Mi guarda negli occhi come se non avesse capito le parole appena pronunciate.
Ha lo sguardo perso, un'espressione cupa e quasi indecifrabile. Gli tocco il viso e fa una smorfia di dolore, vorrei stringerlo fra le braccia, ma da quel poco che so, non accetta l'affetto nei momenti di rabbia. Il punto è che non so cosa provi, anche se vorrei tanto capirlo.
Il fatto è che dal primo momento in cui l'ho visto ho sentito qualcosa dentro di me smuoversi. Per quanto trovo irritante il suo modo di essere, voglio che sia felice nel profondo. Non sono qui da tanto tempo, eppure mi sembra di conoscerlo da una vita, ma di essermi accorta della sua presenza dopo tanto tempo, se non in ritardo.
Si può provare un senso di appartenenza a qualcuno che non conosci? Ci si può sentire così vulnerabili di fronte a un solo essere? Così impotente? Così felice?
Continuo ad accarezzarlo, poi mi prende la mano e la bacia. Faccio la stessa cosa con la sua mano libera.
Arriva il momento in cui vedo i suoi occhi brillare.
Trattengo il respiro per un attimo, come se sapessi cosa sta per succedere. Sento i nostri battiti cardiaci rimbombare attraverso le vene e, anche se provo a tenere a bada il mio istinto, mi getto fra le sue braccia per poi baciarlo inaspettatamente.
Stacco le mie labbra quasi subito e mi alzo.
Si alza a sua volta.
"Perché hai smesso?"
Una domanda che mi mette in imbarazzo, perché io non sono questo, non sono impulso e non voglio avere a che fare con impulsi momentanei.
Non rispondo, anche se effettivamente vorrei farlo.
"Vorrei che tu andassi via, per favore. Sono davvero stanca e ho bisogno di riposare. Se vuoi parlare, se mai avessi bisogno di qualcosa, io ci sono. Non so cosa ti sia capitato, ma mi dispiace e per la tua sicurezza ti consiglio di non finire nei guai. Hai delle responsabilità all'interno di questo istituto e non voglio che tu metta a repentaglio la tua carriera per delle situazioni che non ti porteranno nient altro se non negatività. Sei adulto, non mettere a rischio la vita delle persone che ami, prenditi carico delle tue azioni e smettila di fare il bambino quindicenne. La vita non è una serie tv e neanche una favola. Buonanotte."
Non fa alcun cenno, semplicemente si gira e va verso la porta. Io invece vado verso il mio letto.
Prima che uscisse sento Lorenzo bisbigliare: "Non so per quale motivo, ma mi sento al sicuro con te."
Vorrei rispondergli anche io, ma non voglio mostrarmi debole.
Mi sento strana dopo che esce dalla stanza.
Improvvisamente mi assale un senso di onnipotenza.
Sarà il mio segreto.
Sarà il fuoco che sento crescere dentro di me, o il ghiaccio che sto per distruggere.
Però una cosa è certa.
Io non sono ingenua, né piccola e neppure malferma.
Sono Cassandra e sono furiosa.
Ora qualcuno ne pagherà il prezzo.
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How can you love me? Lorenzo Ostuni (Favij)
FanfictionFanfiction su Lorenzo Ostuni (Favij). "Tu hai paura di qualcosa, io lo so." Affermo. "Sì, paura di una sola cosa." "Di cosa?" "Di perderti."