Sei

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Il fiato sul collo e il suo braccio intorno alla vita.
Sammy e io ci eravamo addormentati insieme, non so perché ma ne io ne lui volevamo dormire da soli.

-Sam...-

-Mmm?-

-Sam alzati dobbiamo andare al lavoro.-

Solo silenzio dopo quella frase.
Rotolo via dalla sua presa, visto che non ho abbastanza forza per poter sollevare il braccio.
Mi alzo e vado verso il comodino e dopo aver preso un vecchio fischietto giallo ritorno verso il letto di Sammy nella sua stanza, che come sempre, sa di lui.

Fischio forte vicino all suo orecchio destro, quello che non era appoggiato sul cuscino.

-Ma che cazzo fai?!-
*****

-Mi terrai il broncio a vita biondo?-

Non ricevendo nessuna risposta sbuffo ed entro in macchina

Non fiata e accende la macchina.
Il viaggio non dura molto come sempre, né troppo né troppo poco; ho il tempo di guardare le case dei ricchi dove vorrei vivere io.
Il tempo di vedere ragazzi della mia età che vanno a scuola e anche quelli che le danno buca perché preferiscono fare i cretini piuttosto che essere istruiti.
Farei di tutto per poter andare a scuola.
Per poter essere una normale adolescente.
E a questo punto i miei pensieri cadono sul ragazzo accanto a me.
È sempre stato un ragazzo così solare, e ha sempre amato la sua vita.
Mi chiedo se qualche volta anche lui si fermi a pensare a come sarebbe la sua vita se avesse avuto più possibilità.
Mi chiedo, se ne avesse la possibilità, sceglierebbe la sua vita o la loro?
Quella di quei ragazzi pieni di soldi che hanno talmente tante paia di scarpe da non riuscire a tenetene il conto. Lui ne ha due, sporche, mal ridotte e riciclate.
Rido,però, al pensiero di un Sammy con dei normali pantaloni beige senza strappi è una polo troppo stretta coperta da un cardigan a rombi.
I ricchi non erano proprio così, ma l'idea di Wilkinson conciato in quel modo mentre porta una valigetta pronto per la scuola è davvero esilarante.

-Perché sorridi?-

-Ti dà fastidio Wilkinson?-

-Nono....anzi.-

Quel 'anzi' è un sussurro ma io lo sento e sono confusa.

Entriamo nel locale dopo aver parcheggiato la macchina.
Il posto è come sempre vuoto, e Miranda sta sistemando le ultime cose prima di aprire.

-Hey ragazzi!-

Accenno un sorriso e il ragazzo accanto a me fa un gesto col capo.
Nulla di più, nulla di meno.

Finito di cambiarmi con la mia solita divisa esco e comincio il mio lavoro come ogni giorno.
******
-Ecco a voi-

Sono passate solo due ore da quando ho cominciato, e sono un po' stanca, ma mi piace il mio lavoro, non avrei potuto chiedere di meglio.
Io, Kev, Miranda e Sammy siamo una famiglia e ci divertiamo a lavorare insieme, i clienti sono abituali, li conosciamo quasi tutti a parte qualcuno che di tanto in tanto diventa il nuovo arrivato e poi, o sparisce oppure diventa parte della famiglia.
Il posto è strano e il locale fa schifo e anche le persone, ma infondo siamo del ghetto e c'è qualcosa che ci accumuna.

Inaspettatamente Maloley fa il suo ingresso nel pub

-Principessa!-

Mi si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia posando una mano sul mio fianco.
Si sposta all'indietro per potermi vedere bene e fa passar i suoi occhi su tutto il mio corpo.
Poi si sofferma sugli occhi, e sono stupita che non si sia fermato poco più sotto.

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