Prologo

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Cammini per i quartieri del ghetto e anche se ci vivi da quasi 17 anni ti fa sempre tutto schifo.
Non cambia mai nulla, però succede sempre di tutto.
L'odore è un misto di fumo alcool e cocaina. Niente male in realtà.
Le gente è spesso coperta di tatuaggi e perching.
E fino a qui tutto bene.
I rumori però, quelli sono indecenti.
Gemiti e urla di troie eccitate.
Spari e lamenti di gente che viene ammazzata.
Tonfi di corpi che cadono a terra.
Che schifo.
Spesso però ho bisogno di quei rumori.
Mi distraggono dai pensieri, e mi ricordano che non sono sola in questo mondo.
Certo, non ho ancora capito se è esattamente un bene, ma per ora mi sento sollevata ad avere qualcuno intorno.
*****
Maddy. Questo è il nome che hanno scelto per me i miei genitori.
Speravano in una creatura carina come lo è il mio nome, ma la vita non dà mai ciò che vuoi.
I miei capelli lunghi e neri circondano il mio viso bianco e la mia pelle candida e spesso ricoperta da lividi o graffi.
Dai miei occhi grigi non traspare emozione. E a me va bene così.
*****
Non sono mia stata una bambina, a 5 anni mio padre mi diceva già che dovevo prendermi le mie responsabilità, e io non sapevo neanche cosa fossero le responsabilità.
Lui mi picchiava.
Volevo giocare, al posto di andare a fare scambi di droga a 8 anni, ma non potevo.
E mio padre mi picchiava.
Poi se n'è andato.
*****
Io e mia madre vivevamo da sole da tempo, ormai io stavo per fare i 16 anni ed era una casa tranquilla casa Walker, la mia.
Ma quando vivi nel ghetto non sai mai cosa può succedere, le cose accadono e basta.
E in fin dei conti, non ti stupisci più di nulla.
Era il era il 7 ottobre quando decisero di dar fuoco a casa mia.
Non piansi, lo fece mia mamma per entrambe.
Di fronte a noi viveva una famiglia, i signori Wilkinson.
Mia madre aveva stretto amicizia con la signora Wilkinson da subito.
Era disposta a ospitarci senza troppi problemi e mia madre accettò non volendo farmi dormire per strada.
Tutto è cominciato da lì.

Sammy. Irritante.
Lui era il figlio.
19 anni.
Mi ha insegnato tante cose.
Pur avendo entrambi caratteri forti nel nostro mondo contorto noi ci capivamo.
Chi ci vedeva da fuori pensava che fossimo due idioti che si urlano dietro in continuazione.
Ma la gente non capiva.
Lui era troppo per questo mondo.
Così se ne andò, senza preavviso.
Senza di me.
Era sparito.
E ancora oggi io lo vedo.
Lo vedo girare in casa con i boxer mentre si lamenta del caldo.
Lo vedo imprecare perché non ha più sigarette.
Lo vedo mentre mi urla contro perché è geloso.
Lo vedo con in mano la sua pistola nera, di cui va fiero.
Lo vedo mentre fa lo stronzo.
Mentre mi ama.
Mentre lo amo.
Lo vedo sparire.
E mi manca, ogni secondo.

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