Stronzo...

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Non rimasi inginocchiato sul pavimento a lungo, nonostante mi piacesse particolarmente sentire le sue reazioni al contatto con la mia lingua. Non era la prima volta che facevo certe cose con un uomo, ma con lui sentivo una carica erotica che spesso era mancata in passato. Forse perché era la prima volta che mi concedeva di avvicinarmi così tanto a lui.

Ben presto, però, fui fatto alzare e trascinato verso il letto. Prima di sdraiarsi lui si tolse i vestiti guardandomi intensamente negli occhi. Io feci alla svelta lo stesso mentre mangiavo con gli occhi quella vista. La sua pelle era così candida che si stagliava contro il colore scuro della coperta. Mi sdraiai su di lui, legandolo subito a me con un bacio.

«Toccami.» fu tutto ciò che mi sussurrò quando mi staccai appena per riprendere fiato.

Rimasi sbalordito, tanto che lo fissai per qualche secondo convinto di aver capito male. Lui vedendo la mia reazione si avvicinò al mio orecchio e pronunciò di nuovo la stessa, suadente parola, questa volta mentre premeva la mia mano contro il suo petto facendola poi scorrere lungo il suo torace. Assaporai il contatto con ogni centimetro della sua pelle.

"Non toccarmi." Ancora ricordavo quante volte avevo sentito quella frase pronunciata dalle sue labbra. O espressa dai suoi occhi.

*

Per tutto il tragitto non riuscii a smettere di lanciare occhiate nella sua direzione. All'inizio ero incuriosito dal decidere che tipo di persona fosse. Mi ero accorto di alcuni suoi piccoli movimenti che gli permettevano di evitare il contatto troppo diretto con gli altri numerosi pendolari. Poi avevo notato il movimento ritmico delle sue dita e della punta del suo piede, sicuramente a tempo con la musica che stava ascoltando. Ero convinto che fosse una cosa che tantissime persone facevano, era quasi spontaneo per me muovermi a tempo, ma mi piaceva pensare di avere almeno una cosa in comune con quel ragazzo.

Infine, fu il suo aspetto a catturare il mio sguardo. Era vestito piuttosto normalmente, pantaloni neri e felpa bianca con una scritta scura sul davanti, ma era il suo stesso portamento a donargli un certo fascino. A questo sicuramente contribuivano i molti piccoli orecchini e la fascia nera annodata tra i capelli castani. La tasca dei miei pantaloni vibrò distraendomi dal fissare un perfetto sconosciuto.

«Kookie?»

-Jimin hyung dove sei? E smettila con quel nome!-

«Sto arrivando. Sono sull'autobus»

-Speriamo faccia in fretta, qui c'è un sacco di gente-

«Sapevo che avrebbero partecipato in tanti. Tu sei già in fila, giusto?»

-Sì e ci sono dei ragazzi vicino a me che continuano a raccontare storielle nel dialetto di Daegu. Mi fanno morire dalle risate-

Scoppiai a ridere anche io immaginando la scena.

«Almeno passi il tempo! Tra poco arrivo»

Detto ciò chiusi la chiamata.
Io e JungKook avevamo in programma ormai da settimane di andare a vedere una famosa gara di ballo che si teneva ogni anno in città. Potevano partecipare solo ragazzi non professionisti e in genere si iscrivevano giovanissimi studenti di scuole di ballo e canto. Quasi tutti portavano pezzi di danza hiphop sperando di arrivare nei primi posti della classifica per essere reclutati da qualche casa discografica come trainee. Quel giorno si teneva la finale maschile e il pubblico era numerosissimo. Il mio amico aveva avuto la fortuna di riuscire a prenotare due posti quindi non ci aspettava nessuna interminabile coda alle biglietterie.

Alla fermata più vicina all'evento scesero diverse persone insieme a me e, a causa della calca, persi di vista il ragazzo di prima e smisi di pensarci. Mi avviai insieme al resto della piccola folla verso il luogo della gara, ringraziando che la pioggia fosse cessata velocemente come era iniziata, anche se erano rimasti il cielo grigio e un freddo umido.

Un cartello indicava sulla sinistra la coda per chi aveva già un posto prenotato. La scorsi tutta più volte con lo sguardo cercando di individuare JungKook. Finalmente riuscii a scorgerlo verso la metà della fila, con il cellulare alla mano e le cuffiette nelle orecchie. Appena fui abbastanza vicino mi piegai per interporre la mia faccia tra la sua e lo schermo, guardandolo così dal basso verso l'alto. Vedendo il suo leggero sobbalzo mi spuntò un largo sorriso.

«Ciao Kookie. Che stavi guardando così assorto?» gli domandai rimettendo dritto.

Lui mi sorrise con la chiara espressione di chi ha davanti uno scemo.

«Finalmente sei arrivato. Stavo guardando dei video. C'è questo nuovo cantante esordiente che sta diventando un fenomeno del web. Molti dicono che oggi si presenterà alla gara quindi volevo-
Interruppe la frase a metà e sembrò scrutare alle mie spalle.

«Io quello lo conosco!» esclamò prima di lasciarmi lì da solo e avviarsi verso qualcuno non troppo distante.

A causa della moltitudine di persone riuscivo a captare solo poche parole del loro discorso.

«Jin hyung - più visti - finito il liceo»

Era un ragazzo alto, dallo sguardo gentile, che lo salutò arruffandogli i capelli con la mano.

« - dando il massimo? - tutto bene. Non - vederti qui»

Il mio amico continuava a sorridere come se fosse in gran confidenza con l'altro. Quando lo vidi indicare con la mano dalla mia parte, sorrisi facendo un piccolo inchino. Non potendo allontanarmi dalla fila mi limitai a quello.

« - già - prima o poi a dare un'occhiata. Tu?»

Non udii nulla della risposta, distratto dal ragazzo che si era appena avvicinato a loro. L'unica cosa che era cambiata nello sconosciuto dell'autobus era che ora teneva in mano due piccole borse di carta di una pasticceria. Ebbi immediatamente l'impulso di voltarmi dall'altra parte prima che potesse accorgersi di me. Mi girai solamente un po' di lato, fingendo di osservare qualcosa sul cellulare. Non mi accorsi così che si erano avvicinati a me.

«Ti diverti a contare i minuti?»

Sobbalzai sentendo quella voce così vicina all'orecchio. Ero così concentrato a sembrare disinvolto da non accorgermi che erano vicini a me. Sollevai la testa e incontrai gli sguardi divertiti di JungKook e del suo amico. Gli inviai maledizioni mentalmente per non avermi avvisato della loro presenza in qualche modo. Fissai sarcastico lo sconosciuto del pullman, ma mi trattenni dal rispondergli a tono.

«Ero solo assorto nei miei pensieri»

Prima che potesse rispondermi intervenne il mio accompagnatore a fare le presentazioni. SeokJin Kim sembrava un ragazzo gentile e simpatico, capivo perché pareva piacer tanto a Kook. Per secondo mi rivolsi a lui. Cercai di sembrare il più tranquillo possibile.

«Park Jimin. Piacere di conoscerti e di incontrarti di nuovo. »

E metalmente aggiunsi: anche se avrei preferito non vederti più.
Il mio inchino risultò rigido e ben poco profondo.

«Min YoonGi.»

Non aggiunse altro. Non fece nessun inchino, nemmeno il gesto di volermi stringere la mano. Senza che nemmeno mi accorgessi il mio verdetto era stato raggiunto.

Non era gentile: Min YoonGi era uno stronzo.

Non toccarmi [BTS - YoonMin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora