XII

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Ed eccoci.
Dopo tantissimo tempo, eccoci al tavolo della mensa scolastica, io e lui, a mangiare un hamburger con delle patatine fritte.
Se era stato il caso a farci incontrare, non lo so, sapevo soltanto che rivederlo mi aveva sicuramente fatto uno strano effetto..
Non era cambiato dall'ultima volta: aveva ancora i suoi bellissimi capelli, il suo profumo alla menta, i suoi occhi, e la sua mania per le felpe enormi (cosa he io adoravo).
"Vuoi delle salse?" mi chiese sorridendo.

"No, grazie" accennai un sorriso.

"Beh allora, che mi racconti?" ruppe il ghiaccio.

"Nulla di che, il solito. Quello che deve raccontare qui sei tu, dato che sei sparito per due mesi."

"Mah, nulla di che, il solito." sorrise e mi prese la mano.

"Lexy scusami, so che ho sbagliato. Ti avevo detto che sarei restato, che non me ne sarei andato, e il giorno dopo sono sparito. Davvero, non mi perdonerò mai. Ma adesso sono qui, non possiamo ricominciare e basta? Senza guardare a quello che è successo."

"Okay, okay." ritrassi la mano.

"Ma adesso fai tutta la fredda perché sei arrabbiata o perché non vuoi?"

"No...non sono arrabbiata. Va bene così, se questo è quello che vuoi, davvero."

"Quindi, per ricominciare, dopo il mio bellissimo invito alla mensa scolastica, chiedo la disponibilità di un'uscita al cinema, venerdì sera alla bellissima Lexy."

"bellissima non direi, comunque venerdì non so se ci sono...di solito esco con Paul."

"Paul? Ah sì...il pazzo che ti ha picchiata, mi ricordo."

Sorrisi.

"Stupido, ormai è una storia passata, stiamo insieme ed io sono felice così, l'ho perdonato."

"Se lo dici tu..." rispose alzando gli occhi al cielo.
"
"E non puoi dire al tuo principe azzurro di lasciarti libera una sera?" Continuò.

"Non lo so Kyle..senti poi ti faccio sapere."

"A proposito...questo è il mio numero di telefono..." prese dalla tasca posteriore del pantalone un fogliettino bianco, un po' rovinato.

"Lexy" alzai lo sguardo.

Paul era davanti a me.

"Vieni un attimo"

Guardai Kyle come chiedere il permesso, anche se quello sguardo era una sorta di 'salvami ti prego, voglio restare qui'.

"Ti aspetto qui." Rispose al mio sguardo con un sorriso.

Paul mi tirò per la manica sinistra della maglietta e mi portò in palestra. La palestra era il posto che odiavo di più, piena di scritte volgari sui muri, piccola e che puzzava, costantemente, di sudore.

"Che ci facevi con quello?"

Aspetta..che?

"Quello ha un nome Paul, e comunque mi ha invitata a pranzo."

"E tu non gli dici che sei fidanzata e che non ti interessa andare a mangiare con altri?"

"Paul, era soltanto un invito a pranzo, non sicuramente una proposta di matrimonio.."

"Non mi interessa, ora vai da lui e gli dici che devi andare via."

"Ma stai scherzando?Paul è un mio amico, non lo vedo da tempo, ma che ti prende!"

"Non mi piace che stai con la lui..è diverso."

"Diverso?" Non potevo crederci, la scena del fidanzato geloso solo perché non mi voleva vedere insieme ad un ragazzo di colore?

"Si, insomma non volevo dire quello però mi hai capita."

"Si, ho capito benissimo." risposi

"Ecco, quindi..."

"Adesso, se permetti, torno da Kyle" lo interruppi.
Presi la borsa, e uscii dalla palestra, sbattendogli in faccia la porta, e lasciandolo, per la prima volta, senza parole.

"Tutto bene?" Mi chiese Kyle vedendomi arrivare di corsa al tavolo.

"Si..si voglio solo andarmene."

"Casini in corso?"

"Lascia stare. È un bambino quando fa così."

"Manca mezz'ora alla lezione. Dove vuoi andare?"

"Dove vuoi." risposi. Dovevo andarmene prima che Paul tornasse.
Sistemammo i vassoi e ci incamminammo verso l'uscita della scuola.

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