Incubi

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Quel ragazzo... Quel coltello... Delle urla... Un colpo di cannone...
Mi sveglio di scatto, tutta sudata e con la gola secca. Mi metto a sedere e mi guardo intorno: sono ancora nella mia stanza, nella mia casa del Distretto 8, al sicuro.
Mi avvicino alla finestra: è ancora notte fonda.
Vado in bagno e mi rinfresco il viso con dell'acqua fredda «Okay, ho 15 anni, non è mai successo e non succederà neanche quest'anno» Sono considerata una ragazza col sangue freddo, ma stavolta ho la sensazione che qualcosa vada storto.
Indosso una felpa ed esco di casa. Nell'aria si respira un lieve odore di fumo, evidentemente proveniente dalle fabbriche sempre in attività.
Con un balzo atterro su una pila di scatoloni di latta e con un altro arrivo sul tetto di un granaio. Cammino sulle tegole e con un salto atterro silenziosamente sul suolo freddo.
Mi guardo intorno: nessun pacificatore.
Con la velocità di un ninja, arrivo nel piccolo bosco ai confini di Panem.
Corro, e soltanto la sensazione del lieve vento che mi sferza il viso mi fa stare meglio.
Ad un certo punto sono distratta da una sagoma, apparentemente di un ragazzo. Questo corre via e parto all'inseguimento. Lo sento ansimare ed incespicare nelle radici nodose dei faggi, finché non lo perdo di vista.
Raggiungo una grande pietra e mi ci arrampico: da qui si vede tutto il piccolo bosco e alcuni comignoli delle nostre fabbriche.
Non riesco a togliermi quel ragazzo dalla testa e mi ricordo soltanto quando sorge l'alba che giorno è.
Ripercorro il sentiero e prima di dare le spalle al mio bosco sussurro - Felici Hunger Games, Selene, e possa la fortuna sempre essere a tuo favore - dò un ultimo sguardo al cielo rosa e mi volto.

I miei Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora