VI

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"Ehy,  Lexy" disse tirandomi a sé. Non posso negare che i suoi abbracci mi erano un po' mancati.

"Che ci fai qui?" risposi al suo abbraccio.

"Non ti fa piacere rivedermi?"

"Si, ma..."

"Ma?!" sorrideva.

"Niente, niente." sapevo che tanto era inutile parlare con lui; se la cavava sempre con il suo bellissimo sorriso.

"Ehi, piccola, sto scherzando..." disse stringendomi i fianchi "ascoltami, scusa per l'altra sera, Monica mi ha fatto bere un po' troppo e ho perso il controllo. Non voglio che tu pensi che le  cose che mentre dicevo quelle cose le pensavo davvero..."

Mi toccò la ferita sul sopracciglio: le mani gli tremavano e iniziò a farsi completamente rosso.

"Non fa niente." dissi coprendo la ferita con i capelli.

"Perché hai portato la tua roba qui, a casa di Violet?"

"Ho pensato che sarebbe meglio se mi fermassi un po' qui." risposi.

I suoi occhi divennero lucidi.

"Hai intenzione di lasciarmi solo al college?"

Era duro anche per me solo il pensiero; eravamo così vicini, in quel momento, ma così distanti.

D'altro canto, una pausa mi serviva. Mi serviva per capire se mi sarei ancora potuta fidare di lui.

"Non posso perdonarti, Paul" gli risposi. "non adesso, almeno"

"Oh, no no no. tu torni a casa con me stasera" mi prese il braccio.

"Lasciami" tentai di allentare la presa.

"Mai" disse e mi attirò a sé; le sue labbra calde e carnose incontrarono le mie, piccole, sottili, rosee e screpolate.

In quel momento non pensai a niente: soltanto a noi, a quel bacio, alle nostre esperienze, ai nostri progetti, alla nostra vita.

Come quasi si trattasse di un crimine, non c'era gesto più violento di un bacio, di uno sfiorarsi leggero di labbra, leggero, leggerissimo ma che mi avrebbe lasciato il segno per sempre, che poteva cambiare la vita di una persona, la percezione delle cose e della vita stessa.

"Io ti amo Lexy, non puoi lasciarmi." disse indugiando sul mio collo.

Avrei voluto gridargli che anche io lo amavo, e che forse stavo prendendo la scelta più sbagliata della mia vita, avrei sofferto, pianto, e urlato; ma non potevo, non DOVEVO dimenticare quella serata, perché nonostante Paul fosse ubriaco mi aveva offesa, mi aveva picchiata, e non potevo sapere se lo avrebbe fatto un'altra volta.

"Mi serve solo un momento per prendere delle decisioni, Paul." dissi allontanandomi da lui.

"Ho bisogno di tempo."

"Va bene, Lexy. Se questo è quello che vuoi me ne prenderò atto." disse.

Mi prese il viso e mi baciò un'altra volta, un'ultima volta, e nei suoi occhi il desiderio di me.

"Chiamami, Lexy" disse, chiudendo la porta e uscendo dalla casa di Violet.

Corsi in bagno, piangevo. Aprii il rubinetto cercando di togliermi il trucco sbavato, ma niente.

Urlai a  Violet che mi sarei fatta una doccia.

Così mi strappai i vestiti di dosso, ed indugiai alla vista del mio corpo allo specchio del bagno. Ero dimagrita tantissimo nell'ultima settimana.

Quand'ero piccola mi chiudevo in bagno e facevo una doccia calda per annebbiare lo specchio, poi stavo lì ad aspettare che il mio volto affiorasse lentamente dal vapore, prima i contorni sfocati, poi, a poco a poco, anche i dettagli.

Ogni volta pensavo che avrei visto spuntare un volto bellissimo, come se la doccia mi potesse trasformare in qualcosa di più sfavillante, migliore.

Invece ero sempre la stessa.

Sentivo l'acqua scorrermi sul corpo, e in mente i ricordi di Paul, il nostro primo bacio, il nostro primo appuntamento, la nostra prima volta.

Mi aveva ferita troppo, ma non riuscivo a non pensare a lui.

E nonostante io avessi tutti i motivi per lasciarlo;

Nonostante stessi reprimendo tutta la rabbia che provavo;

Nonostante avessi talmente tanti impulsi negativi, che ne avevo perso il conto;

Nonostante quella sensazione di vuoto e solitudine che mi torturava da quella sera;

E nonostante quell'odio verso Paul che del quale ormai non mi potevo più fidare;

Sapevo di aver fatto la cosa giusta.

Stavo combattendo l'odio, la rabbia, la solitudine, il vuoto... per lui. Perché lo amavo, nonostante tutto, e perché in qualche modo aveva permesso che anche una causa persa come me potesse crescere, maturare. O forse no, non lo sapevo, non sapevo se lo amavo, o se non lo amavo più come prima.

Chiusi gli occhi, sotto l'acqua bollente.

L'immagine del ragazzo color cioccolato mi fece sorridere.

Soltanto in ospedale, ero riuscita a distrarmi un po'.

Con l'aiuto di Kyle.

Ma in quel momento, di Kyle, non ne sapevo più niente.

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SPAZIO AUTRICE
Ciao!
Mi scuso se in questo periodo non sto aggiornando la storia spesso, ma ho davvero troppe cose da fare e troppo da studiare. Sto lavorando al prossimo capitolo, che credo di pubblicare entro domani. Scusatemi ancora, e se avete domande/commenti/dubbi io sono sempre qui.
Spero che la storia vi piaccia!!
Allora, che fine ha fatto il nostro affascinante Kyle?😏

AFIRE LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora