Capitolo 9

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In questo capitolo:
Kevin Chapman - Lionel Fusco
Michael Emerson - Harold Finch
Jim Caviezel - John Reese
Taraji Penda Henson - Joss Carter
Amy Acker - Samanta Groves/Root
Sarah Shahi - Sameen Shaw
Jonathan Nolan - Autore/Produttore/Showrunner
Greg Plageman - Produttore/Showrunner/Sceneggiatore
Steve Howey - Marito di Sarah Shahi
James Carpiniello - Marito di Amy Acker
Chris Fisher - Produttore/Regista
Amanda Segel - Sceneggiatrice
Denise Thè - Produttrisce/sceneggiatrice
Fred Toye - Regia

- Passato

Punto di vista: Amy Acker [Samantha Groves/Root]

Torno a casa distrutta, un calore incombente mi pervade il corpo dall'ultima volta che mi hai toccata, tutta la serata l'abbiamo passata ad evitarci, facendo finta di essere brille, per sentirci meno in colpa e meno stupide.

Punto di vista: Chris Fisher [Produttore & Regista]

Manco da un po' sul set, ho approfittato del tempo libero per rilassarmi, soprattuto in assenza delle chiamate ossessive di Jonathan.
Ci stiamo preparando per la morte di Joss Carter, episodio nove, tutti presenti a guardare, Tara è in fibrillazione, va in giro parlando con se stessa, ad alta voce, Jim accanto a me è placido, sguardo fisso nel vuoto.
''Tu!'' Lo prende per il bavero.
''Tu piangerai per me.'' Afferma scuotendolo.
''Tara, hai ripetuto le battute invece di girare come una forsennata?''
''Jim Caviezel, preparati alle lacrime.'' Gli punta il dito al petto.
Rido, e ridono anche loro insieme a me, ammiro la loro leggerezza nell'affrontare emozioni che in parte vivono davvero.

Ci raggiunge Denise che è già con i fazzoletti in mano, si aggrappa alla mia spalla singhiozzando.
''Non posso crederci Chris.''
''A cosa?''
''Ci lascerà.''
''Ma è solo una scena Denise! E poi l'hai scritta tu!'' Mi guarda con gli occhi lucidi.
''Lo so, è che mi fa piangere.''
''Ehi! non asciugarti il naso sulla mia giacca!'' Mi scosto infastidito.

''Tutti ai propri posti!'' Grida Fred dal megafono.
Ci spostiamo per fare spazio ed avere una buona visuale sulla recitazione;
la Carter fissa John nel profondo dei suoi occhi, sembra una muta dichiarazione d'amore , i tecnici attivano il suono del telefono mentre Finch cammina per raggiungere i suoi amici, la sua espressione si colora di paura, è un numero, nel contempo arriva Simmons, mira a John, lo atterra, poi mira a Joss, i proiettili sparati da Reese mentre si accasciava non sono riusciti a colpirlo. Mi sto emozionando, sono talmente bravi.
Reese si accosta al corpo inerme della Carter:
- Joss, sono qui.
Mi guardo attorno, Denise è scomparsa, Kevin tiene gli occhi coperti con la mano e non ci vuole un genio per capire che anche lui è provato da questa meravigliosa interpretazione. Nascosta tra i cameraman c'è Amanda accanto a Jonathan, entrambi hanno le braccia incrociate sotto al petto, scrutano attentamente lo spettacolo e farfugliano qualcosa tra di loro scambiandosi sorrisi complici.
Amy è con Greg sulla destra della scena, le braccia lungo i fianchi, ma non sta guardando Jim e Tara, ha la testa tra le nuvole, seguo la direzione dei suoi occhi e c'è Sarah dall'altra parte, sulla sinistra della scena, le mani infossate nelle tasche della felpa, una lieve curva si disegna sul suo viso.
''STOP!'' Ordina Fred rianimando la quiete.
Jim si tira su aiutando Tara che tenta di ricomporsi, purtroppo non riesce a contenere il pianto, si protegge tra le braccia del suo collega mentre tutti gli altri corrono ad abbracciarla.
Arriva il mio turno, si accascia al mio petto piagnucolando.
''Grazie per le emozioni che ci regali. Sei una grande attrice.''
''Stupido!'' Esclami asciugandoti il volto.

Punto di vista: Sarah Shahi [Sameen Shaw]

Le lacrime di Tara mi bagnano la felpa, prendo un fazzoletto, inutilmente però, protende il braccio verso il mio viso e mi lascio blandire dalle sue carezze:
''Sono stata grande!'' Esclama pizzicandomi la guancia per poi mollarla e saltellare sul posto.
L'osservo godendomi lo scenario, sta sgambettando una spece di conga, da sola.
''Ehi tesoro, cos'è questo faccino?''
Mi limito ad un mezzo sorriso di risposta.
''Ho capito, poi me lo dirai.'' Mi dà uno schiaffetto sullo stesso punto del pizzico, le tiro la manica prima che vada via;
''Sei la migliore.'' Sussurro in tono flebile e un enorme grazie esce dai suoi occhi.
Amy è andata via prima che potessi avvicinarla.

Questa sera più che un traguardo, casa mia sembra una sconfitta, nemmeno oggi hai proferito parola, sono giorni che mi privi delle tue attenzioni, ti ho lasciato delle caramelle e tu non le hai toccate, erano puntualmente davanti allo specchio quando mi ritoccavano il trucco, mi sento consumare e mi sento sola dove tu non ci sei, hai riempito le mie labbra di fiori che non sanno più sbocciare, e se fosse un incantesimo?
La corda tira così forte il cuore se vai lontano e adesso sta facendo davvero male.
Apro il portone entrando in punta di piedi, ho tardato più del previsto.
Una luce fioca mi rapisce, delle candele alla mia destra, la porta del corridoio è spalancata e il bagliore porta in camera da letto, un colore rosso fuoco ansima sulle pareti.
Mi sfilo le scarpe e cammino fino a raggiungere la stanza, petali rossi ricoprono il letto e il pavimento, a far luce è una lampada posta sul comodino di fronte a me, accanto alla finestra.
I love you wifey
Ricamato con delle rose rosa su un tappeto ben illuminato.
Steve esce dalla porta del bagno in smoking, non sono in grado di apprezzare alcuna bellezza in lui adesso, nella mia mente c'è solamente una voce che grida: Sarah scappa! scappa!
''Buonasera.'' Usa un tono basso e provocatorio. Avvinghia le sue braccia gonfiate di muscoli al mio corpo.
''Cos'è tutto questo?'' L'imbarazzo di non essere contenta mi disturba.
''Per te, per noi.'' Scandisce il noi di cui avevo quasi perso memoria.
Mi bacia, mi bacia così forte e non riesco a prendere aria, la sua barba mi pizzica, ed è talmente secco di emozioni.
Mi spoglia con gli occhi di chi non ha pazienza, nè regole, nè timore, e se mi rifiutassi?
Gli sfilo esitante la giacca, poi la camicia, ci distendiamo sul letto; ti cibi del mio corpo, ed io? Cos'ho se non la mia vergogna?
Non attendi molto per liberarti dei pantaloni e fare quello che hai sempre fatto in tutti questi anni, i minuti sembrano non passare mai, il tempo pare godere della mia inquetudine, ti muovi come il mare contro la costa, ostinato, tenace, persisti finchè il piacere non adempie al suo compito; prende possesso di te liberandomi infine da quelle tenaglie, ti lasci cadere sul lato boccheggiando.
Dopo qualche minuto ti bacio ancora e sgattaiolo in bagno, chiudo a chiave assicurandomi di aver preso il cellulare.
- Amy A. - I miei occhi si bagnano. Cosa ho fatto.. ? Mi sento sporca più del fango, un ratto in una fogna.
Apro l'acqua e avvio la chiamata; uno squillo, due squilli, tre squilli..
''Pronto? Sarah?''
''Mi sono rovinata.'' Singhiozzo in silenzio.
''Cos'è successo? Perchè piangi?'' Domanda allarmata.
''Tara ho appena fatto l'amore con mio marito e-''
''Tesoro risparmiami i dettagli per favore.''
''E' diverso, capisci?'' Sono così terribilmente colpevole.
Mi siedo contro il muro, di fronte alla doccia, congiungo le ginocchia al petto, il pianto si fa insolente e cacciatore delle mie debolezze.
''Amy.. '' Sospiri.
''Già.'' La mia voce trema e tu ne cogli il significato.
''Devi chiarire i tuoi sentimenti e avvisarmi quando vuoi svegliarmi.'' Aggiunge ironicamente.
''Sì, scusa se ti ho disturbata. Proverò a prendermi del tempo per me.''
''Fai quello che ti senti dolcezza, non mi disturbi mai comunque.'' Mi tiro su aiutandomi con il palmo sul pavimento e la saluto, è un po' inusuale chiamare qualcuno alle tre di notte.
Lancio i vestiti nella cesta degli abiti da lavare ed entro in doccia, acqua purificante, spazzo via l'odore di Steve da ogni centimetro della mia pelle. Oddio, mi ha anche lasciato un succhiotto violaceo sotto l'ombelico.
Bussa alla porta:
''Piccola hai fatto?''
''Ho quasi finito, quindici minuti.''
Strofino per bene tutto il corpo e mi avvolgo nell'accappatoio. Non so se sono più in collera perchè sento ancora le mani di Steve che mi palpano o perchè quelle mani hanno cancellato le tue impronte.
Mi sistemo in fretta indossando un pigiama e riprendo il cellulare.
''Puoi andare Steve.'' Dico richiamandolo.
- Amy A.- Indugio passando il pollice sul suo numero, come se potessi sfiorarla. Io non avevo programmato tutto questo, non era nei miei piani.

Punto di vista: Amy Acker [Samantha Groves/Root]

Tre episodi pieni con Sarah, siamo arrivati alla fine della terza stagione, sono riuscita a scansarmela ma adesso abbiamo delle scene in cui siamo una di fronte all'altra, non potrei evitarlo nemmeno se volessi.
Sto aspettando Katie per dare un'ordine ai capelli quando arrivi tu, sicura come uno squalo, la tua dolce visione svaluta il resto del mondo ai miei occhi, ogni volta.
''Ti spiace se mi cambio qui un attimo?'' Mi chiedi, hai dimenticato cos'è successo tra noi?
''Non mi dispiace.'' Ti rispondo, forse con un pizzico di malizia.
Ti volti di spalle, devi solo mettere la maglietta, togli il maglioncino blu senza problemi e infili la canottiera nera, ripieghi l'indumento riponendolo su una sedia, ti giri verso di me.
''Allora? Come stai? Hai deciso che non mi parlerai più?'' Intuisco un filo di astio nei tuoi modi.
''E adesso che sto facendo?'' Smetto di guardarti. ''Io sto bene, tu come stai?'' Aggiungo per non prolungare l'argomento.
''Bene.''
Hai l'addome leggermente scoperto.
''Cos'hai fatto lì?'' Lo sputo d'istinto, hai una macchia violacea, un liv-
''Oh, qui.. Io-'' Si tocca in quel punto temporeggiando.
''E' un succhiotto.'' T'interrompo.
I tuoi occhi confermano la mia affermazione, non hai una scusa da inventare? Non vuoi farmi credere che non sia un succhiotto?
Un fulmine mi attraversa il corpo da testa a piedi. Steve ti ha fatto un succhiotto. Io ho schivato ogni cosa di te, perfino il profumo e adesso hai un succhiotto. Ho voglia di prenderti a pugni.
Veniamo distratte dalla voce di Denise;
''Ragazze dobbiamo andare sul set, sbrigatevi.''
Tu fili via immediatamente, io aspetto due minuti e vi raggiungo.

Intanto che giriamo, quel succhiotto sfolgora davanti ai miei occhi, un martirio senza tregua; dimentico le battute, sbaglio i toni, prendo delle pause lunghissime, ripetiamo il copione diverse volte;
''Amy ma cos'hai in testa!?'' Mi urli spazientita d'un tratto.
''Ragazze fate dieci minuti di pausa e rinfrescatevi la memoria.'' Interviene Denise dolcemente.
Stringi il mio polso e mi trascini in disparte.
''L'abbiamo provata milioni di volte, a cosa stai pensando?''
Riuscire a reggere il tuo sguardo è abbastanza, cosa dovrei dirti?
''Amy!'' Mi scrolli il braccio non ricevendo risposta.
''Scusami.'' Devo apparire fiduciosa. ''Ero distratta.''
''Distratta da cosa? Stiamo perdendo un sacco di tempo!''
Mi faccio coraggio, poso la mano sul posto dov'è il succhiotto e tu capisci, capisci benissimo, fai un passo indietro.
''Non allontanarti.''
''Allontanarmi io?! Non mi hai rivolto la parola per giorni, non mi hai guardata nemmeno per un secondo Amy, ho provato a creare un contatto con te ma l'hai rifiutato, e adesso sei distratta per un succhiotto?!''
La tua voce trema ad ogni sillaba che pronunci;
''Non era mia intenzion-''
''E invece l'hai fatto! Mi hai lasciata senza di te e non facevi altro che mancarmi.''
Le tue labbra si atteggiano in una linea colma di disprezzo, i tuoi occhi al contrario sono lucidi e neri.
Sbatto le palpebre, cosa stai dicendo?
''Ti sono mancata?''
Diventi piccola, non volevi ammetere che ti sono mancata?
''Chiediti cosa manca a te Amy.''
''A me non manca niente.'' Perchè a me non manca niente giusto?
''Lo vedo, hai già scordato tutto.'' Sbuffi tornando sul set.
Ti blocco.
''Te l'ha fatto tuo marito? Quando?''
''Non sono affari tuoi.''
Non mollo la presa.
''Amy..'' L'allento e ti lascio andare. Ho afferrato.

Riusciamo a completare le scene assegnateci. Ci danno la pausa pranzo.
''Mangiamo insieme?'' Ti domando.
''Scusa, non ho fame e non sono dell'umore.''
''Posso fare qualcosa per te?''
''Non importa.'' Ti incupisci ed entri nella roulotte delle truccatrici. Ti seguo.
''Amy ti ho detto che non importa.''
''E' colpa mia?'' Alzi lo sguardo.
''Non è colpa tua.'' Mi dici sedendoti su uno dei tavolini.
Mi accosto, e premo di nuovo il palmo sotto il tuo ombelico.
''Avete fatto l'amore?''
Dischiudi le labbra e mi fissi, ti alzi, cammini verso di me e adesso quasi ti tocco il naso con le labbra. Chiudi a chiave la porta della roulotte e lentamente mi porti con la schiena alla parete.
''Cosa stai facendo?''
''Volevi fare qualcosa per me?'' Ti stai sfilando la felpa.
Dubito un po' prima di rispondere. ''Dipende.''
Togli le scarpe con un calcio e la tua pancia sfiora il mio ventre, alzi le braccia, tiri via la maglietta, credo di essere confusamente accaldata, resti in reggiseno, nero, di pizzo e senza bretelle. Mi sconvolgi così, in un niente.
Prendi la mia mano destra e la metti sul tuo collo.
''Lui mi ha toccata qui.'' Bisbigli
Prendi l'altra mano, finisce sul tuo petto, al centro.
''Mi ha toccata anche qui.'' Continui.
Abbassi la zip dei pantaloni, li lasci cadere tranquillamente, gli slip sono bianchi, ricamati anch'essi, ho perso il conto dei secondi in cui ho smesso di fiatare;
''Sarah.. '' L'unica cosa che riesco a dire prima di ritrovarmi completamente schiacciata tra te e il muro.
Il tuo respiro sul mio, sto annegando, hai portato le mie dita sulla tua schiena, invece le tue sono sotto i miei vestiti, sotto al seno, mi lascio denudare, lo fai quasi a rallentatore, i tuoi occhi non si muovono dai miei, mi frantumo ogni volta che la mia pelle viene a contatto con la tua, come fai a disegnarmi cieli nella mente in questo modo? Come fai a disegnarmi queste farfalle sul cuore senza inchiostro?
Mi accarezzi la guancia, le labbra, le spalle, ti piace il mio reggiseno?
Sorridi teneramente, mi sbottoni i jeans, mi sposto, non resisto, mi guardi smarrita e mi preghi in silenzio di non andare, rivedo quel segno, tra l'ombelico e il ventre, mi paralizzi, vieni di nuovo qui a strapparmi la realtà da dosso ricoprendo gli spazi vuoti con il tuo corpo.
Ti spingo all'indietro fino ad arrivare ai tavoli, ti ci faccio salire, sposto tutto ciò che c'intralcia, mi attiri a te dai fianchi, mi libero dei jeans. Di colpo la tua foga si fa viva, percepisco la tua lingua liberarsi e cercare la mia, divarichi le gambe e sparisce tutta la distanza.
''Mi senti?'' Stringo le mani sulle tue cosce premendo il ventre contro il tuo.
''Non mi basta.'' Sussurri.
Mi sfiori l'avambraccio, i miei polmoni sono grandi quanto un veliero adesso.
''Toglimelo.'' Mormori con una sensualità inattesa, indichi il succhiotto.

Punto di vista: Sarah Shahi [Sameen Shaw]

''Ti prego.'' Aggiungo.
Ti chini su di me, con una spinta leggera di bacino mi sposti più indietro, mi reggo tenendo i palmi dietro di me, accarezzi il livido e poi lo tocchi con le labbra, i tuoi capelli si spargono sulla mia pancia.. Oh.. Dio.. Tutta la mia sensibilità si concentra in quel punto, uno tzunami di sensazioni mi travolge in un istante, quando la tua lingua comincia ad assaggiarmi.
Ti afferro per la nuca, le tue labbra bruciano, voglio sapere di te, i tuoi polpastrelli sostano nell'interno coscia.
''Non ferm-''
Non perdi tempo, butti via i miei slip. Io butto via i tuoi.
Sembri frastornata e piena di desiderio allo stesso tempo.
Mi baci con violenza, come se mi avessi letto nel pensiero, slacci il reggiseno, mi perdo nel tuo respiro che aumenta e si scioglie, aumenta e si spezza, ti sposto la mano tra le mie gambe.
Fammi sparire dove tu potrai essere mia.
Ti lecchi le labbra, entri dentro di me all'improvviso, mi sfugge un gemito limpido e forte, lo ripeti, e lo ripeti ancora, e ancora, ansimo sulle tue labbra che sorridono compiaciute, poi ti fermi. Le mie mani si poggiano sulla tua che adesso preme dove il piacere non ha limite, muovo il bacino in concomitanza alle tue dita. Vedo uno sgabello dietro di te, senza pensarci capisci il mio sguardo e ci spostiamo lì, i tuoi occhi nitidi sanno sempre cosa voglio, non è vero? Pare tu sia l'unica.
Mi stringo al tuo collo, non mi lasci mai, l'estasi del tuo tocco.. i miei gemiti ti piacciono, te li sussurro all'orecchio con qualche bacio e diventi sempre più calda. Socchiudo gli occhi.
''Amy.. '' Lo pronuncio come una richiesta disperata di aiuto.
Poggio la fronte alla tua, sfioro il tuo naso, il tuo odore, la mia testa, non sono più padrona di me.
Mi dimeno sopra le tue cosce, lo sgabello non è troppo alto, riesco a non far ricadere tutto il mio peso sulle tue gambe, giochi con il mio seno e continui ad entrare più forte, più veloce, ti sento ovunque, mi divori piano e paziente.
Il piacere cresce senza freni, non riesco a trattenermi, mi contraggo, chiudo i denti sulla tua spalla muovendomi freneticamente, tu con me, fino a raggiungere un lungo e sublime attimo di estrema goduria.
Mi scosti i capelli dalla fronte, non sono capace di raffreddarmi dinnanzi a te.
Ti lecco le dita ancora umide, le guardi: ''Lo sai che non abbiamo finito.'' Ti dico.
''Non ti sei saziata?''
''Di già?''
Non ti lascio spazio per replicare, sentivo già l'assenza della tua bocca, mordicchio delicatamente il labbro superiore succhiandolo, poi scendo a quello inferiore, ti trascino con me conducendoti su uno dei divanetti, sono più comodi, ti siedi e torno a baciarti, lentamente, senza fretta, hai le mani sulle mie guance.
Se fossi condannata a vivere dove tu non sei, sarebbe un inferno, la mia vita era rimasta in sospeso fino ad ora, fino a quel bacio.
Passo l'indice dal mento al collo, dal collo al seno, dal seno al ventre, dove tremi un po', dal ventre alla coscia, inspiro, e ti guardo:
''Mi prometti che non scappi?''
''Sì.'' Mi dici, ma non sorridi, un'espressione grave prende il sopravvento.
''Promettilo.'' Ripeto.
''Ci proverò, proverò a non avere paura di te.''
''Ma non devi averne.. ''
Ti distendi posizionandoti meglio, vuoi le mie labbra ed io te le regalerei, me ne libero se vuoi.
Disperdo la lingua lungo il tuo collo, sul tuo petto, credo di aver trovato un punto sensibile.
Apro la mano sulla tua pancia, scende fino a giù, vengo sopra di te, sospiri dolce, sento che ci sono più colori qui, in te, che attorno a noi.

''Sarah sta vibrando!'' Ritraggo le mani.
''Sta vibrando? Cosa?'' Hai un vibratore???
''Il cellulare stupida!''
Mi tiro su in fretta, svuoto le tasche dei pantaloni fino a trovare il telefono.
''Penso sia il tuo, non ho nessuna chiamata.''

''Pronto?'' Mi fai segno di rivestirmi in fretta;
infilo il reggiseno, gli slip, al contrario, ottimo! I pantaloni e la canottiera, prendo anche i tuoi indumenti e ti aiuto ad indossarli mentre parli, con Denise credo.
''Non abbiamo guardato l'ora, tra cinque minuti dobbiamo riprendere a girare.'' Affermi attaccando la chiamata.
''Secondo te io guardo l'ora in questi casi?'' Ti sto abbottonando i jeans mentre tu tenti di riagganciarti il reggiseno, non hai neanche un neo, forse uno, sulla spalla destra.
Mi accarezzi i fianchi ed esci dopo aver indossato il maglioncino.
Metto la felpa e vengo fuori anch'io.
''Amy.''
''Ne parleremo.'' Dici in tono evasivo.

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