Sette

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Rotolando sento solo il materasso non troppo morbido.
Le coperte mi si sono attorcigliate in mezzo alle gambe e i piedi sono scoperti.
Tutto è silenzioso, calmo, tranquillo.
Stento a credere che sia casa mia.

-Maddy! Alza il culo che è tardi!-

Ah ecco. Ora ci credo.
Mia mamma è sempre così aggraziata e gentile e per nulla fastidiosa.
Quando apro gli occhi mi ricordo di quello che è successo la sera prima.
Sammy e le sue labbra.
E con mio dispiacere, noto che il letto è occupato solo da me.
Avrà avuto di meglio da fare penso cercando di togliere quel velo di tristezza che ha la mia espressione.
Infondo, che importa?
Nulla.

Oggi ho la giornata libera, perché Kevin stava dai suoi per il weekend e il locale resterà chiuso, perciò credo che passerò tutta la giornata a casa o in biblioteca, a leggere.
Scendo le scale con passo poco aggraziato, come sempre del resto,  e resto poi ad osservare sulla porta delle cucina mia mamma occupata a preparare il suo caffè nero.

-Oh tesoro! Torneremo tardi stasera, e io e i Wilkinson....-
Che novità
-...non combinare casini e fatti da mangiare, mi raccomando.-

-Non preoccuparti.-

Sono sempre breve e coincisa con lei.
Non che lei si aspetti altro.
Mi dice sempre che somiglio a papà.
Ovviamente, lo vedo come un insulto, ma lei lo ama, quindi non l'ha mia vista come una cosa brutta.

Se ne va dopo pochi minuti e dopo altri dieci circa un Sammy assonnato entra in cucina.
Si stropiccia gli occhi e si stiracchia.
Inutile dire che i suoi muscoli si stendono ed è bellissimo.

-Buongiorno-

Dico forse più imbarazzata di quello che pensavo essere.
Dopo il bacio, ci siamo addormentati.
Le sue braccia mi stringevano ancora, e il suo respiro caldo mi faceva venire i brividi.
Era tutto così perfetto.
Non mi ero mai accorta, fino a quel momento, quanto in realtà mi piacesse Sammy.
Ma le cose non possono cambiare da un momento all'altro.

-'giorno.-

Risponde solo; poi torna in camera.
Nessuno sguardo, nessun sorriso.
Non è mai stato così freddo nei miei confronti, e io voglio solo capire cosa ho fatto di sbagliato.
******

Continuare a girare per il piccolo salotto di casa non mi aiuta.
Da quando sono diventata così nervosa?
Per un ragazzo poi?
Per Sammy.
Non è uscito da quella fottuta stanza per tutta la mattina e non ha nemmeno mangiato.
Ora sono le 3:30 e sono stanca di aspettare.

-Wilkinson!-

Tre pugni sulla porta come ci è solito fare.

-Sammy apri!-

Nessun rumore proviene dall'interno della stanza e comincio sul serio a preoccuparmi.
La mia mente comincia a vagare tra gli scenari più orribili.
Sono sempre stata molto pessimista.
Mi preparo al peggio sperando per il meglio.
Non voglio nemmeno immaginare come starei se fosse successo qualcosa a Sammy, è l'unico che ho.
Che ho per davvero, e non voglio perderlo.

-Sam. Apri, è tutto il giorno che non ti fai vedere.-

Ancora niente.
Nessuna voce, nessun lamento, nessuna minaccia da parte sua per averlo svegliato, nulla.
Niente di niente.

Dopo aver preso la mazza da baseball del signor Wilkinson, che teneva per ricordo, mi avvicino alla porta.
Con uno scatto abbasso la maniglia e spingo la porta per entrare.
È tutto al proprio posto.
Vestiti a terra, pacchetti di sigarette e accendini sul pavimento, cassetti aperti e letto disfatto coperto dalle enormi spalle e da un ammasso di capelli biondo platino.

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