1➡Disaster.

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Quella mattina la sveglia risuonò per circa mezz'ora senza che io le dessi la minima considerazione.

"Edith, maledizione alzati, sono le undici e abbiamo il volo a mezzogiorno!" Urla mia madre.

Già, quello sarebbe stato l'inizio di una nuova vita, la mia nuova vita.

Mi sarei trasferita a Magicville, un paesino sperduto e sfigato in Virginia, grande cambiamento dato che io abito in Australia..

"5 minuti." La supplico con voce impastata per il sonno.

"Niente storie signorina, alzati e preparati, ti aspetto in macchina." Comunica uscendo e sbattendo la porta.

Sobbalzo per lo spavento e mi costringo ad andare in bagno.

Si comporta così da quando ha visto la mia pagella del primo quadrimestre, ma la capisco dato che i miei voti non sono soddisfacenti; per questo motivo ha avuto la brillante idea di mandarmi da mio padre e, francamente, non poteva trovare punizione peggiore.

Indosso i miei jeans neri e la mia felpa XL grigia che avevo preparato la sera prima, lego i capelli in una coda disordinata, metto le Timberland, un filo di trucco e trascinando la mia valigia, esco di casa.

"Era ora!" Ribatte mia madre abbassando il finestrino dell'auto.

"Non è colpa mia se mi hai svegliata tardi..." Borbotto.

Salgo davanti, dopo aver sistemato la valigia nei sedili posteriori e prendo le mie cuffiette per ascoltare un po' di musica.

Dopo qualche minuto mia madre toglie l'auricolare dal mio orecchio sinistro e dice:"Edith, insomma, non puoi fare così!
Devi ascoltarmi quando ti parlo!"

Sospiro annoiata ed annuisco.

"Quando sarai da tuo padre, comportati bene!"

La interrompo:"L'avrai ripetuto come minimo cento volte."

"Lo so, inoltre cerca di essere gentile con tuo fratello." Mi prega.

Ah, ecco di cosa mi ero dimenticata: mio fratello.
Si chiama Chad, ha un anno più di me e lo odio, è senza dubbio il fratello più fastidioso ed idiota che mi potessero appioppare.
Abita da mio padre perché odia nostra madre, non abbiamo mai parlato molto perciò non ne so il motivo, ma sono sicura che la sua spiegazione non varrà il nostro perdono.
A parer mio il nostro rapporto si può persino definire "inesistente".

"Farò del mio meglio." Rispondo non curante sapendo che non ci riuscirò.

"Non spendere troppi soldi e non cacciarti nei guai!"

"D'accordo, ho capito, adesso posso tornare ad ascoltare la musica?" Domando spazientita.

Lei si rassegna ed annuisce.

Per il resto del viaggio non faccio altro che fissare fuori dal finestrino osservando attentamente il paesaggio.

"Bene, siamo arrivate." Comunica mia madre parcheggiando la macchina.

"Evviva!" Gioisco sarcastica.

Non mi va proprio di andare a vivere da mio padre, non siamo mai stati in buoni rapporti o meglio, non lo siamo da quando ci ha abbandonate.

Entro in aeroporto fissandomi attorno: ci sono bambine in braccio ai loro padri, fratelli che scherzano, famiglie felici, ma soprattutto unite, cosa che la mia non è mai stata.

Sembra che il mondo si diverta a prendersi gioco di me, non trovate?

"Abbiamo il volo 9, siamo in ritardo." Riflette mia madre camminando il più veloce possibile ed interrompendo i miei pensieri.

The Secret.(Dylan O'Brien)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora