SeQuEl Di 11.11
"Ognuno di noi è alla continua ricerca di qualcuno che lo salvi da qualcosa. "
Non me ne ero andato da quella città. O almeno, non del tutto. Erano passati 10 interminabili anni e ora eccomi lì, in un parco da solo.
Avevo pregato e supplicato Andrew e Karen di dirmi l'indirizzo di Michael ma loro erano assolutamente contrari all'idea di poterlo incontrare.
Sono passati 10 anni ma nelle loro menti restava vivo il ricordo di me e Michael, nudi nel letto a dormire insieme.
Sono passati 10 anni da quando gli ho detto che l'amavo, da quando gli avevo promesso di andarmene e..
E invece.
Il sole mi stava regalando un dolce tempore alla pelle e il cielo era frastagliato da nuvole a pecorelle. L'odore di quasi estate e di piante mi fecero rilassare i nervi tesi.
Questa città era abbastanza grande e non sapevo come avrei fatto a trovare l'esile ragazzo dai capelli colorati che conobbi 10 anni fa.
Cercai di rilassarmi il più possibile e appoggiai i gomiti sullo schienale della panchina sbiadita da lunghe giornate di sole. Un piccolo venticello si sollevò soave e scompigliò con dolcezza i capelli, non scomponendoli più di tanto.
Poi una piccola figura mi affiancò all'improvviso.
Occhi verdi.
-Ciao.- sbiascicò poco prima di distogliere lo sguardo in imbarazzo.
-Ciao, piccoletta.- e cercai di usare il tono più dolce possibile. I suoi occhi si riscontrarono con i miei e per poco non boccheggiai.
Quegli occhi..erano troppo uguali a quelli di cui me ne ero innamorato 10 anni fa.
-Perchè sei qui solo?- chiese innocentemente per poi disfarsi una treccia fatta con precisione, liberando pian piano i suoi capelli biondo cenere con le piccole ditina grassottelle. Il suo sguardo era pieno di innocenza e curiosità e le sue guance erano tinte di un adorabile rosa, forse per via del caldo.
-Mi sto riposando.- e in parte era vero. Mi sistemai meglio sulla panchina, assumendo una postura più normale e un paio di passanti mi osservarono con occhi vigili.
-E tu? Che ci fai qua da sola?-.
-Aspetto Papà. Siccome ha cacciato la nostra ultima baby sitter deve venire lui.- cercò di spiegare e per giudicare la sua età parlava già come una bambina grande.
Annuii pacamente, guardandomi poi intorno.
L'ultima cosa che volevo era farmi vedere da un padre furioso accanto alla bambina, per poi essere giudicato come un pedofilo.
-Come mai l'ha cacciata via?- chiesi tenendo sempre un tono mieloso per la sua tenera età.
Lei alzò semplicemente le spalle ricoperte da una sottile giacchetta. Doveva essere parte della sua divisa.
Riconobbi lo stemma ricamato sul suo petto. Era una scuola elementare molto rispettata e rinomata per istruire bambini di famiglie ricche.
L'idea di avere accanto una bambina ricca mi fece semplicemente deprimere. Io ero semplicemente disoccupato e avevo un piccolo, quanto insignificante, appartamento nei dintorni di New York. Sopravvivevo con qualche mostra di fotografia e aiutando qualche amico in un studio di tatuaggi.
-Sembri triste.- e il suo tono sembrava davvero dispiaciuto, -Papà fa la stessa faccia quando è da solo.-.
Schiusi le labbra confusamente. L'idea che potesse essere sua figlia mi fece mandare il cervello in tilt.
"Impossibile." poi pensai, anche se mille indizi mi portavano a pensare ciò.
-Papà non ti ha mai detto di non parlare con gli sconosciuti?- e questo suonò autoritario, tanto che il suo sguardo si abbassò.
-Dovrei dirglielo di te?- e il suo sguardo ero insicuro, quasi spaventato.
-No, se non vuoi farlo preoccupare e arrabbiare. Non parlare più con nessuno, okay?- e lei annuì velocemente, spaventata forse al pensiero di vedere il proprio padre infuriato.
-E con te?-.
-Non credo di essere un pericolo, principessina.- e le sorrisi, facendo arrossire lievemente. Sorrise un po' anche lei, abbassando lo sguardo forse in soggezione. -Mi chiamo Luke, ma puoi chiamarmi come vuoi.-.
-Io sono Abigail, ma tutti mi chiamano Abbie.- e mi allungò la mano come per farsela stringere. Aveva comportamente tipicamente da adulto, come se lo avesse visto fare un miliardo di volte da qualcuno che seguiva con ammirazione, come un modello che seguiva.
-Che splendido nome, Abbie.- sorrisi a trentadue denti e lei fece lo stesso. Intravidi una piccola fessura fra i suoi denti e notai che le fosse caduto un dente da latte. Ciò rendeva il suo sorriso più innocente e più adorabile possibile, mentre le stringevo la mano con assoluta delicatezza.
Poi guardò alle mie spalle e sussultò con un piccolo sorriso, afferrando il suo zainetto rosa.
-C'è mio papà, devo andare. Ciao, Lulù!- e corse immediatamente via come un fulmine, lasciandomi a sorridere per tale tenerezza. Però questo sorrise scomparve.
Un uomo, alto e muscoloso stava aspettando a braccia aperte la piccola Abbie. Aveva la pelle ambrata e i capelli corvini e ricci. Indossava una semplice maglia scura e dei jeans attillati.
Il suo sorriso era enorme quando la piccola strinse le sue esili braccia attorno al suo collo, facendosi prendere in braccia dal proprio padre.
-Papi Cally! Dovè Papà?- domandò lei ad alta voce per poi fare un broncio capace di sciogliere perfino i ghiacci del polo nord.
-E' un po' occupato con il lavoro, torna per cena.- e notò che la piccola era triste dopo quella risposta che non si aspettava,- Che ne dici di un bel gelato con tante caramelle?- chiese Calum cercando di riparare il suo umore.
E funzionò.
Calum aveva una figlia? L'aveva adottata con Michael? Michael dove era? Faceva parte della loro famiglia? Calum e Michael vivevano insieme? E si fossero sposati?
Michael si era dimenticato di me?
E tante altre domande mi fecero capovolgere la testa come un tornado in piena all'euforia, pronto a devastare l'ennesima città.
Dovevo cercare spiegazioni.
***
Spero vi sia piaciuto.
A breve pubblicherò il primo capitolo dove si spiegheranno più cose.Vi ispira?
Tranquille che arriveranno tante cose belle tra cui SMUT esagerato.Lasciatemi un commentino spassoso o dolcioso, vi dedicherò un capitolo!
Mettetemi nella biblioteca o nelle vostre liste, aggiornerò in men che non si dica!
See ya soon, .x
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Ease. || Muke {IN REVISIONE}
Fanfiction(SEQUEL DI 11.11) Luke torna, dopo 10 lunghi e grigi anni, nella città dov'è cresciuto. Il motivo? Vuole riprendersi il suo amore adolescenziale, il suo fratellastro. Solo che c'è un problema. "Le persone vanno aiutate, non abbandonate." ...