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Non ci capisco più niente. Tutto questo è assurdo. Come posso salvare la mia anima? Non la conosco. Vorrei andarmene, penso sia una reazione abbastanza normale. Non dovrei essere obbligata a farlo. Dovrei poter scegliere.

"Si puoi scegliere-risponde Shado, come se mi avesse sentito-ma ti avverto: se la tua risposta sarà positiva dovrai prepararti. Perchè sarà difficile e pericoloso, dovrai affrontare tutte le cose che ti terrorizzano di più, dovrai rivivere tutto quello che ti ha fatto più male, dovrai ritornare la persona che non sei più. Ma al contrario se la tua risposta sarà negativa dovrai prepararti a diventare diversa da tutto quello che sei sempre stata."

Come ha fatto a leggermi nella mente? È impossibile. Certo, anche parlare con un demone nella mia anima dovrebbe esserlo. E poi che cosa sono questi indovinelli?

"Ti sarei molto grata se mi spiegassi bene come stanno le cose"-dico, con un tono forse un po' troppo acido.

Mi guarda. Ha gli occhi quasi dispiaciuti, come se volesse dirmi tutto quello che sa, ma non potesse. Come se dovessi fare tutto da sola ma lui volesse aiutarmi. Ho sempre avuto il talento di capire come stanno le persone solo guardando i loro occhi. A quanto pare ci riesco anche con Shado.

"Non so se voglio farlo.-continuo, dopo essermi calmata-Insomma tu vorresti rivivere delle cose che vorresti solo dimenticare?"-chiedo.

"Se fosse necessario per vivere dei momenti migliori lo farei. Tu non stai vivendo Mayla. Devi solo fidarti di me."

Ci penso un po'. Cerco di ricordare come ero, ma non ci riesco. Il dolore è troppo forte. Non vedo come potrei stare meglio. Non ci sono riuscita neanche quando mi hanno aiutata. Come posso farcela? Ma è l'unica cosa che posso fare. Forse me ne pentirò ma devo accettare.
Guardo Shado dritto in quegli occhi che non sembrano più così cattivi come la prima volta e, con molta fatica, dico:

"Mi fido".

Shado mi fa uscire dalla stanza. Io continuo a non capire niente, ma devo fidarmi di lui, l'ho promesso. Qui è come se si fosse fermato il tempo. Non lo sento scorrere.

"Allora Mayla,-dice sorridendo-in questo preciso istante siamo usciti da quella che io chiamo base. È il posto dove puoi rifugiarti se nell'anima sta succedendo qualcosa. Quando qualcuno ti offende o tu stai male qui succede di tutto. Tornadi, mostri, animali. Tutto tenta di annientarti. Ma io, che sono il custode della tua anima, rifugiandomi lì sono protetto e in questo modo sei protetta anche tu."

"Ma come è fatta la mia anima?"-chiedo, cercando di visualizzarla, come quando ti raccontano una storia e tu, per non perdere nessun particolare, ti immagini la cosa che, in base a come sei, si avvicina di più a quello che stai ascoltando.

"La tua anima è un cerchio."-dice. Si ferma un attimo a pensare e poi mi chiede: "Ti ricordi quello che ti ho detto sulla collana?".

"Più o meno"-rispondo.

"La tua anima è un cerchio-riprende-quasi impercettibile ormai. È divisa in quattro zone. La prima zona è formata dalla base e dalla parte dove siamo ora, l'atrio. Le altre tre zone sono delimitate da muri che neanche io riesco a oltrepassare. Non so cosa contenga ognuna di quelle zone ma so che per entrarci bisogna aprire una porta e che quella porta la puoi aprire solamente tu. Una volta aperte le porte possiamo aspettarci di tutto. Qualsiasi cosa sia, combatterà. Tenterà di ucciderci perchè se noi vivremo lei morirà."

"Non mi avevi detto che saremmo potuti morire."-dico, con un miscuglio di terrore e rabbia.

"Ma ti ho detto che sarebbe stato pericoloso."-ribatte.

Cominciamo a camminare lungo il sentiero che conduce alla porta che vedo in lontananza. Sia a destra che a sinistra siamo circordati da alberi spogli e fitti. Man mano che andiamo avanti gli alberi chiudono il sentiero alle nostre spalle. Vorrei tornare indietro ma sono solo all'inizio. Non posso mollare. Mentre provo a realizzare tutto ciò che mi sta accadendo mi rendo conto di essere già arrivata alla porta. Alla sua sinistra c'è un cartello grigio e molto rovinato con una scritta di color argento. Tento di mettere a fuoco quello che c'è scritto e quando ci riesco leggo ad alta voce: "Infanzia".

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