Capitolo 7

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In questo capitolo:
Kevin Chapman - Lionel Fusco
Michael Emerson - Harold Finch
Jim Caviezel - John Reese
Taraji Penda Henson - Joss Carter
Amy Acker - Samanta Groves/Root
Sarah Shahi - Sameen Shaw
Jonathan Nolan - Autore/Produttore/Showrunner
Greg Plageman - Produttore/Showrunner/Sceneggiatore
Steve Howey - Marito di Sarah Shahi
James Carpiniello - Marito di Amy Acker
Marcel Johnson - Figlio di Taraji Panda Henson
Stephen Surjik - Regia

- Passato

Punto di vista: Amy Acker [Samantha Groves/Root]

''Sembra tu abbia perso la tua linfa vitale oggi Amy.'' Michael è sempre così accorto ai dettagli.
''Stai parlando come Harold.'' Ridiamo e mi osserva oltre gli occhiali, non vuole insistere ed io non dirò una parola.
Mangio la mia ciambella, ho fatto così in fretta che ho dimenticato la colazione, ho una scena con Michael, non ci metteremo molto, spero di non incontrarti, non sono pronta a lottare contro un cumulo di reazioni fisiche che mi divorano quando la tua presenza è nel raggio di dieci metri.
Resto sola nei pressi di quelli che si dovrebbero definire ''camerini'', hanno allestito un tendone bianco con delle stanze all'interno e dei separè, il tempo non è dei migliori, fortunatamente devo girare al coperto.

''Ehi dolcezza!''
''Tara, ciao bellissima.'' Si avvicina.
Mi sorride e mi stringe in un abbraccio attorno al collo che mi obbliga a curvare la schiena, mi ha dato qualcosa di cui non sapevo aver bisogno, dura così poco che quasi sono delusa quando mi lascia.
''Oggi non lavorerai molto, vero?'' Mi chiede.
''Ho solo qualche minuto con Michael, spero di fare in fretta. Tu come stai?''
''Sto bene tesoro, grazie.'' Ti guardi attorno. ''Dovevo prendere la mia borsa.. ''
Lasci le parole in sospeso e sparisci tra le tende, ti sento domandare alle assistenti e alle truccatrici, dopo qualche minuto ritorni con la borsa.
''Ne vuoi una?'' Mi porgi una caramella alla menta.
''No grazie.'' Costruisco una smorfia falsa. Quella di Sarah ancora non è arrivata.
''Va bene, allora io torno di là, non tenere troppo a lungo quel broncio.''
Mi porto le dita alle labbra, quale broncio?
Entro nel tendone, comincio a sentir freddo, devo aspettare la fine delle altre scene che deve recitare Michael insieme a Tara, Jim, Kevin e Sarah.
''Salve signorina Acker.'' Un grembiulino bianco mi viene incontro.
''Katie, ciao.''
''Vuole sistemare già il trucco?''
''Sì dai, non ho nulla da fare nell'attesa.''
''Ottimo. E' bellissima oggi sa? Bella e malinconica.''
''Ti ringrazio Katie, sei gentile a dirmi questo.'' Arrossisce un po'.
''Di nulla.''
Mi accomodo su una poltroncina sistemata davanti ad uno specchio, una lampadina mi illumina e Katie comincia ad usare delle creme rinfrescanti, mi rilasso e poggio le mani sui braccioli.
Mi pettina i capelli e mi trucca gli occhi, poi le labbra, le guance.
''Per caso avete visto la mia felpa nera?'' Una voce familiare accompagnata da quel profumo irrompe nel silenzio.
Non mi noti, la tua solita canottiera nera mi abbaglia gli occhi e hai i brividi, i capelli ti ricadono umidi sulle spalle, ti sei beccata un po' di pioggia e poi i tuoi occhi si scontrano con i miei.
Vieni decisa nella mia direzione, ritrovi la tua felpa, proprio dietro il mio specchio.
''Katie puoi lasciarci un momento?'' Si gira verso Sarah, ripone gli strumenti sul tavolino, mi dà un'ultima occhiata e si dilegua nell'altro scomparto del tendone.
Mi alzo e il tuo sguardo mi segue, per quanto io possa essere alta continuo a sentirmi disarmata sotto questi occhi.
''Cosa c'è Amy?'' Prendo fiato e comincio a dar voce al mio ciclo di pensieri.
''Io non so cosa tu abbia pensato ieri, è successo qualcosa? Se è successo dimmelo perchè io non capisco, perchè è così strano adesso? Ti ho soltanto spalmato l'impacco di aceto sul fianco.''
Fai due passi e lo spazio tra noi è quasi inesistente, anche se la pioggia ti ha bagnata non ti scomponi, resti lì dura come una statua.
''Io non.. '' Continuo ma m'interrompi.
''Ascolta, è successo qualcosa soltanto perchè lo stiamo pensando noi, perchè dovrebbe essere successo qualcosa? L'aceto poteva stendermelo anche una delle assistenti, non credo le avrebbe fatto questo effetto però.'' Cominci a gesticolare. ''Mi spiego meglio..'' Fai un sospirone.
Le gocce d'acqua scorrono lungo il tuo collo, formano delle scie che finiscono giù nel seno, ti prendo un asciugamano e ti invito a continuare con il discorso.
''Amy io sono confusa.'' Ti asciughi e prendi la felpa, la indossi.
Confusa? Il mio petto fa un balzo, confusa da me?
La lingua mi si pietrifica e i timpani sono entrati in apnea, confusa? Ripeto nella mia testa.
Aspetti una risposta ma non riesco a comporre parole o frasi che abbiano un senso logico, sembri pentita di quello che hai appena detto, guardi l'uscita del tendone, non andare via, dammi il tempo di spiegare.
''Sarah ti stiamo aspettando!'' Tara interviene, la sua figura emerge dall'entrata.
Si ferma a fissarci.
''Ci vediamo dopo Amy.'' Mi dici e vai via seguita da Tara che mi strizza l'occhio.
Appena ti perdo di vista è come se venissi privata dell'importanza della parte che in me esiste nonostante le delusioni, mi fai credere che nella vita ci sia qualcosa che ancora non abbiamo vissuto che dobbiamo scoprire, ne sento terribilmente l'assenza e il bisogno ogni volta che ti vedo andare via, questo è il potere dell'amicizia no?
Perchè sono così disperatamente deserta in un mare di persone?
Katie torna a sistemarmi, voglio che questo giorno finisca in fretta.

Punto di vista: Sarah Shahi [Sameen Shaw]

Tara mi prende sottobraccio e ci dirigiamo verso il set.
''Sarah cosa succede tra voi due?''
''Chi?'' Spero con tutta me stessa che non si metta a parlare di Amy.
''Non fare la finta tonta, credi sia così stupida?''
''No.''
D'un tratto si ferma e si pianta davanti a me.
''Ennò signorina, finchè non mi parli io non mi muovo.'' Mette le mani sui fianchi decisa a non spostarsi.
''Tara dobbiamo girare.. ''
''Stanno ancora registrando le scene tra Michael e Jim, abbiamo tempo su.''
Mi tira in un posto un po' isolato, poco distante, una specie di parcheggio nascosto dietro i palazzi, è inquietante.
''Allora?'' insiste.
''Non mi va di parlarne.''
''Se non ti andava non saresti venuta con così tanta facilità. Parla.''
''Sono confusa.'' Lo ammetto con così tanta difficoltà che mi tira su il viso. Ha uno sguardo comprensivo e dolce, come se avesse capito.
''Sei confusa a causa di Amy?''
''Io.. Non lo so cosa mi succede Tara, ho un marito e un figlio, non devo sentirmi così.''
Comincia a camminare avanti e indietro, guarda il cielo e poi si ferma.
''Io ho perso mio marito Sarah, lo amavo e lo amo adesso, ogni volta che guardo mio figlio io vedo lui, ogni volta che mi accarezzava, ogni volta che mi sorrideva.. non ho rimpianti perchè io gli dimostravo tutto quello che provavo, eravamo perfetti, quando mi sono ritrovata da sola ad accudire Marcel mi sono sentita persa ed ero così arrabbiata, la vita mi aveva tolto la mia famiglia, l'amore della mia vita.''
Riprende fiato e ricomincia a camminare.
''Con questo non sto dicendo che tu devi restare per sempre con tuo marito, voglio farti capire che puoi rinascere, che niente e nessuno potrà impedirti di vivere quello che provi, il tempo ci sembra infinito ma non lo è, dopo i suoi funerali io ho smesso di esistere per tre anni ma poi è come se qualcosa avesse smosso tutto, ho capito che dovevo vivere. Non chiuderti nell'idea che il matrimonio sia una promessa che vincola la tua felicità.'' Si avvicina sfiorandomi la guancia.
''Ami tuo marito? Hai queste sensazioni per Amy? Cerca di capire quello che tu davvero desideri e scegli, abbi il coraggio di scegliere, sempre.''
D'istinto la stringo e lei si aggrappa a me, come un peso al cuore che va via.
''Grazie'' Bisbiglio.
''Grazie a te per avermi ascoltata.'' Ti strofini gli occhi e aggiungi:
''Le smancerie sono durate fin troppo, andiamo sul set.''
Ti seguo a ruota, avevi ragione, si stanno ancora occupando di Michael e Jim.
Vedo Stephen in lontananza con la sua t-shirt grigia, impassibile al freddo e al tempo umido, oggi ci dirige lui, un regista un po' fuori di senno ma bravo.
''Volete un pasticcino?'' Kevin spunta alle nostra spalle con un vassoio colmo di dolciumi.
''E dove l'hai rubato questo?!'' Escalama Tara contrariata.
''Veramente l'ha ordinato Stephen.. '' Fa spallucce e continua a mangiare un brownie.
''Beh io ne approfitto.'' Assaggio un brownie e un muffin, deliziosi.
''Io devo tenermi in forma.'' Afferma Tara.
''Tu cosa?!'' Esce dalla mia bocca spontaneamente, Kevin la fissa scandalizzato.
''E' così strano?'' Corruga la fronte, e quando fa così non c'è risposta che possa salvarti.
''Nono.'' Kevin alza le mani in segno di difesa.
Alle spalle di Chapman ci sei tu che stai arrivando, i capelli al vento, le tue gambe che percorrono la strada lentamente, ancheggiando, il blu del maglioncino risalta da sotto la giacca in pelle, vorrei scattarti una foto.
Tara mi cinge il fianco: ''Sveglia signorina.'' Mi sussurra.
Ci chiedi cosa succede, come mai mangiamo dolci, Tara ti risponde semplicemente che Kevin è un maiale e cominci a ridere, non voglio guardarti ma il mio corpo è come se volesse lanciarsi contro di te, disfacendosi di tutta questa lontananza. Trovo una scusa per allontanarmi qualche minuto, tra poco dovremmo cominciare a girare le parti di Shaw, resterò nascosta fino ad allora, fingo che mi stia chiamando Steve, appari infastidita quando pronuncio il suo nome. La felpa non basta più per riscaldarmi, maledetto tempo. Torno al tendonde per stare al coperto, rischio di prendermi un accidenti se resto fuori.
''Tara mi ha detto di venire a cercarti.'' Entri con nonchalance sfilandoti la giacca.
''Hai freddo?'' Domandi.
''Un po'.'' Usi quest'ultima per coprirmi le spalle, sposti una poltrona di fronte a me sedendotici sopra.
Hai voglia di dirmi qualcosa, posso leggerlo dai tuoi occhi ma non lo fai, hai una strana luce che brilla da un angolo all'altro del tuo viso, mi chiedi se ho ancora freddo, ti rispondo che adesso sto bene, che sono al caldo e ti ringrazio per la giacca. Ti avvicini tirandoti dietro la poltroncina, le nostre ginocchia si toccano e stai per dire qualcosa, sono confusa, non avrei dovuto proferire parola.
''Io.. '' Cominci a dire.
''Non voglio parlarne.'' Sostengo il tuo sguardo che pare altrettanto sicuro di sè.
''Hai ragione.'' Attiri la mia attenzione, ragione per cosa?
Non cerchi una risposta da questa affermazione.
Mi blocchi i polsi sui braccioli e irrompi impetuosa su di me, come se non avessi mai baciato prima tu mi cerchi, mi cerchi dentro questo bagno di sussulti e non so fermarmi e tu non sai fermarti, ti tiro per la nuca, un bacio che si consuma nella foga, che si scioglie nelle labbra, te ne vai e poi ritorni nella mia bocca avida di qualsiasi cosa tu possegga, il petto mi brucia, come scintille, come un fuoco violento che vuole divorarmi.
Le tue mani gelide d'improvviso mi spingono via, la mia carne sta ancora reagendo, sono immobile come lo sei tu, inerte, ho paura. Hai paura anche tu?
Mi spoglio della tua giacca lasciandola cadere sulla poltrona, mi mancano i battiti nel petto, ho bisogno di respirare ma tu mi anticipi, farfugli ed esci, mi lasci sola, non hai freddo solo col maglione?
Le tue labbra erano ancora rosse, e se le tue sono rosse.. lo sono anche le mie!
Corro verso uno degli specchi, sono completamente disfatta e le mie guance roventi;
cerco una spazzola tra le varie cianfrusaglie sparse sui banchetti, disperata, è così chiaro sulla mia faccia che ho baciato Amy. Eccone una! Raccolgo i capelli in una coda, passo delle salviettine imbevute sulla pelle e un po' di trucco, velocemente.
''Signorina vuole un aiuto?'' Rimbalzo sul posto, mi cade il pennello dalle dita tremanti.
''Mi scusi.. Non volevo.''
''Tranquilla Katie, hai visto Portia?'' Chiedo.
''Se non sbaglio è andata ad aiutare Tara sul set, non voleva essere truccata qui dentro.''
Riprendo il pennello e la ringrazio, mi specchio ancora una volta, la mia figura è meno sconvolta.
Cinque minuti di recupero, inspiro ed esco, nessuna traccia di Amy, aumento il passo verso il set.
''Sei arrivata in tempo.'' Annuncia Stephen.
Sì, sono arrivata in tempo..

Punto di vista: Amy Acker [Samantha Groves/Root]

Sto gelando, ho dimenticato di prendere un cappotto. Se torno indietro ci sei tu, sono così in imbarazzo, io ho perso il controllo, ho perso la padronanza delle mie azioni e non permetterò a questa cosa di farmi perdere la testa, di pensarci fino ad avere le borse sotto agli occhi o passare le notti in bianco, l'ho già dimenticato.  

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