EPILOGO

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Ignazio non venne quella notte. E non venne da me neanche le notti successive. Piansi. Piansi tanto, piansi tutte le mie lacrime: per dolore, per rancore, per rimpianto. Mi ritrovai anche a maledire lui e il giorno in cui fece il suo ingresso nella mia vita.
Quando gli scrissi quel biglietto, ero davvero convinta che avessimo una possibilità.
Credevo sinceramente in un noi,
credevo fossimo veramente legati da un forte amore. Credevo in quel 'ti amo' detto sotto voce sulla spiaggia un anno fa. Credevo nel nostro prenderci in giro per ogni cosa, credevo che anche lui, come me, fosse innamorato. Credevo.... Credevo. Con il tempo ho smesso di credere in un suo ritorno, in un nostro
futuro. Sono passati tre mesi da quella notte in cui lo aspettai invano, ma la ricordo come la stessi vivendo in questo momento:

la speranza lasciò spazio all'angoscia man mano che il tempo scorreva. La gioia si trasformò in amarezza. Il sorriso in pianto. Mi ero illusa che fossimo più forti delle paure, più testardi dell'orgoglio, ma mi sbagliavo.
Sto provando a superare la cosa buttandomi ancor più a capofitto nel
lavoro. Non esco praticamente mai dal mio ufficio, nel tentativo di non pensare a lui, se non per le questioni fondamentali. Ora per esempio sono dovuta uscire per sbrigare una commissione che non potevo affidare a dei collaboratori. Rientro prima che posso, ma è già buio fuori.
Apro la porta del mio ufficio e accendo la luce e per poco non mi prende un colpo. C'è ania ferma immobile sul divanetto.
"Ania! Ma ti si'uscit pazz! Mi vuoi far prendere un colpo!"
Lei non mi risponde. Fissa il vuoto.

"Ania, si può sapere che hai?"
Lei sembra riscuotersi dal suo torpore e con aria inebetita mi dice: "credo di essere un po' incinta..."
Io sono completamente allibita e le dico: "come un po'? Ma hai fatto il test?"
Le fa cenno di sì con la testa e mi mostra il test in cui fa bella mostra di sé una duplice lineetta rosa.
Io afferro quell'aggeggio e quasi le urlo: "zia? Diventerò zia Ania?"
Lei ancora si limita a scuotere la testa in cenno di assenso, poi si alza e ci abbracciamo per iniziare poi a saltellare e gridare come due dementi.
"Non credevo che tu e belli capelli steste già provando ad avere un bambino" le dico
"E io non pensavo che facesse buca al primo tiro..."
"Ma non eri tu che lo chiamavi gonadi d'acciaio?" La sfotto un po

Lei inizia a ridere e mi trascina nella sua risata. Poi all'improvviso si fa seria e, mentre guarda il test che ancora tengo in mano, mi dice: "ah, io su quel coso ci ho fatto la pipi..."

4 mesi dopo

Ania è entrata ormai nel quinto mese di gravidanza, e grazie a Dio! Abbiamo passato la metà. Io non la reggo più. Non so come faccia quel santo di Giovanni... del resto se ĺa è presa ormai: il diritto di recesso non è più applicabile...
La sto aspettando a casa mia per un
The e qualche biscottino di quelli che lei adora. Arriva puntuale e la faccio accomodare. Certo che sta proprio bene, con il pancino che spunta, il viso più rotondo, gli occhi luminosi e due bocce da paura!
Lei prende la sua tazza, ma la posa subito.

"Mary, io ho notato una cosa...." mi dice seria.
"Cosa?" Le domando mentre soffio un po' sul mio the.
"Giovanni è pelato" mi spiega
"No! Ma ne sei proprio sicura?" Rispondo sarcastica
Lei mi guarda quasi con disgusto e poi prosegue: "e se fosse genetico? E se la mia bambina ereditasse questa orribile tara genetica?" Mi dice praticamente fuori di sé
"Ania. Tua figlia avrà dei magnifici e lunghissimi capelli. Te lo prometto, ok? Ora riprendi a respirare, che la mancanza di ossigeno non fa bene alla mia nipotina... e poi Ania, questa bambina avrà te come madre. E ti preoccupi che le tare genetiche arrivino dal ramo paterno?" Le dico sarcastica
"Hai ragione. Io sono sua madre. sarà una bambina incredibile!" Esclama improvvisamente felice.

Ok. Più andiamo avanti in questa gravidanza, più sono convinta che uno dovrebbe fare dei test psico-attitudinali prima di essere dichiarato idoneo a concepire. A questo punto non so se sarò mai madre, ma se divento così voglio essere buttata in pasto ai leoni in qualche zoo.
Mi vibra il cellulare. È un messaggio da un numero anonimo. Per poco non mi strozzo con il biscotto che sto mangiando!
Ania mi assesta un paio di colpi tra le scapole. E cazzarola! Gli ormoni l'hanno fortificata!
"Oh che c'è!" Mi chiede allarmata
Le mostro quel messaggio. Un messaggio anonimo che è composto da sole due parole: TI AMO.
"Mary, mantieni le palle ferme! Non pensare subito che possa esser lui!" Mi dice allora Ania
"E se non è lui, chi è? Dopo di lui non sono stata con nessuno!"

"Scommettiamo Che Mi Ami?"{IB}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora