere conoscevo Brian May, per assicurarmi che avremmo preso un caffè gli diedi il mio numero di telefono, lui lo ripiegò e lo mise in tasca.

Si alzò e mi porse la mano, io la presi al volo e la utilizzai per alzarmi, lasciai lo zaino fuori e gli strinsi la mano, poi aprimmo la porta ed entrammo.

PASTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora