Non toccarmi [BTS - YoonMin]

Moon

Primo premio come miglior performance.
Certo, non era come il primo premio tecnico, dato a chi aveva eseguito la coreografia e i passi con la miglior tecnica, ma era comunque uno degli altri pochi premi della gara, assegnato a chi aveva colpito per l'esibizione nel suo insieme. In ogni caso era un grande orgoglio per me e mi dava la possibilità di avere una bella agevolazione sulla quota di iscrizione dell'anno successivo.

Anche la coreografia della squadra era stata impeccabile. Mentre ci esibivamo avevamo spesso suscitato grida di ammirazione nel pubblico grazie ad alcuni passi davvero molto scenografici. Ero stanco ma finalmente soddisfatto. Avevo dato tutto me stesso per questa gara e quel riconoscimento era per me un enorme traguardo.

Terminata la serata si erano tutti complimentati con me, amici e compagni. Avevo impiegato molto tempo a salutare tutti, ma avevo voluto dedicare un momento per congratularmi con ognuno dei miei compagni; inoltre dopo quella serata la scuola sarebbe rimasta chiusa per dieci giorni quindi volevo esser sicuro di aver salutato tutti.

Gli amici di Jin se n'erano andati presto. HyunSu mi aveva anche intimato di non provare mai a diventare un idol perché non voleva essere superato da un moccioso come me. Poi mi aveva lasciato una pacca sulla spalla e aveva aggiunto che mi ero davvero meritato la musica di Suga. Anche Sung-He era andata via presto avendo del lavoro da fare il giorno dopo in mattinata.

Solo JungKook, Jin e Yoongi rimasero fino alla fine, quando finalmente riuscii a concludere il giro di saluti. Mia madre e mio padre restarono insieme a loro incerti sul da fare, ma quando capirono che i miei amici avevano intenzione di portarmi a festeggiare, ci salutarono e tornarono a casa. Mio padre, prima di andar via, intimò a Jin, che gli pareva il più responsabile, di non fare pazzie e di riportarmi a casa sano e salvo. Una volta rimasti soli aiutammo Yoongi a caricare in macchina la sua attrezzatura per le riprese e salimmo poi nella vettura.

«Allora, ragazzi. Dove vi porto?»

Si era messo Jin alla guida dell'auto nonostante quella fosse di Yoongi perché, anche ad una veloce occhiata, si vedeva quanta stanchezza il ragazzo avesse accumulato.

«Io muoio di fame» annunciai mentre la mia pancia sottolineava il concetto gorgogliando.

«Vuoi andare in un ristorante? In qualche locale?» mi chiese JungKook dopo aver lanciato uno sguardo divertito al mio stomaco.

«Ad essere sincero vorrei andare ad uno di quei chioschi sulla strada a sfondarmi di street food. È troppo tempo che non mangio certe deliziose schifezze»

«Agli ordini!»

Partimmo così alla ricerca di un chiosco, uno di quelli con i tavolini sul davanti e il tendone trasparente a coprirli. Non fu difficile trovarne uno vicino e poco affollato visto l'elevatissimo numero di quei posti lungo le strade di Seoul. Prendemmo alla svelta posto e la proprietaria ci servì altrettanto velocemente le diverse pietanze: il centro del tavolo era occupato da una griglia bollente su cui sfrigolava della carne mentre il resto dello spazio era invaso da piatti e scodelle con spiedini, verdure, tortini di pesce, frittelle salate e kimbap.

Per festeggiare Jin ordinò anche una bottiglia di soju. Al primo giro brindammo tutti in mio onore; anche JungKook si scolò un bicchierino, nonostante non avesse ancora l'età per bere. Al gusto forte del soju noi più piccoli strizzammo gli occhi tra le risate degli altri due: non eravamo molto abituati all'alcol e io sentii già da quel primo bicchiere una sensazione di calore salirmi dalla gola fino alla testa.

Proposi comunque un secondo giro, in onore di Suga, ma solo Yoongi si unì. Jin preferì saltare dovendo poi guidare e Kookie voleva evitare problemi essendo ancora minorenne. Il terzo e quarto bicchierino me li scolai da solo, uno dopo l'altro dimenticando l'etichetta e versandomeli da me, giusto per finire la bottiglia. Alla fine mi ero meritato quella serata e bere un po' ogni tanto avrebbe solo giovato al mio spirito, tant'è che non impiegai molto a diventare stranamente molto loquace.