PROLOGO

117 8 1
                                    

Anno 2134 prima era

-Bene l'uovo si sta schiudendo!- esclamò con grande emozione Eodum;

-emana una forte massa di energia oscura- replicò Nadi;

-sarà perfetto- disse Eodum con un ghigno maligno stampato sul volto.

Era una giornata come tutte le altre eppure si sarebbe trasformata, di lì a breve, nel giorno che avrebbe segnato il futuro del popolo intero.

A nord delle terre di àlom una scarica di energia negativa proveniente da una grotta nella terra delle viverne fece ingrigire la giornata creando timore e sgomento da parte di tutti gli abitanti del continente.

Infatti a breve si sarebbe schiuso l'uovo che avrebbe dato alla luce un cucciolo di viverna che, avrebbe avuto come genitori due delle più grandi calamità del continente, un padre tanto potente quanto oscuro, di nome Eodum (che tra l'altro era anche uno dei draghi guardiani della catena dell'equilibrio), ed una madre non molto apprezzata dalla popolazione proprio perchè considerata una corruttrice di animi e che ,secondo molti, non aveva mai avuto alcun interesse nell'amore, molti la definivano una viverna manipolatrice e gli stavano alla larga, ma per i suoi simili lei è Nadi.

L'uovo iniziò ad aprirsi e da lì uscì una creatura bellissima con un ventre viola e un dorso ricoperto di squame nere dure come il diamante impossibili da oltrepassare, ma in tutta questa oscurità si notavano quelli che sembravano essere occhi pallidi; quegli occhi simbolo di un'anima pura, senza peccati, un'anima innocente. Difficile a credersi dato tutta l'oscurità che circondava il cucciolo ma era così, purtroppo per il piccolo, Eodum aveva già pianificato il destino del cucciolo che era ben lontano dall'essere felice.

Arrivò il momento di scegliere il nome a cui avrebbe risposto il cucciolo, fu una scelta abbastanza semplice per Eodum che senza pensarci troppo affidò al piccolo il nome di Kaosu poichè l'obbiettivo del padre era che il cucciolo una volta cresciuto diventasse il prescelto dell'oscurità che avrebbe distrutto l'ordine grazie al caos esattamente come narrava la leggenda.

Stranamente però il brivido creatosi dalla scarica di energia negativa colpi tutta àlom tranne colle Santutegia che, era rimasta illesa grazie ad una strana forma di magia bianca proveniente da una umile dimora situata nel villaggio ai piedi del colle.

Colle Santutegia era una delle dimore dei draghi, un posto al verde accogliente, una casa dove si poteva vivere in armonia indifferentemente che fossero draghi, uomini o elfi.

In quella dimora vivevano due draghi: il possente Gahum, abile combattente e capo del colle; e la bella Viska la cui bellezza ed amorevolezza non avevano pari.

Sembrerebbe però che anche loro stessero aspettando l'avvenuta di un nuovo arrivato, la bellezza di un uovo in procinto di schiusura era stupefacente e da come si stava agitando sembrava che mancasse veramente poco, infatti subito dopo dall'uovo uscirono prima le gambe, poi la coda e le ali, il piccolo con ancora il guscio dell'uovo che gli copriva la faccia iniziò a barcollare sbattendo prima a destra e poi a sinistra e poi di nuovo a destra.

-Ehi, vieni qua lottatore, fatti togliere quel guscio dalla faccia- disse divertito Gahum;

Dopo essere andato a sbattere un'altro paio di volte il piccolo fece uno starnutto che gli ruppe il guscio sulla faccia e gli fece sputare una piccola palla di fuoco che colpi il padre dritto in faccia.

-Che buffo, si vede che è un burlone come te- disse ridendo Viska;

-bhe, c'è da dire che per essere solo un cucciolo ne ha di fuoco nei polmoni- rispose Gahum;

-che nome gli affidiamo?- chiese Viska impaziente .

Gahum e Viska passarono molto tempo sulla decisione del nome, saltarono fuori nomi del tipo "Ugo o Ermenegildo", nomi pensati dal padre che, pur essendo molto feroce sul campo di battaglia, era dotato di un grande umorismo, alla fine però i due arrivarono ad un nome che racchiudeva l'essenza dell'equilibrio ovvero Vog. In lingua antica Vog significava proprio equilibrio, dopotutto i genitori volevano che da grande il figlio non sarebbe stato ne troppo cattivo e ne troppo buono, volevano che fosse giusto.

-Quindi Vog, è deciso!- dissero nel medesimo momento i due sorridendo.

Dopo la scelta del nome i mesi passarono in fretta ed in tranquillità e Vog imparò rapidamente a parlare e a volare e ovviamente anche a mentire.

Un giorno disse al padre che sarebbe andato a giocare con dei draghetti nelle vicinanze, ma invece spiccò il volo per visitare nei dintorni di colle Santutegia.

Spiccato il volo Vog andò subito sopra le nuvole dato che era l'unico posto in cui si potesse sentire vivo, d'altronde il vento tra le squame, la visuale di tutta àlom e il voler sapere cosa c'è dopo la sua casa non fecero altro che aumentare la sua curiosità e la sua voglia di esplorare.

Mentre era assorto in questi pensieri Vog non si rese conto che una potentissima corrente d'aria si dirigeva proprio verso di lui, e in un attimo Vog precipitò nella terra sottostante che era quella delle viverne.

Le viverne non erano viste di buon occhio dalla popolazione di àlom proprio perché gran parte di esse erano manipolatricI ed ambivano solo ad una cosa, fare del male al prossimo.

L'odio per le viverne nacque nei primi anni di vita di àlom, i cosidetti anni primoridiali, poichè all'epoca tutto era in equilibrio e i popoli vivevano in completa armonia , finchè una viverna che odiava tutto ciò, spezzò l'equilibrio portando caos ed odio nel cuore di tutti. Da quel giorno Alom aspetta invano il ritorno a quell'epoca cosi felice.

Vog precipitò su una collina perdendo i sensi, solo dopo essersi ripreso capì di non avere alcuna idea di dove si trovasse. Iniziò quindi ad ispezionare il territorio cominciando dalla zona sottostante dove vide in lontananza un cucciolo di viverna dormire. Incuriosito Vog si avvicinò sempre più alla figura misteriosa cercando di fare meno rumore possibile, arrivato ad un paio di metri dalla creatura Vog sentì ronfare quest'ultima e non potè trattenersi dalle risate, la viverna svegliatasi grazie a tutte quelle risate vide il draghetto ridere ed in un balzo gli andò sopra, ma i due iniziarono a rotolare giù per la collina come se fossero dei barili, ed una volta fermati i due iniziarono a ridere e a parlarsi.

-Io sono Vog, tu chi sei?-

-io sono Kaosu-

-bene Kaosu, sai giocare ad acchiapparello?-

-no, non conosco molti giochi e non ho molti amici-

-bene Kaosu, vorrà dire che io sarò tuo amico-

Kaosu era scettico su tutto ciò e anche molto timoroso su quello che gli avrebbe fatto il padre se fosse venuto a conoscenza di quel incontro, ma bastò guardare negli occhi Vog per capire che era sincero e gli venne una irrefrenabile voglia di giocare.

I due iniziarono così a giocare e a divertirsi, sembrava che ci fosse molta armonia fra i due ed in poco tempo sembravano essere amici da una vita . Nel giocare Vog perse la cognizione del tempo e si fece ben presto sera, doveva tornare a casa ma gli stringeva il cuore dover lasciare il suo nuovo piccolo ma grande amico

-Domani tornerai?- domandò Kaosu

-certo, te lo prometto- rispose Vog.

Dopo essersi fatto dare indicazioni sulla strada di casa i due si separarono, ma erano felici perchè sapevano che si sarebbero rivisti in futuro ma , i due poveri sfortunati, non sapevano cosa il destino aveva in serbo per loro.

Ok, questa è la mia prima storia, è stato molto difficile per me iniziare a scrivere, però spero che questa storia possa entusiasmare voi esattamente come ha fatto con me.
Ditemi i vostri pensieri su come potrei migliorarla.

L'ORDINE del CAOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora