Tre

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Ridere mi faceva bene.
Ridevo poco ma quando lo facevo non mi fermava più nessuno.
Stavo parlano con Sammy e Skate da ormai due ore e nessuno dei due voleva dirmi perché Maloley era stato sbattuto dentro in quello schifo di prigione che c'è nella nostra città.
Era un posto buio e c'era puzza di cane bagnato.
Lo so perché ci sono finita anche io lì dentro; roba di un mese, nulla di troppo grave.

-Avanti pezzi di merda! Ditemi come sei finito in prigione.-

I due guardavano ridendo il mio dito che puntava contro Skate.

-Okay e tu dicci perché ci sei finita quando avevi 13 anni.-

-Non vale così, l'ho chiesto prima io!-

-Ma noi siamo più grandi bambina.-

Non sono alta è vero, e sono sempre struccata, massimo un po di mascara.
Ma non ho abitini o stronzate del genere perché oltre a non avere un motivo per indossarli li odio a morte; e i miei vestiti, per la maggior parte tute e maglie larghe, sono tutti neri.
Sono magra ma ho le mie curve sia sopra che sotto, che non mancano.
Non potevano scambiarmi per una fottuta bambina di merda.

-Finitela con questa storia!-

-Okay facciamo così... Tu prima mi dici il perché visto che è meno rilevante e poi ti dico il mio... Promesso.-

-Okay... Ho mandato in coma una mia compagna a scuola buttandola giù dalle scale...-

-Tu cosa?!-

I loro occhi si allargano è così anche i loro sorrisi

-In mia difesa... mi aveva rubato la mia penna nera preferita...-

Alzo le spalle

-Cioè fammi capire... Tu hai quasi ucciso una ragazzina perché ti aveva rubato una penna, che probabilmente tu a tua volta avevi rubato a qualcuno?-

-Oh non farne un dramma Wilkinson! La ragazzina si è svegliata e mi hanno lasciato andare, anche perché ero una vera rompi palle.-

Sammy è davvero buffo, con al sua faccia sorpresa, io comincio a ridere con Skate a cui orami scendono le lacrime dagli occhi.

-Okay stronzo, ora tocca a te-

-Ho ucciso uno.-

Il modo noncurante con cui lo dice mi fa capire che crede ancora di aver fatto bene.
Magari è così.

-E spacciavi.-
Aggiunge Sammy

-Oh beh sì anche quello; tutto è partito da questo a cui ho sparato.
Non mi aveva ridato i soldi dopo che gli avevo procurato della roba, allora l'ho ucciso, i suoi amici hanno chiamato la polizia e poi sono scappati... Codardi.-

Guarda un punto indefinito dietro di me, la parete bianca, come se le immagini di quel giorno fossero su quella parete.
E lui sembra quasi divertito.
E io lo adoro.

-Quando però sono andato in tribunale loro c'erano e, dopo avermi dato la pena che averi dovuto scontare, mentre mi portavano fuori, mi guardavano e mi mimarono un 'bye felicia', ma ora sono tornato, e loro fanno schifo.-

Finisce di raccontare tutto, sta volta guardandomi negli occhi.
E dai suoi non traspare emozione, esattamente come nei miei.

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