Verità

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"Tu sei morta" le parole di Jamie continuano a ripetersi come un flusso incessante nella mia mente.
"Ma... come è possibile, voglio dire tu, i miei genitori...mi potete vedere"
"No Alexa, tu non sei morta..."
improvvisamente mi viene voglia di tirargli un pugno in faccia. Non ci sto capendo nulla!
"Potresti essere più chiaro?"
gli domando in preda ad una crisi di nervi, "Ti spiegherò tutto, adesso però tornamo a casa prima che i tuoi si chiedano che fine abbia fatto"
In queste poche ore i miei genitori sono stati l'ultimo dei miei pensieri ma Jamie ha ragione, devo andare, quindi tengo a freno la mia curiosità e ci dirigiamo verso casa.
"Che ne dici di spiegarmi tutto una volta per tutte?!" domando alquanto nervosa suonando il campanello.
Jamie non ha il tempo di rispondere e al posto della sua voce sento quella di "mio padre" o chiunque sia l'uomo che si china ad abbracciarmi "Tesoro, dove sei stata? Non ti abbiamo nemmeno sentita uscire" afferma con voce preoccupata, poi si volta verso il ragazzo al mio fianco e io penso che sia giunto il momento di fare le dovute presentazioni... "Papà questo è... " ma mi interrompe nel bel mezzo della frase "Alexa, tesoro, conosco perfettamente Jamie, non devi mica presentarmelo!" ed entrambi scoppiano a ridere.
È proprio allora che mi accorgo di non sapere quasi nulla del ragazzo biondo che nel frattempo è entrato in casa e si è appollaiato perfettamente a suo agio sul mio letto. Sembra un bambino mentre cerca di trovare la posizione più comoda per sedersi e mi ritrovo quasi a pensare che sia tenero.
"Jamie, mi devi delle risposte"
"Vero, falso, forse, si, probabilmente" afferma ridacchiando mentre infastidito dal fatto di non essere riuscito a trovare un buon punto per appollaiarsi, si alza esasperato.
Capisco che l'unico modo per parlare con lui è evitare di dargli un motivo per scherzare, quindi mi limito a fissarlo con espressione seria.
"Okay, okay" dice alzando le mani al cielo "ma ti conviene sederti, è un po'complicato" e cascando sul letto, mi fa cenno con la mano di andare a mettermi accanto a lui.
"Vedi... Alexa, forse non mi crederai ma... Beatrice e tu, cioè tu e Beatrice siete... la stessa persona in teoria..."
"Hai ragione" affermo...
"Infatti non ti credo"
"Pensaci, il fatto di esserti svegliata in ospedale, nessun ricordo, gli occhi che cambiano colore e persino i tuoi ricordi che credevi fossero visioni!" esclama improvvisamente serio.
Odio ammetterlo ma...
"Ti credo" concludo lasciando di stucco più me stessa che lui. Gli credo? Gli credo davvero?!
"Cosa è successo prima del mio risveglio in ospedale?"
"Alexa, cioè tu, io e Beatrice siamo stati da sempre migliori amici. Lei era bella, eccome se lo era, con quegli occhi verdi..." mentre lo dice un sorriso si dipinge sulle sue bellissime labbra, provo una sensazione strana nel guardarlo. Gelosia?
"E poi..." il volto perfetto gli si riga di copiose lacrime.
Non me la sento di forzarlo a continuare il racconto.
Senza pensare razionalmente mi avvicino e lo abbraccio. Lui mi stringe più forte e incastra la fronte tra la mia spalla ed il collo. "Credo sarebbe meglio continuare a parlare nel luogo in cui tutto è avvenuto. Il luogo in cui l'ho persa. L'ho persa per sempre!" esclama disperato tra i singhiozzi e poi succede qualcosa di sconcertante. Le mie labbra si muovono da sole, gli occhi mi si illuminano di verde "Io sarò sempre con te... amore mio."

Souls || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora