Busso come se dovessi sfondare la porta.
"Ma che cazzo vuoi, Larry?" Strilla una voce acuta dentro la stanza.
Non rispondo.
La porta si apre. Lorenzo mi guarda serio per qualche secondo, poi fa per richiudere la porta, cosa che non gli concedo mettendo una mano sulla maniglia.
Alla fine si arrende e va a buttarsi affannosamente sul letto.
Chiudo di nuovo la porta e metto le mani sui fianchi.Silenzio.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Batto un piede per terra.
"Dimmi." Mi esorta Lorenzo.
"Perché l'hai fatto?"
Mi guarda con sguardo interrogativo. "Sai, ho fatto tante cose, dipende cos.."
"Hai fatto l'occhio nero a Larry! Ma sei matto? Vuoi finire per essere espulso?!" Sbotto. "Non hai il diritto di versare i tuoi nervi su una persona che non c'entra niente!"
Si alza e viene verso di me a passi decisi.
Ha gli occhi color fuoco. "Cosa?! Ma almeno sai la storia?! Sai cos'è successo?! No! Non sai niente! Niente! Evita di venire a fare la maestra con questo muso da cane bastonato! Immatura!"
Le sue parole mi fanno male, pensavo volesse essere più gentile con me.
"Immatura! Sì, sono immatura. E con questo?! Cosa vuoi intendere?"
"Che devi farti i cazzi tuoi! Sempre tra le palle sei! Ma stammi un po' lontana! Sei noiosa!" Urla aumentando sempre di più il volume della sua voce.
Abbasso lo sguardo.
"Non sono noiosa, sono solo diversa dal vostro modo di fare." Cinguetto a bassa voce.
Sento i suoi respiri decelerare, i suoi occhi puntati su di me.
"Scusami, ma ci tengo tanto a Larry.. Ci tengo tanto a tutti. Mi affeziono facilmente, che posso farci?" Continuo mentre vado a sedermi sul letto che immagino sia di Lorenzo.
"Non sono problemi miei. Adesso vattene da qui."
Ho le lacrime agli occhi.Perrie, no. Sii forte.
"Perché mi tratti così?" Deglutisco guardando per terra.
"Perché sono stronzo e non posso farci niente." Ammette.
Sì, lo è, però anche le persone peggiori meritano di essere considerate le migliori, solo così cambiano.
"Perché allora hai voluto baciarmi la settimana scorsa?"
Voglio saperlo. Non è un gesto che lo fa chiunque tutti i giorni con la prima ragazza o ragazzo che si incontra.
"È solo un bacio. Un bacio non significa niente."
È totalmente l'opposto di ciò che penso io.
Il fatto di voler dare un bacio, per quanto comune possa essere diventato, è uno scambio di emozioni che avviene tra due corpi, un modo per ammettere quanto una persona tiene all'altra. Baciando ci si dimentica del mondo esterno e dei problemi, perché la tua mente è concentrata lì, sulle due bocche che si spingono a vicenda per dare sempre più enfasi al momento.
Si vede che io e Lorenzo abbiamo due modi di pensare praticamente opposti.
"Tutto quello che pensi tu è diverso dalla realtà." Affermo.
"Tu sei matta. Vattene." Ringhia.
"So che non sei così, so che non sei quel tipo di ragazzo a cui piace mandare a quel paese ogni persona che incontra, so che non sei quel ragazzo orrendo e arrogante che mostri di essere. Te la prendi con gli altri perché sai di non potertela prendere con te stesso, hai paura di inciampare da solo e cadere a terra. Però non è importante come e quando cadi, ma come poi ti rialzi.
Tu non sei stronzo, sei solo convinto di esserlo."
Che filosofica che sono, solo adesso me ne sono accorta.
Abbassa lo sguardo. "Perrie, ti prego, vattene."
Devo tenergli testa."E so che mi stai mentendo, perché so che se ti lasciassi qui da solo in preda all'ira, non faresti che distruggere la stanza o, ancora peggio, ti faresti del male da solo."
Tira un pugno contro il muro. "Basta!" Supplica. "Smettila!"
"Fa male la verità, vero?" Ho un tono molto calmo e dolce. Non devo rispondergli con la sua stessa moneta, finiremmo per picchiarci.
Continua a tirare pugni contro ogni cosa che i suoi occhi catturano.
Lo lascio fare. Si sta sfogando.
Dopo neanche due minuti, si butta a terra con le mani tra i capelli.
Mi siedo accanto a lui e poi mi giro nella sua direzione.
Mi guarda negli occhi.
Solo adesso realizzo quanto sono stupendi: sono marrone scuro, ma non è questo il fatto. Il problema è che esprimono il suo stato d'animo, riesco a leggere la tristezza che ha nel cuore; brillano, come se fossero convinti del fatto che non debbano mollare la presa, come se avessero la speranza dentro le pupille, pronta a sbocciare in ogni momento.
Di colpo, senza che ci pensi sopra, lo abbraccio.
È sorpreso, ma dopo un paio di secondi mi stringe forte, come se volesse farmi capire qualcosa che non riesce a spiegare tramite le parole.
Mi sento al sicuro, al caldo, felice, sola con lui.
Io lo odio, come immagino lui odiasse me, ma in questo momento non me ne frega, sto facendo quello che sento di fare. È una cosa che viene dall'interno, non ci pensi sopra, reagisci solo, ed è una sensazione stupenda.
Mette il suo volto tra l'incavo della mia spalla e del mio collo. Mi piace, ho la pelle d'oca.
Però non posso mostrarmi una preda facile.
Mi sciolgo da lui. "Devo andare."
È stato bello per quanto possa essere durato.
"Va bene, vattene."Sbotta.
"Non sei bravo a mentire." Dico prima di chiudere la porta alle mie spalle.
Non me ne vado però, resto ancora appoggiata alla porta. Le uniche parole che sento sono:
"Non abbandonarmi come gli altri."
Mi sento sollevata, ma non capisco che mi prende. Non capisco perché cerco di capirlo. Nonostante mi trattasse da schifo, mi sono trovata ad abbracciarlo.
Ma che mi prende?!
![](https://img.wattpad.com/cover/69988594-288-k780147.jpg)
STAI LEGGENDO
How can you love me? Lorenzo Ostuni (Favij)
FanfictionFanfiction su Lorenzo Ostuni (Favij). "Tu hai paura di qualcosa, io lo so." Affermo. "Sì, paura di una sola cosa." "Di cosa?" "Di perderti."