Se mi dovessero chiedere di dare un voto da uno a dieci per descrivere il dolore che sto provando in questo momento, darei un enorme, dolorosissimo dieci.
Leggings neri, felpa nera troppo larga per la mia corporatura, e Converse nere. Non esattamente un abbigliamento da funerale ma alla fine seriamente dovevo mettere un vestito nero nel momento in cui vorrei solo uscire di casa in pigiama? Un vestito non mi farà apparire meno triste di quanto lo sia in realtà.
È nuvoloso, come il mio umore, anzi il mio umore è ancora più nero delle nuvole sopra di me.
Mi presento davanti alla chiesa e non vedo nemmeno i genitori di Calum, probabilmente nemmeno si sono preoccupati di venire al funerale del figlio.
Vedo Mali, la sorella che mi viene incontro con il trucco colato dal pianto.
"Mi dispiace Halsey."
Se solo sapesse che è tutta colpa mia se Calum si trova in una bara di legno in queste quattro mura.
Mi limito ad abbracciarla cercando di trattenere le lacrime.
Poi vedo Tom, davvero bella faccia tosta a presentarsi qua.
Prendo posto in terza fila, di sicuro non ho voglia di stare davanti al parroco.
Inizia la messa, vedo solo tanta gente vestita di nero e sento il prete dire parole che non capisco, parole che non voglio capire.
Dopo un tempo che potrebbe andare dai cinque minuti alle due ore e mezza una mano delicata mi picchietta la spalla e mi giro, ritrovandomi Mali che mi dice che è arrivato il momento di pronunciare il discorso.
Non ho preparato niente, e si che la gente pensi pure che sono maleducata a presentarmi in scarpe da ginnastica e felpone a scuola, ma non mi interessa, non mi interessa più vivere ormai.
Salgo sull'altare, sistemo il microfono del leggio in modo che arrivi alla mia altezza e inizio a parlare.
"Calum aveva un diario. Io questo diario l'ho letto. L'ho scoperto quando ho trovato Calum svenuto nel bagno di casa sua. E non è vero che i diari li tengono solo le femminucce. Calum non era una femminuccia. Calum in quel diario scriveva di me, scriveva che mi amava e io nel frattempo cosa facevo? Lo trattavo come un cane. A volte la nostra vista viene appannata da persone sbagliate, magari ti fanno sentire grande, popolare, accettata dal gruppo e poi ti fanno distruggere la persona per la quale sei stata in vita finora, la persona che era la tua famiglia. Perché Calum era la famiglia che sia io che lui non abbiamo mai avuto. Io ho fatto morire Calum e ho fatto morire l'ultima persona che su questo momento meritava di farla finita. Era un ragazzo d'oro, era anche bello, tremendamente bello e mi amava. E quella stronzata che ti accorgi di tenere a una persona solo quando l'hai persa è vera. Perché io per Calum avevo sempre avuto un debole. E ora mi rendo conto di quanto io lo ammassi, ma non sarei mai stata abbastanza per uno come Calum. Un ragazzo così dolce, altruista, sensibile e timido con una acida, egocentrica e antipatica come me. Calum era l'unica cosa che avevo su questo pianeta. I pomeriggi passati a mangiare sul divano, le notti passate insieme perché tanto noi i genitori non ce li avevamo, l'intera infanzia passata insieme, le sue risate che alla fine facevano ridere anche me, i suoi abbracci che sistemavano tutto, l'unica persona che sapeva capirmi e aiutarmi. Ora che mi rimane? Il dolore e i sensi di colpa per aver ucciso la persona a cui tenevo di più al mondo. Mi rimane solo questo."
{Avevo la pelle d'oca mentre scrivevo il discorso di Halsey anche se non sono pienamente soddisfatta di come sia uscito. Il prossimo capitolo sarà l'epilogo, ciò significa fine della storia. Sappiate che sia in questo che nel capitolo precedente ci sono mooolti spoiler. Come pensate che finirà la storia?}

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Just the way you are ; cth
FanfictionHalsey è una di quelle ragazze che indossano sempre felpe oversize e vestono solo di nero. Non ha amici tranne il suo migliore amico fin dalle medie, che ha una cotta per lei dalla prima volta che si sono visti. Lui parla di Halsey tutti i giorni al...