1 Gennaio

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Jimin mi sta preoccupando, preoccupa tutti a dir la verità.

E' da quando abbiamo messo piede fuori dalla stanza dell'albergo che si è rabbuiato, non parla, nemmeno con il suo migliore amico e mi sta accanto, la mano destra allacciata saldamente alla mia mano sinistra mentre con le altre trasciniamo le valigie. Jin si sta occupando del pagamento mentre noi carichiamo le macchine. "Ehi che succede?" lo chiedo bloccandolo tra me e la vettura, ricerco il suo sguardo ma lo sostiene per poco, i suoi occhi sono lucidi. Non parla, si limita a darmi un dolce bacio e sussurrarmi di non lasciarlo mai andare. Sorrido appena anche se dentro sto malissimo, una parte di me sa perché ChimChim si comporta così e non lo sopporto. "Se piangi lo faccio anche io." Poso un leggero bacio sulla sua fronte dicendo quelle parole ed aiutandolo poi a sedersi in macchina. Mi siedo vicino a lui e lascio che affondi il viso nella mia giacca. In lontananza scorgo le figure degli hyung avvicinarsi. "Kookie ti ho lasciato il posto!" Mi guarda posando continuamente lo sguardo sull'arancio che sembra essersi bloccato in quella posizione. "uhm...meglio che salgo con Suga hyung. Capisce la situazione e preferisce lasciarci da soli.
Mezz'ora più tardi siamo in viaggio, Jin hyung ha acceso la radio ma nessuno la sta veramente ascoltando
NamJoon guarda Jin sorridendogli e posando la mano su quella del più grande che è posata sul cambio. Jin gli riserva un dolce sorriso per poi portare nuovamente lo sguardo sulla strada con attenzione.

È da più di un ora che siamo in viaggio, le gambe cominciano a farmi male. "Hyung ci fermiamo a mangiare qualcosa?" Sorrido alla richiesta del mio piccolo arancino, sono contento che abbia fame. Ci accordiamo con l'altra macchinata ed usciamo al prossimo autogrill. "Stai bene?" Fermo Jimin prima di lasciarlo uscire dall'abitacolo accarezzandogli una guancia. "Non mi piace vederti così triste mi fa male..." prendo la sua mano e la poso all'altezza del cuore "Qua" i suoi occhi vibrano, si morde le labbra per resistere all'impulso di piangere e lo bacio tirandolo di più a me "ora promettimi che tornerai il mio chimchim di sempre" annuisce e sorrido sulle sue labbra baciandolo nuovamente e sussurrando "bravo piccolino" arrossisce sentendosi chiamare così è gonfia le guance facendo finta di offendersi "hei sono più grande di te!" mi segue quando scendo dalla macchina, mi piace stuzzicarlo.

Mangiamo, andiamo ai servizi ed in tutta calma riprendiamo il viaggio verso casa, nessuno di noi ha voglia di tornare alla normalità mi sento vuoto in un certo senso, come se tutto quello che ho vissuto prima fosse quasi insignificante dopo questi giorni. Bacon e gli altri sono partiti poco prima di noi, apprezzo il fatto che siano venuti fino al resort per il mio compleanno, abbiamo passato dei bei momenti insieme. Certo tutto grazie al mio piccolo cucciolo arancio che in questo momento si sta mangiando una ciambella sporcandosi con tutto lo zucchero, lo sguardo di chi è in estasi, gli mancano un paio di orecchie ed una coda e sarebbe perfetto. Sorrido immaginandolo, lasciando poi il posto a pensieri indecenti. Mi schiarisco la voce cercando di mantenere un certo contegno ma Jimin certo non mi aiuta leccando lo zucchero dalle labbra. Certo se avessi saputo che Jimin era gay ed interessato a me non avrei aspettato come un povero idiota tutto questo tempo, facendomi filmini mentali su un nostro improbabile incontro anzi, l'avrei cercato senza perdere tutto questo tempo in domande inutili. Ancora mi sento stupido per aver cercato di dimenticarlo.

Dell'altra parte del viaggio nemmeno mi accorgo, forse ci siamo anche fermati perché ora è NamJoon quello al volante. Imbocca la via di casa di Jimin e ci lasciano davanti al palazzo, non ho voglia di entrare però mi manca vedere i miei genitori, gli stessi genitori ai quali dovrò dire della nostra relazione, sento le gambe molli mentre prendiamo l'elegante ascensore, anche lui sembra nervoso. Trattengo il respiro quando le porte si aprono ed intravedo la porta di casa Park, faccio un passo avanti ma lui mi prende per il polso. "Non dobbiamo dirglielo per forza..." è carino, non vuole che tutto questo pesi sulle mie spalle ma voglio vivere liberamente la nostra relazione. Poso le labbra sul suo naso lasciandovi un lieve bacio "invece dobbiamo farlo perché voglio passate con te tutte le festività e vacanze possibili e perché no, avere una piccola casetta. Sorrido quando il suo viso diventa rosso, completamente. Lo spingo verso la porta di casa sua e suono il campanello venendo immediatamente catturato dalle braccia di mia madre.

Un Natale Arancio [VMin] COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora