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"La fantasia non ha età e
i sogni sono per sempre"

"Immaginazione."-sussurro.

"Cosa?"-mi chiede.

"La frase che è incisa sulla porta. Parla dell'immaginazione. Era la mia frase preferita quando ero piccola. In quel momento credevo a qualsiasi cosa. Che ingenua."-dico, con un po' di amarezza.

"Ma certo!"-esclama Shado.

"E adesso cosa c'é?"-chiedo.

"Rifletti: questa è la porta della tua infanzia e guarda caso sopra è incisa la frase che amavi quando eri piccola. Vuole che tu creda, creda ancora a quella frase come quando eri piccola."-dice.

"La canticchiavo, insieme ai miei genitori"-rispondo.

Shado mi guarda incuriosito e così inizio a canticchiarla per fargliela ascoltare. All'improvviso sulle lettere si intravede una luce, una luce che scorre, come se fosse un fiume in piena che riempie ogni singola parola. Una voce angelica dice "Entrate" e la porta, molto lentamente, si apre. Una volta entrati la porta si chiude violentemente.


"Tu vedi qualcosa?"-chiedo a Shado a bassa voce, come se avessi paura che qualcuno mi sentisse.

"No, non ho mai visto un buio cosi nero."-risponde.

Appena finisce di parlare, a partire dal fondo della stanza, in successione, si accendono moltissime luci e, dopo un attimo, davanti a noi vedo un sentiero fatto da caselle quadrate molto grandi che portano dalla parte opposta a quella dove ci troviamo noi. Mi avvicino alla prima e trovo un dado che fluttua vicino ai miei fianchi.

"Penso che dovresti lanciarlo"-dice Shado.

Lo guardo e, dopo un attimo di incertezza, prendo il dado e lo lancio: 3. Avanzo di tre passi e appena appoggio tutti e due i piedi sulla casella numero tre, si apre totalmente e io precipito nel vuoto gridando e lasciandomi alle spalle Shado.

Pensavo di schiantarmi al suolo, ma è stato come se una forza mi avesse bloccata. Non ho neanche un graffio ma sono caduta per circa 20 metri. Appena realizzo di trovarmi sempre sulla casella numero tre ma più in basso, una voce più dura di quella che avevo sentito quando ero ancora fuori dalla porta chiede: "Esistono gli unicorni?". Ma che domanda è? Questa voce dopo che ho perso dieci anni di vita cadendo da una casella nella parte dell'infanzia della mia anima si diverte a scherzare?

"No!"-rispondo gridando.

Non avrei mai dovuto farlo. Appena pronuncio quella parola si apre ancora la casella e precipito per qualche minuto. Questa volta mi schianto violentemente sul pavimento e sento un dolore lancinante alla spalla. "E' rotta"-penso. Mi trovo in una stanza grigia, abbastanza piccola. Non riesco ad alzarmi a causa del dolore alla spalla. E' troppo forte. Quando vedo un essere bianco latte e brillante come un diamante venire verso di me, penso di avere le allucinazioni, ma poi capisco tutto: è un unicorno. Dopo essersi avvicinato abbastanza alla mia spalla la sfiora con il suo corno e io non sento più niente. Prima di andarsene mi guarda negli occhi. Quello che pensavo fosse un sogno e un'illusione ora è davanti a me. Gli sorrido e quando dico: "Gli unicorni esistono" una luce mi acceca e ritorno al percorso iniziale.

Shado mi corre incontro preoccupato e mi chiede cosa sia successo. Io gli racconto tutto, della voce, della caduta, dell'unicorno.

"Questo è sempre stato dentro di te, vero?"-mi chiede.

"Ho sempre creduto negli unicorni, ma un giorno mio padre mi disse che non sarei andata da nessuna parte immaginando di trovare unicorni e fatine nei boschi. Lui diceva che l'immaginazione fa schifo. È per i deboli e le persone che non riescono ad apprezzare la vita. Cosi ho smesso di pensarci."

"Io non la penso così."-dice Shado.

"Ho capito cosa vuole questa porta-esclamo ignorando il suo tentativo di consolarmi- sarà facile. Basterà provare a credere o fare finta di credere e lei ci lascerà passare."-dico.

"Non credo che sarà cosi semplice.-risponde Shado- Non potrai mai ingannare la tua anima."

The Bright HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora